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Al di là della trinità "edipica" - e "mammonica" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006)!!!!

LUCETTA SCARAFFIA E MARY ANN GLENDON: CONTRO IL FEMMINISMO, RILANCIANO LA VECCHIA "DIABOLICA ALLEANZA" CON LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. "NUOVA ALLEANZA"?!: A CONDIZIONE CHE ACCANTO A "MARIA" CI SIA "GIUSEPPE"!!! - a c. di Federico La Sala

Uscire dallo "stato di minorità" non significa mangiare un "piatto di lenticchie" ... né "sposare" il figlio!!!
venerdì 26 gennaio 2007
Un nuovo femminismo che tuteli la vita e non imiti soltanto i modelli maschili: un faccia a faccia ieri a Roma
Donne e Chiesa, nuova alleanza?
Nella storia del cristianesimo i primi casi di donne leader sul piano culturale e spirituale.
Per superare le incomprensioni è fondamentale proporre modelli di vera ed efficace complementarietà
Da Roma *
La Chiesa va d’accordo con le donne, ma non con il femminismo, se per femminismo intendiamo il movimento che si è sviluppato a partire dagli (...)

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>INSERTO SULLE DONNE ALL’OSSERVATORE ROMANO. Lucetta Scaraffia, Ritanna Armeni, e il direttore Giovanni Maria Vian.

sabato 7 aprile 2012

Inserto sulle donne all’Osservatore. Armeni: esempio per i laici

di G. G. V. (Corriere della Sera, 07.04.2012)

CITTÀ DEL VATICANO - L’idea si è fatta concreta durante una passeggiata in campagna, un mese fa, e una chiacchierata tra la storica Lucetta Scaraffia, Ritanna Armeni e il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. Il prologo, in un certo senso, era andato in scena prima di Natale, il 19 dicembre a Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Si presentava Uno sguardo cattolico, libro che raccoglie cento editoriali pubblicati tra il 2007 e il 2011 dal quotidiano della Santa Sede. E Ritanna Armeni, donna di sinistra che fu portavoce di Bertinotti, notò con una punta di sarcasmo: «Per me, ma non solo per me, è importante vedere le firme di tante editorialiste, di tante donne sull’Osservatore. Ce ne sono molte di più di quante si potrebbe supporre. Sicuramente più di quante ne possono vantare tanti grandi quotidiani che si definiscono laici e progressisti, che fanno battaglie per la dignità delle donne e poi le confinano in gran parte nelle pagine di cronaca e di moda».

E così, dalla svolta «rosa» dell’Osservatore - nata con la direzione di Vian e propiziata da Benedetto XVI - all’idea di un inserto al femminile, il passo è stato breve. Almeno all’inizio avrà quattro pagine e cadenza mensile, il titolo di lavoro è «Donne, chiesa, mondo», anche se tutto è ancora allo stadio iniziale: si sta cominciando a lavorare al numero zero, la speranza è di debuttare a fine maggio. Laiche e cattoliche, conservatrici e progressiste, credenti e non credenti o credenti di altre religioni: «Non è la Pravda», scherzava il direttore.

E certo sarà un passaggio storico, per il Vaticano, se si considera che la prima donna a poter entrare nei Sacri Palazzi fu negli anni Venti del Novecento Teodolinda Banfi, governante di Pio XI, mentre si racconta che tra l’Ottocento e il Novecento Giuseppe Sarto, poi Papa Pio X, avesse ritegno ad uscire in calesse con le sorelle perché, insomma, non stava bene. Nel frattempo molta acqua, anche Oltretevere, è passata sotto i ponti. Ci sono donne in posizione di responsabilità negli atenei e nei dicasteri vaticani, nel 2008 Silvia Guidi è stata la prima giornalista mai assunta dal quotidiano, Giulia Galeotti si è aggiunta nella redazione Cultura, l’edizione settimanale inglese dell’Osservatore è tutta femminile: due inglesi, due americane e un’australiana.

Del resto le pagine coordinate da Scaraffia, Armeni e Galeotti saranno un inserto al femminile, non un «inserto femminile» nell’accezione corrente. L’idea è di creare una pubblicazione mondiale sulle notizie e le questioni che riguardano le donne, e non solo nella Chiesa. Un’intervista in ogni numero, certo, sarà dedicata a una figura femminile della Chiesa. Ma notizie, cultura, inchieste spazieranno su tutto ciò che riguarda le donne.

L’Osservatore si rivolge al pianeta e l’inserto ha la stessa ambizione, già si pensa a una versione inglese sul sito web. Da tutto il mondo arriveranno quindi i contributi, «un taglio mondiale sia nelle collaborazioni sia nelle notizie», a cominciare da editorialiste e firme del giornale. Tra le altre, oltre alle «coordinatrici», la storica Anna Foa e Laura Palazzani, Sylvie Barnay, Marta Lago, Marguerite Peeters, Isabella Ducrot, Cristiana Dobner, Sandra Isetta.

Un’apertura elogiata dallo stesso Benedetto XVI nel messaggio per il 150° anniversario del giornale: «In questo tempo, il quotidiano della Santa Sede si presenta come un “giornale di idee”, un organo di formazione e non solo di informazione. Perciò deve sapere mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo, con attenzione anche all’Oriente cristiano, all’irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi bioetici. Continuando l’apertura a nuove firme - tra cui quelle di un numero crescente di collaboratrici...».


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