IL GRANDE PROGETTO
L’opera kolossal al via dal campus di Tor Vergata «Dietro a questo mio sogno una frase del Papa»
«Con la musica porto Dante a noi e in Paradiso»
Il 22 novembre debutta l’opera di monsignor Frisina sulla Divina Commedia: «Tra rock e gregoriano farò rivivere col poeta la salita dell’umanità dall’Inferno al Cielo»
Di Virgilio Celletti (Avvenire, 21.09.2007)
C’era anche Dante all’affollata presentazione dell’opera sulla Divina Commedia di monsignor Marco Frisina. Era lì con una certa freddezza: ma solo perché il suo, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, era un impassibile mezzobusto di marmo. In cuor suo, il sommo poeta, doveva anzi sentirsi felice di come il sacerdote musicista ce lo rappresenterà nel suo lavoro e, soprattutto, di come lo stava dipingendo in questa chiacchierata propedeutica. Clima dei più cordiali nella grande sala capitolina, con il sindaco Veltroni che non tratteneva l’apprezzamento «per uno spettacolo straordinario, che d’altra parte il pubblico italiano, migliore di quanto non si creda, merita ampiamente». A cominciare dai giovani, a cui soprattutto Frisina si rivolge e che, come maestro di cappella di San Giovanni in Laterano, impegna quotidianamente nell’orchestra e nel coro della diocesi.
Non è un caso che la prima sede in cui sarà rappresentata la nuova opera, prima di cominciare una lunga tournée, sia la grande spianata del campus universitario di Tor Vergata in cui, durante il Giubileo del Duemila, si svolse lo storico incontro fra Papa Wojtyla e gli studenti di tutto il mondo.
«Quando monsignor Frisina mi ha illustrato la sua idea - aggiunge il sindaco - mi è sembrata un grande sogno. Il Paese ha una terribile paura dei sogni che si realizzano e del nuovo. Questa Divina Commedia è tutte e due le cose: per questo merita il nostro più sincero in bocca al lupo».
E come un sogno si è fatta strada all’inizio nella mente di Frisina. «Un po’ sogno e un po’ follia. Pensavo, tra me e me, che si trattasse di una cosa troppo grande, ed ero già entrato nell’ordine di idee di accantonarla. Ma, quando Papa Benedetto XVI ha citato Dante per la sua enciclica Deus caritas est, mi sono convinto di dover realizzare questo sogno». Autore sia della musica (in collaborazione con don Gianmario Pagano) sia del libretto, Frisina ricorda il ruolo determinante di tutti i suoi collabora tori: le proiezioni e le scenografie virtuali di Paolo Miccichè, la regia teatrale di Elisabetta Marchetti, il contributo del premio Oscar Carlo Rambaldi (che realizzato per l’opera le maschere delle Tre Furie, la figura di Lucifero, quella del Grifone e del suo carro), l’imponente impianto scenico di Antonio Mastromattei, i costumi di Alberto Spiazzi, le coreografie di Anna Cuocolo.
La Divina Commedia di Frisina ha un sottotitolo: L’uomo che cerca l’amore. Quell’uomo è lo stesso Dante, interpretato da Vittorio Matteucci, e il suo è un viaggio che lo trasferisce dalle tristezze della selva oscura alla luce dell’Amore. In pochi minuti l’autore ha riassunto il divino poema con una chiarezza e una semplicità che vorremmo sentire anche in qualche aula scolastica. Come Dante vive questa sua tragedia personale, come vede se stesso nei personaggi che incontra nell’Inferno, come inorridisce fino al punto di imporsi un ravvedimento, favorito dagli aiuti che Beatrice gli invia. L’opera è in due atti. Nel secondo si spalancano le porte del Purgatorio. «Cominceremo a salire insieme a lui» assicura Frisina. In Purgatorio c’è la malinconia, ma anche il desiderio di proseguire la scalata. E meravigliosi personaggi indicano la strada a Dante. Una scena è dedicata agli artisti che cantano l’amore e s’impegnano a purificarlo. E ora in Paradiso lui può arrivarci anche da solo.
E la musica? Frisina si è impegnato a mettere «quella giusta al posto giusto». Così, accanto al linguaggio romantico che sarà predominante, avremo di volta in volta quello epico, quello sacro con vere e proprie aperture a una sorta di moderno gregoriano. E ci saranno anche il blues e persino il rock. «Non avevo nessuna intenzione di condannarlo - dice il musicista -: l’ho messo nell’inferno perché è un linguaggio frutto di una lacerazione, di una ribellione interiore; ma posso assicurare che le chitarre elettriche risuoneranno anche in Paradiso».
Le prove sono cominciate da un paio di settimane, ma è già conto alla rovescia. Lo spettacolo sarà rappresentato in anteprima mondiale il 22 novembre, in un teatro-tenda tecnologicamente all’avanguardia (capace di accogliere fino a 2.500 spettatori e che verrà spostata in tutte le città che saranno toccate dal tour, per mantenere la stessa unità) che comprende un palco imponente (24 metri per 24) sul quale si esibiranno, per oltre 2 ore di spettacolo, 24 cantanti-attori, 24 ballerini, 10 acrobati e 20 comparse. Dopo Roma, via a un lungo tour italiano ed europeo.