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Natura e Cultura

I NOSTRI "PADRI" E LE NOSTRE "MADRI" COSTITUENTI. LA PROPOSTA DI LEGGE SUL COGNOME E LA NOSTRA IDENTITA’ - UMANA E COSTITUZIONALE. Un commento di Massimo Livi Bacci - a cura del prof. Federico La Sala.

lunedì 4 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] La legge italiana prevede saggiamente
che la donna sposata
conservi il suo cognome.
Sembra sensato sperare che
rafforzi la propria saggezza, disponendo
che ai figli vengano
trasmessi, come è giusto, entrambi
i cognomi. E che l’ordine
sia fisso, e una volta per tutte
si decida se si vuol stare dalla
parte degli spagnoli o dei portoghesi,
dando il primo posto al
cognome del padre come è tradizione
dei fieri castigliani o cedendo
cortesemente il passo
alla madre secondo l’amabile
usanza (...)

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> I NOSTRI "PADRI" E LE NOSTRE "MADRI" COSTITUENTI. LA PROPOSTA DI LEGGE SUL COGNOME E LA NOSTRA IDENTITA’ - UMANA E COSTITUZIONALE. --- La Cassazione dà un’altra picconata all’impianto giuridico che impedisce alle mamme di dare il proprio cognome ai figli. Dopo essersi già pronunciata in tal senso nel 2006, ora la Corte Suprema spezza un’altra lancia a favore dell’attribuzione del cognome materno ai figli legittimi nel caso in cui i genitori, concordemente, abbiano questo desiderio.

martedì 23 settembre 2008


-  Cognome dei figli, Cassazione in pressing
-  "Garantire i diritti delle mamme"

ROMA - La Cassazione dà un’altra picconata all’impianto giuridico che impedisce alle mamme di dare il proprio cognome ai figli. Dopo essersi già pronunciata in tal senso nel 2006, ora la Corte Suprema spezza un’altra lancia a favore dell’attribuzione del cognome materno ai figli legittimi nel caso in cui i genitori, concordemente, abbiano questo desiderio. La nuova sentenza emessa dalla Prima Sezione Civile stabilisce infatti che in seguito all’approvazione, il 13 dicembre 2007, del Trattato di Lisbona (che ha modificato il trattato sull’Unione europea e quello istitutivo della Cee) anche l’Italia, come tutti i 27 stati membri, ha il dovere di uniformarsi ai principi fondamentali della Carta dei diritti Ue tra i quali il divieto "di ogni discriminazione fondata sul sesso".

Ma mentre nel 2006 la Cassazione si era limitata ad un appello al Parlamento affinché con una legge consentisse l’adozione del cognome materno, adesso i magistrati di Piazza Cavour dicono di essere pronti - proprio in forza della novità costituita dal Trattato di Lisbona - a rimuovere, disapplicandole, o avviando gli atti alla Consulta, le norme italiane in contrasto con i principi del Trattato.

* la Repubblica, 23 settembre 2008


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