INTERVISTA.
«Molti Paesi e istituzioni vogliono limitare la Dichiarazione universale: solo la Chiesa la difende»: il j’accuse di Mary Ann Glendon
Da oggi un simposio in Vaticano
Diritti umani, solo briciole?
«Spesso sono ritenuti un lusso che non ci si può permettere: politica e affari hanno la precedenza. Dagli anni ’50 ai ’70 nel mondo la Santa Sede fu l’unica a sostenerne l’universalità».
DI LUIGI DELL’AGLIO (Avvenire, 01.05.2009)
« Nessun Paese, nessuna istituzione al mondo, quanto la Chiesa cattolica, ha fatto propri e ha difeso i diritti umani, che Benedetto XVI definisce ’ la vera conquista dell’Illuminismo’. E nessun Paese e nessuna istituzione, quanto la Chiesa cattolica, ha tanto influenzato la teoria e la pratica dei diritti umani ».
Mary Ann Glendon, dopo essere stata per circa un anno ambasciatore Usa in Vaticano, è di nuovo presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, e apre oggi la XV sessione plenaria sul tema ’ Dottrina sociale cattolica e diritti umani’, cui interverranno fra l’altro Joseph Stiglitz, Pierre Manent, Partha Dasgupta, Hans Tietmeyer.
La Chiesa riesamina l’Illuminismo...
« Gli stessi pensatori illuministi, anche se non sempre lo riconobbero, avevano un debito enorme nei confronti del patrimonio intellettuale e spirituale della cristianità ( ricerca della verità, rispetto della dignità e del valore di ogni essere umano e - soprattutto - l’alto posto riservato alla ragione). Quanto all’influenza della dottrina sociale cattolica sui moderni diritti umani, basta notare che il documento stilato dalla Commissione Onu incaricata di preparare un ’ bill of rights’, cioè una carta dei diritti umani, ricordava molto da vicino le encicliche sociali, la Rerum Novarum di Leone XIII ( 1891) e la Quadragesimo anno di Pio XI (1931) » .
Quali sono i diritti per i quali si è battuta la Chiesa?
« Prima di tutto, l’intrinseca dignità e il valore della persona umana, dotata di ragione e di coscienza; il diritto di formare sindacati, il diritto a una giusta remunerazione, il riconoscimento della famiglia come cellula naturale e fondamentale che unifica la società e perciò merita di essere protetta; il diritto dei genitori di scegliere l’educazione dei figli, e il diritto della madre e del fanciullo di ricevere cure speciali e assistenza. Negli anni della Guerra Fredda la cultura dei diritti umani rischiò di estinguersi. Si era appena asciugato l’inchiostro sulla Dichiarazione Universale del 1948, e i diritti umani non erano più una norma gradita ai due blocchi di potere che si erano formati nel mondo. L’amministrazione Eisenhower licenziò i diritti umani come una creazione ’ socialista’, la controparte sovietica li bollò come ’ borghesi’ » .
Ed erano odiati dai nuovi dittatori nel Terzo Mondo.
« Formalmente i nuovi Paesi indipendenti modellavano le loro Costituzioni tenendo presente la Dichiarazione Universale. Ma i loro leader facevano capire subito che i diritti umani erano un ’ lusso’ che non ci si poteva permettere: stabilità politica e sviluppo economico avevano la precedenza. Insomma, dai primi anni ’ 50 alla fine degli anni ’ 70, nel mondo non ci fu che la Santa Sede a sostenere l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani. Questi diventarono la piattaforma su cui puntare per un cambiamento pacifico ma profondo nell’Europa dell’Est e in Sudafrica » .
Quale ruolo ha svolto la Chiesa in quel giro di boa?
« La storia cambia il proprio corso grazie a un pugno di uomini e donne coraggiosi. Nel 1989, Vaclav Havel scrive: ’ Mi sembra incredibile ma io vivo in un mondo in cui le parole di verità possono scuotere dalle fondamenta interi sistemi di governo e risultare più forti di dieci divisioni corazzate’. Ma nessuno ha usato il linguaggio dei diritti umani con maggior vigore di Giovanni Paolo II. Gli storici dibatteranno sul peso avuto dalle varie forze nel crollo dei regimi comunisti nell’Est ma non c’è dubbio che il primo posto spetta a papa Wojtyla. Inoltre le sue encicliche rappresentano un importante sviluppo del pensiero sociale cattolico su molti fronti. Centrale in questi scritti è anche il concetto che va rifiutata la libertà come licenza. ’ Quando gravi mali morali ( aborto, eutanasia) vengono legalizzati come diritti, allora l’intero sistema dei diritti umani è pericolosamente minacciato’ » .
Le traversìe non cessano con la fine dell’Urss...
« Sopraggiungono gli anni neri dei sanguinosi conflitti etnici che minano l’unità della famiglia umana. Nelle conferenze internazionali ( specialmente al Cairo e a Pechino) la Santa Sede lotta per difendere la Dichiarazione Universale dai tentativi di ridurla in briciole o di politicizzarla, e per garantire il legame tra libertà e solidarietà. Nel suo discorso di un anno fa all’Onu, Benedetto XVI definisce la Dichiarazione ’ il risultato di un processo che mira a collocare la persona umana nel cuore delle istituzioni, delle leggi e dello stesso funzionamento di una società’. Ma occorre cautela, aggiunge. E indica nove minacce da fronteggiare: il relativismo culturale, il positivismo, il relativismo filosofico, l’utilitarismo, l’approccio selettivo ai diritti, la crescente domanda di nuovi diritti, l’interpretazione iper- individualistica dei diritti, la negligenza riguardo alle responsabilità, e il secolarismo dogmatico » .
Spesso, per mascherare la violazione dei diritti umani, si sostiene che paesi culturalmente lontani dall’Occidente non possono abbandonare le loro antichissime tradizioni per sintonizzarsi con gli usi occidentali.
« La Chiesa respinge il relativismo culturale che mina alla base i principii universali; è per un legittimo pluralismo che permetta differenti modi di esprimere e proteggere i diritti fondamentali. Nessuno vuole riesumare l’imperialismo culturale di marca coloniale. Il relativismo filosofico è penetrato così profondamente nella cultura popolare che uomini e donne non sono più in grado di dire perché vanno difesi certi valori e perchè vanno condannati certi comportamenti. Questo afferma il Papa. Ma se non ci sono più verità comuni cui possano fare appello persone di diversa formazione e cultura, come sostenere i diritti fondamentali? Come portare avanti la ricerca della verità? L’approccio di papa Ratzinger è, al tempo stesso, paolino, agostiniano e postmoderno. Egli vede soltanto due opzioni possibili: riconoscere la priorità della Ragione, la Ragione creativa che è all’origine di tutte le cose, oppure la priorità dell’irrazionale, cioè credere che tutto sulla Terra e nella nostra vita, compresa la ragione, sia accidentale. ’ Il cristiano sceglie la priorità della ragione’ » .
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