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Politica

Conferenza stampa di fine anno. ROMANO PRODI HA FIDUCIA: "Il 2007 sarà l’anno della svolta". Il "miracolo" è possibile: "se la società italiana è uno specchio rotto, tocca a noi tutti ricomporla’’.

giovedì 28 dicembre 2006 di Federico La Sala
Sulle pensioni: ’’Non pensiamo a disincentivi’’
Prodi: ’’Il 2007 sarà l’anno della svolta’’
Il premier durante la conferenza stampa di fine anno: ’’Crescita, equità e giustizia sono i grandi obiettivi del Governo’’
Roma, 28 dic. (Adnkronos/Ign) - Romano Prodi incontra i giornalisti per la conferenza stampa di fine anno e tira le somme dell’attività di governo nel 2006. Il premier ha toccato i temi caldi del dibattito politico, dalla Finanziaria alla legge elettorale, dall’eutanasia (...)

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venerdì 29 dicembre 2006

I sindacati: "Prodi ci ha tolto un peso"

Prodi ha tranquillizzato i sindacati "Finalmente sarà possibile discutere eventuali interventi correttivi"

di MARIA GRAZIA BRUZZONE (La Stampa, 29.12.2006)

ROMA. Le parole di Romano Prodi sulle pensioni pronunciate nella conferenza stampa di fine anno smorzano la tensione fra governo e sindacati, appoggiati dalla sinistra radicale. Il presidente del Consiglio, nell’elencare i prossimi obiettivi del governo, non aveva nemmeno sfiorato il tema. Poi, incalzato dalle domande dei cronisti, «non pensiamo a disincentivi», ha assicurato, sottolineando la volontà di «tranquillizzare gli italiani» perché una riforma corposa delle pensioni è già stata fatta dai governi Amato, Dini, e dal suo primo governo. Certo, ha aggiunto, occorre «offrire garanzie ai più deboli e garantire ai giovani la sostenibilità del sistema» e anche «agevolare il lavoratori anziani con forme di lavoro volontarie e flessibili». Ma la cosa importante è evitare «artificiali strumentalizzazioni» e «balletti di ipotesi presentate come decisioni».

Una di tali ipotesi era proprio l’introduzione di disincentivi per chi non vuole andare in pensione a 60 anni come prevede la riforma Maroni-Tremonti del 2004. Un’idea che, rimbalzata sui media nei giorni scorsi, aveva creato allarme nei sindacati confederali, tanto da spingere il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ad agitare il fantasma di uno sciopero generale. A mettere le mani avanti auspicando piuttosto incentivi per chi resta a lavorare oltre 57 anni era stato anche il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) in un’intervista televisiva andata in onda ieri mattina. Entrambi si dicono soddisfatti da Prodi. «E’ un bene per il paese che il presidente del Consiglio abbia smentito l’ipotesi di disincentivare l’uscita dal lavoro appena maturati i requisiti per la pensione. E’ una questione fondamentale per poter discutere di eventuali interventi correttivi, a partire dalla rivalutazione delle pensioni», osserva Bonanni. «Esprimo tutto il mio apprezzamento per quanto affermato dal presidente del Consiglio, in particolare sul no esplicito ai disincentivi» gli fa eco Ferrero. A congratularsi è anche il capogruppo del Prc alla Camera Gennaro Migliore che giudica le parole di Prodi «un buon punto di partenza in vista della trattativa con le parti sociali e del vertice di Caserta dell’11 e 12 gennaio». Mentre il segretario del Pdci Diliberto, pur apprezzando, ricorda l’impegno preso di eliminare lo scalone maroniano.

A dare atto a Prodi di «aver tranquilizzato sul percorso e smentito la ridda di voci sui disincentivi» è anche la Cgil, per bocca di Morena Piccinini, segretaria confederale. Piccinini trova però «preoccupante» l’accenno fatto dal premier all’«l’invecchiamento della popolazione dal quale non si può prescindere». «E’ vero, è un tema dal quale non si può prescindere» ammette la rappresentante della Cgil che però, paventando una revisione dei coefficienti, avvisa: «Non accetteremo mai lo scambio con il ripristino dell’anzianità pagato dai lavoratori più giovani». E a giudicare «condivisibili» le dichiarazioni di Prodi è pure il segretario della Uil Luigi Angeletti, oltre all’Ugl. Perplessi sono invece le ali più liberiste dell’Unione, come la Rosa nel Pugno. Quanto a Confindustria, il direttore generale Maurizio Beretta rilancia l’invito ad «un patto per la produttività tra governo, imprese e lavoratori», auspicato più volte dal presidente Montezemolo, e punta al confronto con il governo a partire proprio dal tema delle pensioni, sul quale Confindustria «non ha una proposta», è aperta al confronto, ma indica «un punto fermo: qualunque riforma non può comportare appesantimenti della finanza pubblica».


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