Umberto Galimberti: il declino della convivenza
La convivenza con sé stessi, è secondo Galimberti quella più difficile: il tempo libero dal lavoro che dovrebbe essere quello da dedicare all’incontro con sé stessi viene dedicato invece alla distrazione, perché la convivenza con se stessi è diventata una cosa difficile. La controprova per esempio è il declino della psicanalisi che fa conoscere sé stessi e oggi nessuno ha il tempo per questo. Forse non siamo nemmeno interessati a sapere chi siamo.
Il problema della convivenza con gli altri invece è oggi condizionato dai fenomeni migratori, per cui dobbiamo imparare a convivere con l’altro da noi, che non è cosa facile. E infine c’è il mondo digitale: i ragazzi oggi non si incontrano più, eppure sono sempre connessi, con una modalità nella quale il corpo sostanzialmente sparisce e la connessione diventa un incremento esponenziale della convivenza: non si convive perché si è connessi.
Convivenza è condivisione di ideali, di modalità di stare al mondo, anche modi di ridere, di scherzare, di lavorare, lo stare insieme è convivenza, mentre attraverso il Web non si sta insieme, ma si comunicano a distanza i propri gusti, le proprie identità, magari anche false.
SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:
"CONOSCI TE STESSO". "ECCE HOMO. Come si diventa ciò che si è". Una bella e limpida discussione tra U. Galimberti ed E. Scalfari, ma ancora in un orizzonte "pre-copernicano" e "pre-fachinelliano".
NUOVO REALISMO: LA LEZIONE DI DANTE, OGGI. CONOSCERE SE STESSI E CHIARIRSI LE IDEE, PER CARITÀ!