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Identità e differenza

I POLITICI SI SONO FATTI TEOLOGI E LA TEOLOGIA, IN SENSO PROPRIO, NON PARLA PIU’. Una riflessione di Paolo Prodi.

Una politica laica ha bisogno per vivere anche di una teologia che faccia il suo mestiere.
domenica 7 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
IL NOME DI DIO. L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione"

Il silenzio dei teologi
di Paolo Prodi *
Uno dei detti più rappresentativi della politica moderna, ripreso da grandi pensatori come Carl Schmitt, è: «Tacete o teologi sulle cose per le quali non siete competenti» ("silete theologi in munere alieno"): questa frase è una rappresentazione molto acuta del (...)

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> I POLITICI SI SONO FATTI TEOLOGI E LA TEOLOGIA --- RIPENSARE COSTANTINO? Rimeditare tutta la storia della Chiesa (Giorgio La Pira a paolo VI, 1970).

venerdì 27 gennaio 2017

LETTERA a Paolo VI - Abbattere i muri, costruire i ponti

di Giorgio La Pira *

Beatissimo Padre,


in questi giorni sto leggendo (e per una ragione storica, politica e religiosa evidente ed urgente) Chiesa e Stato attraverso i secoli: il problema del mondo, oggi, è questo: «rivedere» -vedere «riemergere» in questa età nuovissima del mondo- la Chiesa quale soggetto essenziale dell’ordine storico, giuridico e politico mondiale: quale essenziale protagonista (il più importante, in certo senso) della edificazione del nuovo universo delle nazioni: quello che si costituisce in questa età della inevitabile unificazione e pacificazione delle nazioni!


Bisogna riprendere coscienza di questa «soggettività» eminente della Chiesa Cattolica (romana!) nell’ordine giuridico e politico del mondo: soggettività che i secoli, -la storia!- chiaramente indicano (essa, in un certo senso, la creatrice dell’ordine giuridico internazionale) e che costituisce il problema fondamentale dell’attuale situazione storica e politica delle nazioni.


Il problema del concordato sta tutto qui: «l’altra parte» (la Chiesa) è un soggetto giuridico e in certo senso politico che regge, insieme con lo Stato (con gli Stati) l’ordine totale e la storia totale del mondo! 
Leone XIII vide questa realtà con tanta luce! «Immortale Dei». Quello del concordato non è un piccolo, marginale, problema: esso si eleva proprio a questa alternativa: la Chiesa suprema oggetto giuridico e politico, centro di gravità dell’universo delle nazioni! 
«La Chiesa, il vessillo elevato sulle Nazioni».

Ecco, Beatissimo Padre, il grande problema storico e politico di oggi: -«chi dicono gli uomini che io sia?» Questa è la domanda che la Chiesa, ripetendo le parole del Signore proprio oggi -in questa età nuovissima, atomica, spaziale, demografica, millenaria, scientifica ecc.- invita i popoli e le nazioni (non solo i singoli) a porsi questa domanda, ed a trarre da essa tutte le implicazioni storiche, politiche, culturali, spirituali etc. che essa comporta! 


La «fiacchezza» della polemica occidentale (postconciliare, come si dice) sta nel mettere «in disparte» (per così dire) questa soggettività giuridica e politica della Chiesa: questa soggettività che fa di essa il «pernio» dell’equilibrio delle nazioni, il punto unificante del mondo!

Bisogna rimeditare tutta la storia della Chiesa: da Paolo che «punta» sulla casa di Cesare, a S. Silvestro che «negozia» con Costantino, a Leone Magno che «negozia» con Attila etc. etc. sino a Paolo VI che parla all’ONU e che si volge a Pekino! 
Unificare il mondo: ecco il problema - unico - di oggi: unificarlo facendo ovunque ponti ed abbattendo ovunque muri: ebbene, questa unificazione non è possibile -quasi non ha senso- se non passa (in certo modo) da Pietro: se, cioè, questa unificazione giuridica e politica fra gli Stati non è accompagnata dal rapporto unificante -giuridico e politico (in senso profondo)- fra gli Stati e la Chiesa! 


Questo il grande problema di oggi: rivedere la Chiesa come centro di gravità delle nazioni e come soggetto «l’altra parte» essenziale dell’ordinamento giuridico e politico del nuovo universo dei popoli e delle nazioni.


Ecco, allora, Beatissimo Padre, l’immenso valore -la grande attualità ed urgenza- dei contatti e dei rapporti della Chiesa con tutto il mondo «dell’Est» e «del Sud»: qui essa trova i nuovi interlocutori, «l’altra parte», capace -malgrado «l’ateismo ufficiale»- di vederne la struttura storica e giuridica, politica e spirituale, destinata a fare da «ossatura» al corpo delle nazioni.


A me pare che la Chiesa vincerà la Sua grande battaglia odierna (anche interna) proprio all’Est ed al Sud: solo «attraverso i barbari» essa potrà ricomporre (per così dire) «l’impero romano in decadenza» e potrà ricomporre (per così dire) «il nuovo impero», «l’unità nuova dei popoli»! 
Forse queste non sono illusioni: forse è questo il punto della storia -Pace inevitabile, unificazione del mondo inevitabile; emergenza dell’Est e del Sud inevitabile- nel quale avrà luogo la grande riemergenza storica, giuridica e politica della Chiesa: «la Chiesa il vessillo elevato sulle nazioni». 
Filialmente nel Signore

La Pira

-  27-2-70 S. Pier Damiani!

Preparo alla luce di questo «tessuto storico e giuridico e politico» il mio viaggio (in aprile) a Mosca! 
Queste cose, del resto, da vario tempo esplicitamente e vigorosamente dico nei miei rapporti (a tutti i livelli) con i paesi dell’Est (Germania, Cina, Urss, Ungheria, Polonia etc.).

*

http://www.giorgiolapira.org/it/content/paolo-vi-abbattere-i-muri-costruire-i-ponti


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