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Terra !!!

ITACA - di KONSTANTINOS KAVAFIS. Una lezione sul significato di ogni "Odissea" e di tutte le "Itache".

lunedì 15 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
ITACA (ΙΘΑΚΗ) *
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che (...)

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> ITACA --- La curiosità circa la natura dei nostri modelli cognitivi. La Terra è una testa: ripartiamo dalla lezione di Tolomeo (di Franco Farinelli)

domenica 3 gennaio 2016


Le nuove sfide

La Terra è una testa: ripartiamo dalla lezione di Tolomeo

di Franco Farinelli (Corriere della Sera, La Lettura, 03.01.2015)

«La Terra è una testa», spiegava al tempo dell’impero romano Tolomeo, egiziano ma l’ultimo dei sapienti greci. Fin d’allora la Terra era, con le parole di Ferecide di Siro, un insieme di forme (di fiumi, di monti, di castelli, di città) ricamate su un mantello addossato sul sottostante corpo della Terra stessa, di fatto inconoscibile appunto perché nascosto in tal modo allo sguardo.

La modernità è finita, circa mezzo secolo fa, quando la velocità del cambiamento delle forme terrestri ha messo in crisi la plausibilità stessa del loro statico disegno, della loro inerte rappresentazione. I ghiacciai che, sciogliendosi per la mutazione del clima, fanno aumentare oggi il livello del mare alterando le linee di costa, mettono allo stesso tempo a nudo terre mai viste: al punto che l’intera geografia dell’Artico è da rifare, perché nuove isole e penisole affiorano, nuove rotte diventano praticabili, nuovi possibili Mediterranei si configurano.

I lineamenti della faccia della Terra cambiano, e una prima curiosità si riferisce ancora all’inventario del loro assetto, alla ricognizione delle loro inedite fattezze. Questo riguarda però la geografia, che non è la descrizione della Terra, ma è la descrizione per cui il mondo viene ridotto alla Terra e la Terra appunto alla sua superficie, sotto la quale si cela tutto il resto. -A quest’ultimo la frase di Tolomeo si riferisce, e da essa oggi bisogna ripartire perché, qualsiasi cosa sia la globalizzazione, essa significa prima d’altro il recupero del tridimensionale corpo terrestre: il globo appunto. Ed è in tale senso che la lezione tolemaica va ripresa, nel senso della curiosità circa la natura dei nostri modelli cognitivi, ovvero dei nuovi modelli da approntare con urgenza per tentare di afferrare il nuovo funzionamento del mondo.

Come avvertiva Kant: per capire non bisogna fare la geografia di ciò che si vede, bensì «la geografia dello spazio buio della nostra mente». Dove mente sta appunto per testa e insieme, tolemaicamente, per il globulare, complessivo apparato del nostro pianeta, finalmente riconosciuto per quello che esso è.


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