L’anno d’oro di Berlusconi
di Eduardo Di Blasi *
Se sui conti pubblici lasciati in eredità dal governo Berlusconi non esiste ancora unanimità di giudizio, per quelli personali del Cavaliere il 2006 è stato un anno da mettere in cornice. Le quattro società finanziarie che fanno capo al presidente di Forza Italia e che controllano il 61% circa della Fininvest, hanno dichiarato infatti per l’anno appena trascorso un utile di 135 milioni di euro contro i 106 milioni dell’anno precedente.
Anche per questo motivo, ma non solo, il Cavaliere ha ricevuto un maxidividendo di 215 milioni di euro. Un record dettato sia dalla buona performance del gruppo televisivo, che dalla ripartizione (legittima) di una parte delle riserve di cassa.
«Finanza & Mercati» del Sole24Ore, annota: «La holding italiana prima, a cui fa capo il 17,5 della Fininvest, ha segnato un utile di 41,4 milioni di euro, ma ha distribuito al Cavaliere 64,9 milioni, attingendo una ventina di milioni dalla riserva straordinaria. Copione simile per le altre holding personali: la holding italiana seconda ha archiviato per il 2006 un utile di 33 milioni, ma ne ha distribuiti 54,9; la holding ottava ha registrato profitti per 45 milioni, ma ha staccato una cedola di 84 milioni. Solo la holding terza, a fronte di un utile di 16 milioni ha versato nelle casse del Cavaliere solo 11,7 milioni».
I 215 milioni ottenuti da Berlusconi non paralizzeranno la Fininvest. La liquidità del gruppo può contare ancora su 270 milioni di euro depositati in banca. La sceltta dell’azienda di distribuire un dividendo più alto anche rispetto alla buona performance dell’anno, è stata seguita anche dagli azionisti Marina e Pier Silvio Berlusconi (mentre non sono stati depositati i dati della holding italiana XIV, ripartita fra i tre figli più piccoli del Cavaliere: Luigi, Barbara ed Eleonora). I due figli maggiori dell’ex presidente del Consiglio, l’anno scorso avevano preferito rinunciare all’utile, accantonandolo nelle proprie holding (la IV e la V, detenute al 100% e che partecipano a Fininvest nella misura del 7,65% ciascuna).
La scelta, come detto legittima, di distribuire un così alto dividendo ai proprietari di Fininvest, potrebbe preludere a nuovi investimenti personali, ma potrebbe essere anche una manovra contabile di una certa utilità. Se il governo dovesse realmente uniformare l’aliquota per i redditi da capitale al 20 per cento entro la fine dell’anno (oggi è al 12,5), Berlusconi e la sua famiglia avranno risparmiato, in tasse, una discreta somma. Con l’aliquota al 12,5%, su 215 milioni incassati, il Cavaliere ne pagherà 26,8. Con l’asticella al 20%, ne avrebbe pagati 43. Sedici milioni di euro non sono noccioline. E poi dicono che non sa fare i conti.
* l’Unità, Pubblicato il: 05.01.07, Modificato il: 05.01.07 alle ore 11.06