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Mutamenti climatici

SUL NORD EUROPA INFURIA L’ URAGANO "KYRILL". Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia, Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Austria, sono stati sconvolti. Pesante il bilancio: oltre 40 morti e danni ingentissimi.

venerdì 19 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Kyrill, la violentissima tempesta di acqua e vento che ha spazzato per 48 ore tutto il nord Europa, si allontana lentamente, ma lascia dietro di sé un pesante bilancio di morti e di ingentissimi danni. Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Polonia, Austria, Repubblica Ceca sono state sconvolte da uno degli uragani più violenti degli ultimi decenni, con venti che hanno infuriato fino a 225 km all’ora distruggendo e sradicando, e causando oltre 40 morti e danni gravissimi (...)

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> SUL NORD EUROPA INFURIA L’ URAGANO "KYRILL". Gran Bretagna ....

lunedì 22 gennaio 2007

La "Napoli" è arenata nella Manica davanti alle coste del Devon. Fuoriuscite 200 tonnellate di carburante che hanno raggiunto le spiagge

Il naufragio della portacontainer Lotta per evitare il disastro ecologico

Ma più che la nafta, si teme il contenuto inquinante di circa 150 cassoni. La merce di valore finita sulla spiaggia preda di decine di "razziatori" *

LONDRA - Continua, sulle coste della Manica, la lotta contro il tempo per evitare che la portacontainer "Napoli" finisca per spezzarsi a causa della forza delle onde provocando un disastro ecologico. Le operazioni di soccorso, al largo del Devon, proseguono senza sosta. Per ora i tecnici sono riusciti ad evitare il rovesciamento della grande nave che potrebbe avere conseguneze molto gravi. Dalle falle della nave inglese della compagnia Zodiac Maritime sono uscite 200 tonnellate di carburante che hanno formato una chiazza lunga circa otto chilometri che ha raggiunto la spiaggia. Per fortuna, la fuoriuscita riguarda uno solo dei serbatoi della nave che ha a bordo circa 3.500 tonnellate di nafta. Gli altri serbatoi dovrebbero essere svuotati in giornata.

Qualche uccello marino è già finito in mezzo alla massa oleosa che galleggia in superficie mentre si cerca di contenerla con le apposite paratie e i solventi. Ma più che la nafta fa paura il contenuto (acidi per batterie, prodotti per profumeria e per la costruzione degli air bag) di 150 dei 2.323 contenitori a bordo della "Napoli". In mare ne sono già finiti circa duecento: alcuni galleggiano, altri sono semisommersi o sono andati a picco, altri ancora si sono arenati, mezzo sfasciati sulle spiagge della zona. Pare che solo due di questi ultimi contengano rifiuti o materiali definiti "altamente inquinanti" in grado di provocare danni. Gli altri cassoni "pericolosi" sarebbero stivati più in basso e, allo stato, non dovrebbero finire in mare. Ma se la nave si spezzasse il rischio aumenterebbe a dismisura.

Intanto insieme all’allarme ambientale questa mattina è scattato anche quello per le razzie: decine di persone nella notte si sono impossessate delle merci trasportate sulla spiaggia dalla corrente dopo l’incidente: bottiglie di vino, vestiti, pannolini, barili di quercia, materiale di ricambio per auto e persino motociclette. Non è comunque chiaro se il materiale arrivato a riva sia ancora di proprietà della nave Napoli o meno. Vista l’emergenza, la polizia comunque ha richiamato molti ufficiali dalla vicina città di Exeter per controllare costantemente la situazione.

Le forze dell’ordine non sono riuscite ancora a decifrare cosa stabilisce esattamente la legislazione in questo caso, ma non è escluso che i "razziatori" agiscano nel rispetto della legge. I valori recuperati sono infatti quelli finiti sulla spiaggia, mentre nessuno ha toccato nulla di quanto rimasto a bordo.

Per quanto riguarda le cause del naufragio, le ultime ricostruzioni confermano quanto stabilito precedentemente: danneggiata dal ciclone "Kyrill", la "Napoli" si è arenata e i 26 uomini dell’equipaggio sono stati evacuati con elicotteri e mezzi di soccorso. Poi è cominciato il dramma dello scafo che, adesso, poggia sul fondo a poche centinaia di metri dalla riva e forma una barriera contro la quale si accanisce la forza del mare.

* la Repubblica, 22 gennaio 2007


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