L’ex premier attacca la politica estera del governo Prodi. Replica del ministro degli Esteri: "Non siamo anti-americani"
Berlusconi: "Italia nemica degli Usa" D’Alema: "Campagna ideologica" *
ROCCARASO - Duello a distanza tra Berlusconi e D’Alema. Il primo a dire che l’Italia "è ostaggio della Francia e nemica degli Usa". Il secondo che replica secco: "Non siamo anti-americani". E aggiunge: La "campagna" sul fatto che "noi saremmo anti-americani non ha fondamento nei fatti". "E’ una campagna ideologica che tende a dividere il paese".
Berlusconi, in collegamento telefonico con Roccaraso, aveva usato parole durissime contro a politica estera italiana del governo Prodi. A poche ore dalle frasi con cui il titolare della Farnesina criticava il piano Bush sull’Iraq.
Secono l’ex premier il governo di centrodestra aveva "una politica estera chiara e filo-occidentale" e ha ottenuto "un grande prestigio e una grande credibilità". Ora invece "l’Italia è in asse con Parigi e Madrid", è "serva dell’ambizione francese di diventare un pilastro nell’ equilibrio euro-arabico", con una politica basata "sull’esclusione degli Usa dall’influenza nel Mediterraneo".
Questa l’analisi del Cavaliere: "L’America ci ha messo da tempo nella lista dei Paesi su cui non può contare. Questo governo - continua Berlusconi - strizza l’occhio ad Hezbollah e critica continuamente Israele che è l’unico avamposto di democrazia nel Medio Oriente". Si tratta - osserva ancora l’ex premier - di "una logica irresponsabile".
E’ secca la replica del vicepremier. "Non siamo anti-americani - dice D’Alema - e siamo amici dei paesi arabi. Come sempre. L’ Italia è stata amica dei paesi arabi e amica di Israele. E collaboriamo anche con i grandi paesi mediterranei, come la Francia e la Spagna". "E’ credo - aggiunge il titolare della Farnesina - che anche Berlusconi lo facesse o avrebbe dovuto farlo. Fa parte della politica italiana collaborare con i grandi paesi europei per sviluppare una iniziativa di pace, che non è rivolta contro gli Stati Uniti, ma tende anzi ad assolvere una responsabilità che è nostra e che non possiamo delegare a nessuno. Così come abbiamo fatto in Libano".
* la Repubblica, 14 gennaio 2007