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TERRA - 39 Kb
TERRA

2006 *** LA LUNGA NOTTE *** 2007 *** La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI *** BUON NATALE *** FELICE ANNO NUOVO *** 2008*** 2009***2010***

giovedì 4 gennaio 2007 di Federico La Sala
Italiano - buon Natale e felice anno nuovo
Aragonese - Goyosa Nadal y millor año nuebo
Asturiano - bon Nadal y feliz añu nuevu
Basco - zorionak eta urte berri on
Bolognese - bån Nadèl e un ân nôv pén ed felizitè
Bresciano - bon Nedal e bu an nof
Bretone - Nedeleg laouen ha bloavezh mat
Calabrese - buonu Natali e filici annu nuovu
Cornish - Nadelik lowen ha blydhen nowydh da
Croato - cestit Božic i sretna nova godina
Danese - glædelig jul og godt nytår
Esperanto - felican (...)

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> ***La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI: BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO ***

sabato 23 dicembre 2006

Dal Sole a Gesù, la lunga storia del 25 dicembre

di Manlio Simonetti (Avvenire, 21.12.2006)

Quando, nel IV secolo, il cristianesimo viene favorito dagl’imperatori fino ad assurgere a religione di Stato, la Chiesa attivamente si adopera per la cristianizzazione, oltre che dello spazio, anche del tempo, e a tal fine pratica pure la sovrapposizione di festività cristiane a precedenti celebrazione pagane: la più importante fu la sostituzione, il 25 dicembre, della festività romana del Sol invictus col giorno commemorativo della natività di Gesù. La sovrapposizione fu tutt’altro che casuale in quanto ebbe precisa motivazione ideologica. Vediamo perché.

Siamo nell’antica Roma: nel mese di dicembre sono terminati i lavori dei campi e il solstizio invernale comporta il giorno più breve dell’anno; come il tempo oscuro prevale su quello luminoso, così si conclude il ciclo dei lavori dei campi: è un periodo dell’anno logoro ed esaurito, in attesa di essere restaurato. In questo contesto s’inseriscono le feste, per lo più notturne, di dicembre, ultimo mese dell’anno secondo il sistema calendariale romano che fa cominciare l’anno a gennaio. Tra queste feste, nei Saturnalia - che celebravano, col rovesciamento di usi e costumi dell’abituale vivere quotidiano, il mitico tempo felice in cui aveva regnato Saturno - Giove, che avrebbe spodestato il padre Saturno, era presentato come ancora troppo giovane per regnare, come ancora «bambino». Tra le festività di questo periodo c’era anche quella del Sol Indigetes, che sembra essere stata molto antica.

Nel 276 l’imperatore Aureliano trasferì al 25 dicembre la festività del Sol invictus, il cui culto l’imperatore Eliogabalo aveva introdotto dall’Oriente nel 218 e che Aureliano potenziò grandemente, considerando il solo dio universale quant’altri mai, oltre che suo personale protettore. Il significato della festa e del suo trasferimento era evidente: a partire da questo giorno si sospendeva l’atmosfera caotica delle feste di fine d’anno e si intendeva che il sole, e con esso il tempo, ormai rinnovato, fosse in grado di iniziare il nuovo anno.

A questo punto si capisce facilmente perché i cristiani abbiano fissato proprio a questa data la celebrazione della natività di Gesù, inizio del nuovo decisivo tempo della storia, tanto più che li soccorreva anche il ricordo di Giove «bambino» dei pressoché contemporanei Saturnalia, e soprattutto la suggestione del messianico «sole di giustizia» predetto da Malachia (3, 20), identificato per tempo con Cristo e perciò diventato uno dei principali appellativi cristologici.

Ma forse è possibile aggiungere ancora un tassello a questa ricostruzione. Nei primi giorni di gennaio nell’Egitto ellenizzato si celebrava una festa in onore della dea Iside, e certamente questa festività sarà stata celebrata anche a Roma dagli egiziani qui residenti. Orbene, il tipo iconografico di Iside, madre con in braccio il figlio Horus bambino, identificato col sole, a detta di vari studiosi ha costituito la base per la raffigurazione della Madonna con Gesù Bambino.

La festività del Natale del Signore al 25 dicembre è attestata per la prima volta, a nostra conoscenza, in un documento romano del 336 circa; si diffonde rapidamente in Occidente e verso il 380 passa in Oriente. Da una isolata testimonianza apprendiamo che in Africa la festa del 25 dicembre celebrava il ricordo, oltre che della nascita del Signore, anche dell’adorazione dei Magi, a testimonianza dell’interferenza della festività del Natale con quella orientale dell’Epifania (in greco epiphàneia).

Nel IV secolo questa festa era celebrata in Oriente il 6 gennaio e aveva significato ideologico, celebrando la «manifestazione» dell’opera redentrice e benefattrice di Cristo (Mohrmann). Questo concetto si concretava nella celebrazione di tre episodi della vita di Gesù: l’adorazione dei Magi, il battesimo nel Giordano da parte di Giovanni Battista, il miracolo delle nozze di Cana. Ma ci sono buoni motivi per ritenere che in origine con questa festività si celebrasse anche la natività di Gesù, che poi fu trasferita al 25 dicembre quando, nel IV secolo avanzato, la festa del Natale fu importata in Oriente.

Parallelo al trasferimento del Natale dall’Occidente all’Oriente fu quello dell’Epifania dall’Oriente all’Occidente. La prima attestazione è del 360 in Gallia, e alcuni anni dopo a Roma e in Spagna. Come in Oriente, essa celebra adorazione dei Magi, battesimo e miracolo di Cana, ma già verso la fine del IV secolo il ricordo dell’adorazione dei Magi comincia a prevalere, fino a imporsi gradualmente in Occidente.


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