OMICIDIO RACITI
Il minorenne indagato: "Sono innocente, ma non rispondo ". Il ragazzo ai magistrati: "Tanto non mi credete"
CATANIA«Io continuo a professarmi innocente, ma è inutile parlare perché nell’ordinanza ho letto che non avete preso in considerazione le tesi a mia discolpa. Allora preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere». È quanto dichiarato ai magistrati dal 17enne accusato di avere provocato la morte dell’ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, secondo ciò che riferisce l’avvocato Giuseppe Lipera, nel giorno in cui era previsto l’interrogatorio di garanzia nella sezione minorile nel carcere di Bicocca. Presente anche il padre. Ad ascoltare il giovane il gip Alessandra Chierego e i pm Angelo Busacca e Silvia Vassallo.
Il minore doveva spiegare ai magistrati le sue responsabilità in ordine ai disordini del 2 febbraio, in occasione del derby Catania-Palermo. Lo scorso 27 febbraio il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali del giovane, convalidando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza e resistenza a pubblico ufficiale firmata dal Gip Alessandra Chierego.
Il legale ha già deciso di ricorrere in Cassazione contro questa decisione, sottolineando «la disparità di valutazione con il Tribunale del riesame ordinario che per i giovani maggiorenni incensurati ha disposto gli arresti domiciliari o l’immediato rilascio».
* La Stampa, 03/3/2007 (12:52)