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Sulla spiaggia. Di fronte al mare...

CON KANT E FREUD, OLTRE. Un nuovo paradigma antropologico: la decisiva indicazione di ELVIO FACHINELLI - di Federico La Sala.

domenica 24 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Con Freud, oltre - in una nuova direzione e in modo nuovo: contro le sfingi e contro l’imbalsamazione degli uomini come delle teorie.[...]
Sulla spiaggia, davanti al mare, tutto acquista un’altra dimensione e appare nella sua luce più propria: «Progetto infantile: svuotare il mare con un secchiello! O setacciarne la sabbia. Anche il progetto di Freud - prosciugare l’inconscio, come la civiltà ha prosciugato lo Zuiderzee - è infantile»[62]. I libri di Aristotele stanno al gran libro (...)

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> CON KANT E FREUD, OLTRE. ---- LE "OPERE" DI ELVIO FACHINELLI. Guerra tra gli editori... Il libro "Scomparso" di Fachinelli (di Simonetta Fiori).

venerdì 3 aprile 2009

-Guerra tra editori.
-  Nel ventennale della morte, doveva uscire in libreria l’opera omnia dello psicoanalista
-   Calasso fa bloccare un volume della Bollati: il curatore sono io
-  Ma la figlia ci ripensa. Così resta congelata anche "un’inedita autobiografia"

-  Il libro "Scomparso" di Fachinelli

-  Cataluccio: "Adelphi s’è ricordata dello studioso quando ha saputo di noi"

-  Calasso: "Teniamo molto alle sue opere, anche agli scritti sparsi"

-  di Simonetta Fiori (la Repubblica, 03.04.2009)

Era stato presentato come un avvenimento culturale, la raccolta completa delle opere di Elvio Fachinelli in due volumi. Non solo i suoi libri conosciuti, ma anche un volume di settecento pagine radicalmente nuovo, con scritti sparsi dello psicoanalista, comparsi su giornali e riviste nell’arco di un trentennio. Era pronta la copertina, già decisa la collana "Nuova Cultura". Un titolo secco, Opere, la cura affidata a Lea Melandri, compagna di militanza ai tempi della rivista L’erba voglio. Pronto anche "lo strillo" per i librai, ben calibrato il risvolto, che ripercorre l’inquieta biografia del "rinnovatore libertario" scomparso vent’anni fa. La redazione di Bollati Boringhieri era attrezzata per l’uscita, ma il lavoro annunciato per lo scorso autunno non è mai arrivato in libreria.

Poco prima di andare in stampa, l’opera è stata bloccata da una lettera. Scritta dal "curatore" scelto da Fachinelli nel suo testamento. Un amico carissimo, un editore importante, l’editore di tre dei suoi libri più significativi. La missiva è indirizzata a Giuditta, figlia ventiseienne dello psicoanalista.

L’intonazione usata da Roberto Calasso appare poco conciliante. Fachinelli racchiuso in un’opera omnia? Inconcepibile. Un tradimento, in sostanza, questo progetto editoriale. Una pietra tombale. Un torto all’originalità di un pensatore curioso e disorganico. Giuditta si lascia convincere e rinuncia alla pubblicazione, a cui pure aveva partecipato.

L’opera di Bollati Boringhieri viene fermata. Con essa la preziosa raccolta di pagine poco conosciute, "un’inedita autobiografia".

L’idea di mettere insieme libri e scritti sparsi di Fachinelli risale al decennale della morte. «Allora», racconta Melandri, «ebbi modo di constatare che, dei suoi cinque libri, alcuni erano di difficile reperibilità, altri decisamente esauriti. Con insistenza riuscii a far ristampare dall’editore Feltrinelli Il bambino dalle uova d’oro e dall’Adelphi La freccia ferma. Però continuava a mancare un’opera completa che restituisse la complessità di un pensatore originale, oggi totalmente dimenticato».

Nessun problema di copyright con l’Adelphi, già editrice di La freccia ferma, Craustrofilia e La mente estatica? «No, sul piano dei diritti non c’era incompatibilità», spiega Cataluccio. «Noi ci siamo valsi del diritto di "opera in raccolta". Le obiezioni mosse da Calasso infatti non riguardano il copyright, ma l’opportunità di stampare l’opera omnia. Mi chiedo però come mai l’editore-curatore-erede intellettuale di Fachinelli si sia ricordato del grande psicoanalista solo quando ha saputo del nostro progetto editoriale. Non a caso la figlia Giuditta si è rivolta a me, non a Calasso, lamentando il disinteresse di Adelphi per i titoli di suo padre. Libri che circolavano poco, uno addirittura esaurito».

La Bollati Boringhieri che "sveglia" l’Adelphi? Calasso sbuffa: «Ovviamente teniamo molto alle opere di Fachinelli e non abbiamo bisogno che alcuno ce le ricordi. Nel gennaio di quest’anno abbiamo acquistato i diritti del Bambino dalle uova d’oro, appena abbiamo saputo che il titolo era tornato libero, e a settembre sarà in libreria la nuova edizione, in veste diversa dalla prima, della Mente estatica». Ma fu proprio Giuditta a lamentare con Cataluccio la scarsa visibilità dei libri paterni. «La freccia ferma e Claustrofilia sono disponibili nella Piccola Biblioteca, collana che si trova ovunque. Sarebbe stato tutto più semplice, in ogni modo, se la figlia di Fachinelli si fosse rivolta subito a me, a cui suo padre ha affidato la "cura editoriale" della sua opera».

Perché non coinvolgere fin dal principio Adelphi? Lo chiediamo a Lea Melandri, artefice del nuovo progetto su Fachinelli. «Ma non mi sembrava che ci fosse per Elvio tutta questa attenzione. È anche per spirito polemico nei confronti di Calasso che mi sono rivolta altrove. Le date mi sembrano significative: noi ci siamo mossi in anticipo sul ventennale, Calasso ha cominciato a darsi da fare solo dopo aver saputo del nostro lavoro. Attualmente La mente estatica appare ancora esaurito. Come "curatore" designato, non mi sembra granché».

Giuditta è una ventenne, quando è morto il padre aveva solo sei anni. Al telefono appare spaventata, anche inesperta. «Pensavo che sui diritti si accordassero le due case editrici», si difende. «Ora Adelphi s’è impegnata a ristampare in una nuova collana tutti i libri di mio padre». E il volume delle sue pagine sparse: non c’è il rischio di perderlo?

Calasso dà per sottinteso l’interesse dell’Adelphi. «Aspetto molto questi scritti, che solo in parte conosco. Giuditta dovrebbe consegnarceli al più presto». Già, i materiali: ma in che forma? «Non intendo certo dare a Calasso le bozze del volume di Bollati Boringhieri», precisa Giuditta. «Sarebbe inopportuno». Forse anche un torto per chi vi ha lavorato per oltre un anno. Un pasticcio. Fachinelli l’antiautoritario non lo meritava.


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