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TERRA - 39 Kb
TERRA

2006 *** LA LUNGA NOTTE *** 2007 *** La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI *** BUON NATALE *** FELICE ANNO NUOVO *** 2008*** 2009***2010***

giovedì 4 gennaio 2007 di Federico La Sala
Italiano - buon Natale e felice anno nuovo
Aragonese - Goyosa Nadal y millor año nuebo
Asturiano - bon Nadal y feliz añu nuevu
Basco - zorionak eta urte berri on
Bolognese - bån Nadèl e un ân nôv pén ed felizitè
Bresciano - bon Nedal e bu an nof
Bretone - Nedeleg laouen ha bloavezh mat
Calabrese - buonu Natali e filici annu nuovu
Cornish - Nadelik lowen ha blydhen nowydh da
Croato - cestit Božic i sretna nova godina
Danese - glædelig jul og godt nytår
Esperanto - felican (...)

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> 2006 *** LA LUNGA NOTTE *** 2007 *** La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI *** BUON NATALE *** FELICE ANNO NUOVO ***

domenica 31 dicembre 2006

La lunga notte

di Furio Colombo *

Mi piacerebbe dire che questo - il giorno in cui il mondo, adulti e bambini, ha visto in televisione l’impiccagione di Saddam Hussein - è un giorno da dimenticare. Purtroppo non lo dimenticheremo. Nessuno di noi pensava di appartenere a una civiltà e a un tempo in cui puoi chiamare «vittoria per la democrazia» l’enorme cappio che boia mascherati mettono al collo di un uomo che li guarda e che ti guarda. La nostra presenza tramite la televisione dichiara e conferma la squallida verità: siamo i testimoni partecipi di un periodo barbaro. Stiamo attraversando una lunga notte di violenza stupida e inutile che ci mette tutti sullo stesso piano.

Hanno perso San Francesco e Ghandi. A causa dell’ottusa visione del mondo di George Bush e di Tony Blair, resta al centro della scena il volto di quell’uomo che muore col cappio al collo. In un mondo di immagini è lui il vincitore. I cosiddetti carnefici iracheni di Saddam Hussein non sono altro che povere comparse. Sono, come è giusto, mascherati perché non esistono. Sono parte di una spaventosa e negata guerra civile. A quella guerra civile, impiccando Saddam, hanno dato una nuova, poderosa fiammata. Lo hanno fatto su mandato e per ordine di due leader del mondo che credevamo moderno e civile. Qualcuno ha detto alla radio: «Nessun danno. Gli arabi amano la vendetta». Affermazione imbarazzante, razzista ma anche falsa. Infatti abbiamo assistito, angosciati e impotenti, alla vendetta ordinata dai capi di due grandi democrazie.

Ma c’è un riscatto per noi italiani, ed è bene dirlo con riconoscenza e persino con orgoglio. Ho scritto che non possiamo illuderci di dimenticare il cappio che penzola accanto a un uomo vivo da mettere a morte come rito di fine d’anno, celebrato, con inconsapevole scherno, come «giustizia» e «democrazia». Allo stesso modo, per la stessa ragione non dovremo dimenticare il «no» febbrile e irremovibile di Marco Pannella, non solo a tutte le esecuzioni (che è stato l’impegno militante e non violento di tutta la sua vita) ma a questa esecuzione. Perché in questa esecuzione non era in gioco l’innocenza o la colpa (che è immensa) di Saddam Hussein, ma la nostra. A parte alcune civili dichiarazioni di governo e di opposizione contro una decisione che ci identifica con i boia mascherati, solo la voce, il gesto, il digiuno, l’ostinazione di Marco Pannella hanno reso meno solitaria l’umiliazione di chi è stato costretto a veder penzolare quel cappio e, con orrore, ha sentito pronunciare la frase: «si tratta di una pietra miliare per la democrazia». Invece, ci ha detto Pannella, è una pietra tombale. Dobbiamo dirgli grazie, perché la sua testimonianza ci riporta nel mondo della ragione.

* l’Unità, Pubblicato il: 31.12.06, Modificato il: 31.12.06 alle ore 9.48


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