Inviare un messaggio

In risposta a:
Cosmo de La Fuente

La dolcezza di Maria

lunedì 18 dicembre 2006 di Vincenzo Tiano
Anch’io, malgrado il mio fare considerato provocativo nello scrivere, ho creduto nella bontà del Natale. Ho pianto per le belle storie e ho sorriso per il lieto fine dei film dedicati a questa meravigliosa festa. Il mio modo di parlare, che è sicuramente in contrapposizione con la mia apparenza pacifica, probabilmente ha manifestato il lato più aspro del mio carattere. Quando qualche produzione ‘cine tv’ mi contatta è per propormi personaggi ‘cattivi’ o per lo meno ‘nevrotici’. (...)

In risposta a:

> La dolcezza di Maria

venerdì 22 dicembre 2006

Ho letto con molto interesse e con grande partecipazione emotiva il bell’articolo “ La dolcezza di Maria “ di Cosmo de la Fuente. Seguo da tempo la vita artistica e l’impegno sociale di Cosmo, personaggio poliedrico e amabilissimo. E’ un vero artista: creativo, dinamico, disponibile nel porsi e nel rapportarsi agli altri per la sua grande capacità di ascolto. Il comune denominatore delle sue molteplici attività è la passione e la semplicità; vero figlio dell’America latina il Venezuela lui ce l’ha “nel cuore” e con “il cuore” lui canta, balla la salsa, traduce in spagnolo i discorsi del papa, prepara deliziose pietanze caraibiche, fa la serenata sotto i balconi trasformandosi in “tenero menestrello d’altri tempi” e infine, impegnandosi nel sociale, conduce una strenua battaglia in difesa di quei padri non affidatari a cui viene negato, dal coniuge affidatario, il diritto di vedere i propri figli. Questo è uno dei tanti problemi che purtroppo affligge la nostra società ma finchè restiamo tutti spettatori inermi e indifferenti sarà difficile che qualcosa possa cambiare. Sarebbe bello oltre che utile se ognuno di noi riuscisse ad impegnarsi e a riservare una parte del proprio tempo e delle proprie energie in difesa di uno scopo, di un obiettivo. Non c’è che l’imbarazzo della scelta tante sono le piaghe che deturpano quella che si suol definire “una società civile”. Nei Paesi sottosviluppati milioni di bambini muoiono di fame e di contro nei Paesi industrializzati i bambini sono obesi; nel mondo ci sono le guerre che mietono vittime di ogni età e di ogni sesso ma ciò nonostante le guerre continuano ad essere foraggiate da una sempre più fiorente industria delle armi; nel mondo esiste il razzismo ( “ amatevi come fratelli “), esiste la povertà ( per mancanza di risorse e di lavoro, per i regimi dittatoriali, per l’abuso dei potenti che permettono l’arricchimento di pochi e l’impoverimento della massa). Nel mondo esiste il dramma delle droghe, la corruzione, la sopraffazione, la distruzione dell’ambiente. E allora mi chiedo: “ è questa una società civile?” e mi sento invasa da un profondo scoramento, da un senso di rabbia misto a tristezza, da una ribellione da cui attingo energie per fare delle cose, fare per gli altri, con la comunicazione, l’esempio, le azioni. Ciò nonostante a volte mi sento un’aliena in mezzo a gente che sembra non voler capire quali sono i veri valori della vita, gente votata alla cultura dell’immagine, al consumismo più sfrenato, gente con il cuore povero e le tasche piene. La storia di Maria mi invita a riflettere, mi da coraggio per continuare a combattere le mie piccole battaglie quotidiane ma soprattutto mi restituisce fiducia e mi autorizza a credere che, nonostante tutto, esistono ancora persone come lei che vivono con onestà, lealtà e correttezza attuando gli insegnamenti ricevuti dai genitori, dalla famiglia. Anch’io, come Maria, sono una donna separata e come lei vivo con i miei figli.Ho sempre pensato e penso ancora oggi che la famiglia sia un valore estremamente importante, la base su cui si fonda la crescita civile e culturale della società. Mi piace pensare alla famiglia come ad una sorta di meccanismo dove ogni componente ha una sua funzione e l’azione compiuta all’unisono determina il movimento. Il paragone, scusate, è un po’ irriverente ma rende il concetto. Purtroppo oggi spesso si assiste alla disgregazione della famiglia ed il suo valore va impoverendosi sempre più; si verifica la perdita di quell’energia, di quella forza di coesione che pongono le basi per la perpetuazione dei valori che determinano il “ vivere civile”. La disgregazione si genera non soltanto perché uno dei coniugi ( spesso il padre) si allontana, quindi separazione, quindi lacerazione, ma anche perché spesso accade che la madre a cui i figli sono affidati, impedisce al padre di continuare a vederli, negando così il diritto alla paternità. Tutto ciò, come si può facilmente intuire, genera tristezza, sofferenza ma soprattutto i bambini che non hanno strumenti per operare una scelta, sono quelli che soffrono di più. I bambini, si sa, hanno bisogno di modelli e il potersi rapportare al padre ( modello maschile da imitare) e alla madre ( modello femminile da imitare) risulta essere fondamentale per una crescita sana e serena. Hanno bisogno dell’affetto, della cura, dell’attenzione, della partecipazione alla loro vita di entrambi i genitori. La madre che priva i figli della figura del padre ( che soffre per questo) sta facendo del male non solo all’ex coniuge ma anche ai figli medesimi, nega loro oltre che il diritto all’amore, anche la possibilità di acquisire i valori che solo un padre ( in quanto uomo) può trasmettere, valori che sono diversi da quelli che lei stessa trasmette ( in quanto donna). Ecco perché condivido l’impegno di Cosmo che si batte perché non vi sia più paternità negata, ecco perché condivido la scelta di Maria. Tra pochi giorni sarà Natale, la nascita del Bambino Gesù; laddove c’è un bambino che nasce c’è una mamma e un papà, esiste cioè una famiglia, valore, che ripeto è molto importante. La famiglia può, deve continuare ad esistere anche con una separazione, dal momento che la separazione deve essere solo fisica, non deve cioè impedire ai genitori che possano continuare quell’unione di intenti, di pensieri, di scelte che educano e formano i propri figli. Per il bene dei figli, perché possano avere una vita serena, perché possano crescere forti, responsabili e coerenti occorre non privarli mai dell’insegnamento che entrambi i genitori devono loro trasmettere. Chiudo rivolgendomi alle donne separate come me. Abbiamo un grande compito: crescere ed educare i nostri figli per consegnarli alla società di domani. Lavoriamo affinché i nostri ragazzi possano essere onesti, leali, possano capire l’mportanza del lavoro, il rispetto per l’amicizia, possano sempre coltivare sentimenti di amore nel loro cuore. Superiamo l’odio, il rancore, l’amarezza; restituiamo la pace al nostro cuore cercando di nutrire per il padre dei nostri figli, che un tempo abbiamo amato, sentimenti di affetto, stima e rispetto. Di questo ne beneficeranno soprattutto i nostri figli che certamente sono la principale ragione della nostra vita. Ringrazio Cosmo e Maria che mi hanno offerto lo spunto per esprimere il mio pensiero. Un caro saluto

Giovanna


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: