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Doomsday Clock.... Fine della Storia o della "Preistoria"?

TROIA, L’OCCIDENTE, E IL PIANETA TERRA. PER LA PACE PERPETUA. COMMENTO APOCALYPTICO DI SCUOLA GIOACHIMITA, DANTESCA, KANTIANA, E MARXIANA - a cura del prof. Federico La Sala

J. Chirac, alla conferenza dei «Cittadini della Terra»: «Siamo alla soglia dell’irreversibile» (2007).
venerdì 19 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
TROIA, L’OCCIDENTE, E IL PIANETA TERRA. Commento apocalyptico di scuola gioachimita, dantesca, kantiana, e marxiana
Roma soggiogò la Grecia,
la Grecia soggiogò Troia,
ma Troia soggiogò la Grecia,
soggiogò Roma,
e tutta la Terra.
Non sarà niente di previsto!
Hitler, il Vietnam saranno niente a confronto.
La violenza subita e immagazzinata da secoli
nel nostro corpo - terrestre!,
tenuta a bada da catene sempre più solide,
infine eromperà.
L’inimmaginabile!
Chi sogna l’età dell’oro? Chi (...)

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venerdì 16 marzo 2007

Clima, tre miliardi di persone resteranno senza acqua e cibo»

L’appello ai governi di tutto il mondo: agire subito. Presto l’Europa senza ghiacciai Nuovo rapporto Onu: nel 2100 sparirà metà della vegetazione mondiale

di Franco Foresta Martin (Corriere della Sera, 13.03.2007)

ROMA - Lo hanno ribattezzato «Il libro dell’apocalisse climatica» perché descrive, con un pessimismo senza precedenti, gli effetti devastanti del progressivo aumento delle temperature sugli ecosistemi e sull’uomo. Ci avverte che dobbiamo prepararci al peggio. Che alcuni segnali del riscaldamento, come gli inverni più miti o l’abbondanza di alcune produzioni agricole, potrebbero sembrare positivi. Ma è solo l’inizio di un cambiamento che volgerà presto in un incubo. Una ventina d’anni e il pianeta cambierà volto, con carestie, siccità, epidemie, inondazioni e estinzioni di massa.

QUARTO RAPPORTO ONU - Si tratta della seconda parte del Quarto Rapporto sui cambiamenti climatici, compilato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), il gruppo di 2.500 scienziati del clima incaricato dall’Onu di relazionare periodicamente ai governi su tutta questa complessa materia. La prima parte, come si ricorderà, è stata approvata a Parigi il 2 febbraio scorso e riguardava i «principi fisici di base» del cambiamento climatico, cioè le misure oggettive di concentrazioni di gas serra, temperature, estensione dei ghiacci, livello dei mari; e proiezioni di tutti questi parametri fino al 2100. Questa seconda parte tratta degli effetti sulla natura e sull’uomo; doveva restare segreta fino alla sua approvazione a Bruxelles il 6 aprile prossimo, ma è stata anticipata ieri da alcune agenzie di stampa statunitensi.

SCENARI BIBLICI - Con accenti apocalittici, da Antico Testamento, il rapporto Ipcc elenca le prevedibili piaghe che accompagneranno lo sconvolgimento climatico. Superato il limite di guardia di 2 gradi di aumento delle temperature medie rispetto ai primi del 1900 (ora siamo a +1˚),le crisi di siccità ricorrente renderanno inabitabili immense aree del Terzo mondo. Già entro 20 anni si prevedono centinaia di milioni di africani e decine di milioni di sudamericani in fuga o falciati dalle sete. Per contrasto, nelle latitudini medio- alte nell’emisfero Nord, ci sarà un aumento della produttività agricola e in alcune aree del Sud America un boom della soia e del riso. Ma sarà un’illusione di breve durata perché nel 2080, quando le temperature medie potrebbero essere cresciute da 4˚a 6˚,carestie e siccità dilagheranno nella maggior parte del globo, stremando da 1,1 a 3,2 miliardi di persone.

INONDAZIONI A CATENA - Con la metà dei ghiacciai montani e polari liquefatti, che andranno a gonfiare le acque dei mari - quelli dell’Europa saranno fra i primi a dissolversi -, decine di migliaia di chilometri di coste scompariranno e altre saranno inondate periodicamente. Ogni anno, stimano gli esperti delle Nazioni Unite, 100 milioni di persone saranno investite dalle inondazioni, soprattutto in Africa, Asia e nelle piccole isole degli oceani Pacifico e Indiano. Siccità, inondazioni e aumento delle temperature saranno il terreno ideale per le infezioni tropicali, che già oggi tendono a espandere la loro area di diffusione. Malaria, febbri emorragiche come la dengue, infezioni intestinali, dissenteria, diventeranno endemiche anche alle nostre latitudini.

ADDIO ORSI POLARI - La difficoltà di adattarsi alle mutate condizioni ambientali esporrà la metà delle specie animali e vegetali al rischio di estinzione. Fra i primi a scomparire ci saranno gli orsi polari, che non avranno più il supporto fisico su cui moltiplicarsi: i ghiacci del Polo Nord, già oggi ridotti del 25% rispetto a 30 anni fa, sono destinati a scomparire del tutto entro la fine del secolo. Negli oceani gonfiati dall’acqua dolce dei ghiacciai e acidificati per l’eccesso di anidride carbonica, le morie di pesci piccoli e grandi si ripercuoteranno negativamente sulla catena alimentare di tutto il pianeta.

ADATTARSI E RIDURRE I GAS - «Questa seconda parte del Rapporto sottolinea ancora di più la drammaticità degli effetti devastanti che stanno per abbattersi sul pianeta e lancia un appello pressante ai governi - commenta il rappresentante italiano dell’Ipcc Sergio Castellari, climatologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia -. Negli ultimi 100 anni sono stati compiuti danni molto gravi a carico dell’atmosfera. A questo punto, le misure di mitigazione, ossia di riduzione delle emissioni di gas serra previste dal protocollo di Kyoto, non bastano più. Per salvarsi, bisogna andare avanti con riduzioni ancora più efficaci e ricorrere alle misure di adattamento, cioè ad azioni di difesa attiva, riducendo la vulnerabilità delle aree e delle strutture civili sensibili agli estremi climatici». Altri scienziati dell’Ipcc sono ancora più pessimisti e temono che sia stato superato il punto di non ritorno a causa della eccessiva concentrazione dei gas serra in atmosfera.

COINVOLGERE IL PROSSIMO G8 - L’anticipazione del Rapporto Ipcc ha avuto immediati contraccolpi nel governo italiano. Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha proposto di inserire la questione all’ordine del giorno del G8 Ambiente che inizierà giovedì prossimo a Postdam, aprendo un confronto con gli Usa e i Paesi di nuova industrializzazione per coinvolgerli nelle azioni di mitigazione e adattamento.


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