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La vatican-gelizzazione del mondo!!!

PEDOFILIA E POLITICA DELLA MENZOGNA. CHE BELLA "DOVEROSA OBIEZIONE DI COSCIENZA"!!! LA PERDITA TOTALE DI CREDIBILITA’ E LA CATASTROFE DEL VATICANO. "Come se Dio non ci fosse"!!! Gesù!!! Nel maggio del 2001, il Cardinale Joseph Ratzinger, l’attuale SANTO PADRE, inviò una lettera confidenziale a tutti i vescovi cattolici per proteggere la Chiesa nascondendo gli abusi sessuali sui bambini !!! Un articolo di Jamie Doward, dal "Guardian".

domenica 18 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[..] Della lettera di Ratzinger si è fatto riferimento in una causa avviata contro una chiesa del Texas all’inizio di quest’anno, a difesa di due giovani vittime di abusi. I legali hanno accusato Ratzinger di aver cospirato per ostacolare il corso della giustizia.
Daniel Shea, il legale delle due vittime che ha divulgato la lettera, ha affermato: “La lettera si commenta da sola. Bisognerebbe chiedersi: perché mai il segreto sulle indagini deve rimanere così a lungo? È un’ostruzione (...)

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> PEDOFILIA E CHIESA CATTOLICA: TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA.

giovedì 11 gennaio 2007

Scandalo pedofilia in Messico. Il card. Rivera Carrera accusato di omertà

di Agenzia ADISTA n. 1 6-1-2007 *

33690. CITTÀ DEL MESSICO-ADISTA. "Dimenticherete presto quello che il padre Nicolás Aguilar Rivera vi ha fatto. D’un tratto, non vi ricorderete più. Dovete saperlo perdonare. Il padre è un uomo malato". È con questa frase che il card. Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, avrebbe tentato di convincere le vittime del parroco pedofilo Nicolás Aguilar, responsabile di abusi sessuali - e non solo in Messico, ma anche in California - nei confronti di più di sessanta bambini, a tacere e a non denunciarlo, secondo quanto riporta la giornalista messicana Sanjuana Martínez, nel libro "Manto Purpura", in circolazione in Messico da alcune settimane, che raccoglie le testimonianze di diverse vittime.

Mentre il Vaticano, come ha annunciato il vescovo di Tehuacán mons. Rodrigo Aguilar, ha intrapreso un’inchiesta sul prete messicano al fine di ridurlo allo stato laicale, numerose testimonianze ora accusano il cardinale Rivera Carrera di aver "protetto il suo subordinato, anziché i bambini", come ha affermato Sergio Sánchez Merino, una delle quattro vittime - su sessanta - che hanno deciso di denunciare il prete tra il 1997 e il 1998.

Il 16 novembre scorso è giunta a Carrera, dalla Corte superiore della California, una denuncia per la protezione del prete pedofilo da parte di un testimone appoggiato dalla statunitense "Rete di Sopravvissuti delle vittime di Abusi sessuali di preti" (Snap). Una prima denuncia era arrivata da un’altra vittima, Joaquín Aguilar, mentre in questa occasione il testimone è protetto ed il fascicolo è intitolato convenzionalmente "John Does 100". Erick Barragán, portavoce della Snap, ha informato che nella denuncia si parla di dodici capi d’accusa contro Rivera (tra i quali negligenza, cospirazione civile, danni emotivi intenzionali), cinque contro l’arcivescovo di Los Angeles card. Roger Mahony e sei contro il prete pedofilo. Mahony ha immediatamente replicato affermando che Rivera Carrera, inviandogli il prete nel 1987, gli aveva nascosto i trascorsi pedofili di questo.

Nel 1997 il porporato aveva già lasciato la diocesi di Tehuacán, in cui era insediato il sacerdote (ne era stato pastore dal 1985 al 1995), ma manteneva stretti contatti con la sua diocesi, tanto da aver personalmente ricevuto le vittime. "Per lui era facile dire che lo avremmo dimenticato. Ci disse che ci avrebbero offerto una terapia, che ci avrebbero mandato uno psicologo. Bugie! L’aiuto non è mai arrivato", racconta Sergio Sánchez.

La pedofilia di Nicolás Aguilar Rivera era nota a tutti. Già negli anni ’80, parroco a Tehuacán, cominciarono a diffondersi sui media notizie riguardanti denunce nei suoi confronti. Rivera Carrera non fu l’unico a coprire il prete pedofilo: anche il vescovo di Puebla, mons. Rodendo Huesca Pacheco, era al corrente della situazione. Il prete si rese anche responsabile di abusi verso 26 bambini a Los Angeles, in California; nel 1989 tornò nuovamente in Messico, dove venne "protetto" per alcuni mesi in una clinica, ma al termine della terapia viene nuovamente restituito al suo ministero, addirittura incaricato della preparazione dei bambini - una sessantina - alla prima comunione. Sergio Sánchez ricorda di come al termine delle lezioni il prete chiedesse sempre a uno dei bambini di fermarsi per un "ripasso", abusandone e facendo ricorso, per garantirsi il suo silenzio, a ricatti e minacce. Quando si diffuse la voce di questi abusi, le famiglie dei bambini cercarono il prete per linciarlo, ma questi fu preavvertito dalle autorità e riuscì a salvarsi. Nel 1998 venne celebrato il processo, che si concluse con la condanna ad un anno di reclusione per "oltraggio al pudore". Ma in carcere non ci mise piede, perché gli venne concessa la libertà condizionale. Alla fine, gli venne persino dato un riconoscimento ufficiale di buona condotta.

La Conferenza episcopale messicana si è mobilitata nel difendere il card. Rivera Carrera dalle accuse di protezione del prete pedofilo. In prima linea, il portavoce dell’arcivescovado, Hugo Valdemar, che ha affermato, in un dibattito radiofonico prima, e in una conferenza stampa poi, di essere in possesso delle prove che scagionerebbero Rivera dalle accuse contenute nel libro della Martínez: ha mostrato infatti documenti, pubblicazioni e fotografie che dimostrerebbero che il cardinale, alla data in cui avrebbe avuto il presunto colloquio con le vittime, nell’autunno del 1997, si trovava in realtà a Roma per partecipare al Sinodo dei vescovi per l’America. Ha detto quindi di aver suggerito al cardinale di denunciare la giornalista messicana per calunnia e diffamazione, ma il cardinale avrebbe rifiutato. "Ho dimostrato - ha aggiunto - che nulla corrisponde al vero e che sono stati usati testimoni falsi". "In ogni caso il cardinale non è tenuto a rispondere ad un tribunale straniero. In Messico abbiamo il nostro sistema di giustizia". Valdemar ha poi chiesto alla giornalista, autrice del libro, di "chiedere perdono al cardinale" e di ritirare il libro dal mercato. Il portavoce dell’arcivescovado chiede che "la casa editrice sia sensibile a questa richiesta e ritiri questo libro che sta diffondendo" e che "chieda perdono al pubblico che ha ingannato con tutte le sue bugie".

La Martínez, nel frattempo, ha informato di essere stata oggetto, negli ultimi tempi, di minacce di morte e pedinamenti. "Le democrazie - ha detto alla France Press - si misurano per la protezione dei propri giornalisti; ora la Chiesa cattolica ha intrapreso la strada facile di cercare di uccidere chi porta un messaggio, quando il problema non è il mio libro, ma i delitti commessi da alcuni sacerdoti e l’impunità che regna in questo Paese". "Ritengo Norberto Rivera - ha aggiunto - responsabile di ciò che può accadere a me e alla mia famiglia, non sono un’eroina ma faccio solo il mio lavoro".

Rivera Carrera, da parte sua, il 15 dicembre ha sollecitato la Procura generale di Giustizia del Distretto federale affinché gli vengano notificati i casi di abusi sessuali commessi da preti dell’arcidiocesi, "per collaborare con le autorità e perché si sappia che non vi sarà impunità". Qualche giorno prima aveva dichiarato: "Difenderò i bambini prima di qualsiasi altra persona". (ludovica eugenio)

* www.ildialogo.org, Giovedì, 11 gennaio 2007


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