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Questione antropologica!!!

DONNE E UOMINI, CITTADINE E CITTADINI: I SOGGETTI SONO DUE, E TUTTO E’ DA RIPENSARE. La lettera di Veronica Lario a Silvio Berlusconi: una lezione per tutti e per tutte!!! Al di lą della strumentalitą dell’iniziativa, la "caduta del muro" tra il Personale e il Politico mostra "il re nudo" e l’inganno e la trappola del politico mentitore: "Forza Italia" non č Forza ... ITALIA!!!

«Veronica Lario non č sola. Siamo almeno 50 milioni di italiani che dovrebbero pretendere delle scuse pubbliche da Silvio Berlusconi»(Roberto Benigni, striscia rossa de l’Unitą, 2 febbraio).
sabato 3 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[..] scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si č lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: " ... se non fossi gią sposato la sposerei subito" "con te andrei ovunque".
Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignitą, affermazioni che per l’etą, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli (...)

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> La lettera di Veronica Lario a Silvio Berlusconi: una lezione per tutti e per tutte!!!

giovedì 1 febbraio 2007

Telegatta mammona

di Norma Rangeri (il manifesto, 1 febbraio 2007).

La moglie del leader del centrodestra scrive una lettera al maggior quotidiano di centrosinistra per chieder conto al marito di qualche battuta di troppo pronunciata ad una cena dei Telegatti. Dopo ventisette anni di matrimonio, improvvisamente, Veronica Lario scopre che il modello culturale rappresentato dal coniuge č nutrito di dosi massicce di maschilismo, offensivo per lei, per i figli. E pretende pubbliche scuse alzando la bandiera femminista dell’intreccio politico tra rapporti privati e comportamenti pubblici, tra sesso e politica.

C’č qualcosa che non quadra, ma di sicuro non si tratta di gossip da bar sport. Per le modalitą dell’esternazione, l’atto clamoroso dell’ex first lady ha una valenza politica. A qual fine si vedrą.

Troppe tette e culi sono passati sotto i baffi del Telegattomammone per alzare ora il sopracciglio dell’orgoglio ferito. La politica vola rasoterra da molti anni, appesantita dalla zavorra culturale del berlusconismo. Una filosofia di vita (arricchitevi) alimentata quotidianamente, e negli anni, dall’abbuffata televisiva di una classe dirigente perennemente in fila per sedersi sulle poltroncine di Porta a Porta. Il dibattito sulle tasse accompagnato dalla chitarra del maestro Apicella, la polemica sulle coppie di fatto impreziosita dalle tette di Aida Yespica, onorevoli rappresentanti del popolo che vanno a prendere le torte in faccia al Bagaglino, secondo l’antica lezione andreottiana di sempre: č lo specchio di un’Italia affratellata dal celodurismo sbruffone che ha nutrito generazioni di governanti e governati senza soluzione di continuitą dai tempi del regime democristiano.

Il grande comunicatore ha ipnotizzato l’opposizione diventando paradigma del consenso. Gli apprendisti stregoni si sono moltiplicati, Rai e Mediaset sono diventate indistinguibili, un unico palinsesto ha soffocato il paese. Quando, nel ’96, vinse l’Ulivo di Romano Prodi, la speranza di un cambiamento svanģ in un profluvio di carrambate, omologhe al pensiero unico di un bipolarismo posticcio, fatto apposta per mascherare un sistema unico di valori e cultura (tele-vaticano, tele-famiglia, tele-patria, tele-guerra).

In questi giorni si č acceso il dibattito sulla legge di riforma del duopolio televisivo, con le sorprendenti opinioni del presidente Catricalą verso i timidi tentativi del governo di porre un tetto al monopolio pubblicitario di Mediaset. Come se il feudalesimo made in Italy, recentemente scoperto dalle indagini sociologiche, non fosse diretta conseguenza di uno strapotere economico che ha plasmato il sistema mediatico, profittando del nanismo della carta stampata, intasando le vie di una libera informazione di massa.

Le scuse di Silvio a Veronica sono arrivate in poche ore a stretto giro di posta («scusami, te ne prego»). Il modello del reality si č riprodotto nei telegiornali della sera. Ma per le scuse al paese si prevedono tempi pił lunghi.


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