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Buona notizia, eu-angelo... ed eu-politica

MONSIGNOR LUIGI BETTAZZI, VESCOVO EMERITO DI IVREA. Sulle coppie di fatto, i "Dico", la "Pacs-ia" vaticana, e altri temi in un’intervista di Diego Novelli - a cura di pfls

Anche noi in fondo nei conventi siamo persone dello stesso sesso che vivono insieme
venerdì 13 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] C’è un documento Cei del 1981, che è un’isola, perché dice che bisogna cominciare dagli ultimi; ma in seguito non se n’è tenuto molto conto. Questo anche perché si è fortemente condizionati dall’opinione pubblica, che non è fatta dagli ultimi, ma dai mezzi di comunicazione di massa che sono in mano ai potenti, i quali hanno l’abilità di presentare delle motivazioni anche umanistiche per quelli che sono i propri interessi. Basti pensare a chi dice di fare la guerra per portare la (...)

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> MONSIGNOR LUIGI BETTAZZI, VESCOVO EMERITO DI IVREA. ---- Il governo di “mamòna” e il cardinale Bertone (di Luigi Bettazzi - Dagli amici ...).

mercoledì 4 agosto 2010


-  Dagli amici...

-  di mons. Luigi Bettazzi (vescovo emerito di Ivrea )

-  “mosaicodipace” , 03.08. 2010

Dagli amici mi guardi Dio”, così dicevano gli antichi, aggiungendo poi “che dai nemici mi guardo io!”, per significare come talora sono proprio quelli che tu consideri amici a combinarti dei guai. Il card. Bertone, Segretario di Stato del Papa, è troppo buono per averlo pensato quando ha visto lo scalpore che ha suscitato la notizia della cena in casa del giornalista televisivo Vespa, a cui hanno partecipato anche il Presidente del Consiglio, on. Berlusconi, e il Presidente dell’UDC, on. Casini.

I giornali non si sono soffermati sul singolare gesto di cortesia del card. Bertone verso il noto giornalista, che festeggiava cinquant’anni di giornalismo, né hanno pensato che il cardinale, se pur sapeva chi erano i commensali, doveva aver ricevuto l’assicurazione che l’incontro sarebbe rimasto assolutamente privato. Forse avrebbero potuto sospettare che, per i buoni uffici dell’on. Letta, che è “gentiluomo di Sua Santità” e quindi gode di notevoli entrature in Vaticano, avrebbe potuto assistere a una specie di riconciliazione dell’on. Casini - che, nonostante le sue vicende personali, viene considerato come un tutore della dottrina della Chiesa nella vita politica italiana - con l’on. Berlusconi, che, al di là anche lui delle sue vicende personali, è oggi in qualche difficoltà per le riserve che nel suo stesso partito si pongono ad alcune leggi giudicate di interesse troppo personale e quindi lesive della nozione diffusa della legalità. Ma questo intento, che sarebbe già in qualche modo politico, ma pur sempre di riconciliazione, quindi di ispirazione evangelica, viene scavalcato da chi ritiene invece si tratti di una sponsorizzazione del governo Berlusconi, come il garante dei principi cristiani “non negoziabili”, quali la vita dall’inizio alla fine o la famiglia e l’attività della Chiesa.

È vero che - almeno a parole - il governo mostra di allinearsi ai principi della dottrina della Chiesa, e oggi la gente più che guardare ai comportamenti dei governanti - anche nella loro vita privata - si lascia guidare dalla televisione, che è il messaggero ideologico odierno e che - in Italia - è a stragrande maggioranza portavoce del Governo; ma occorre anche tenere conto che, se la qualifica del cristiano è la carità, la sua formula attuale - al dire di papa Giovanni Paolo II nella Enciclica Sollicitudo rei socialis - è la solidarietà; cosicché non può dirsi veramente cristiano chi - singolo o governo - non promuova e viva la solidarietà.

Ora, se guardiamo alle attività di questo governo, dobbiamo concludere quanto esso sia contraddittorio con questa veramente “non negoziabile” qualifica del cristiano, dal rifiuto degli immigrati, costretti a tornare nelle inumane carceri libiche quando non nelle patrie da cui sono fuggiti in quanto perseguitati politici, alle politiche economiche, che privilegiano i benestanti - tra cui loro, i politici - e rendono sempre più difficile la vita delle famiglie normali e sempre più precario il lavoro, in particolare per i giovani.

Ma è soprattutto l’impressione che viene data - ed è deleteria soprattutto per i giovani - che quello che conta non sia compiere il proprio dovere, essere onesti, contribuire al “bene comune” (pur senza trascurare il “bene individuale”), ma sia invece arraffare più che si può, appoggiandosi ai politici, corrompendo amministratori e - possibilmente - anche magistrati, e collegandosi anche con organizzazioni criminali, soprattutto con quelle più “coperte”. E questo è totalmente diseducativo perché corrode lentamente tutte le strutture morali, al di là addirittura delle battaglie per la vita, nelle quali la prospettiva è chiara e nessuno è obbligato a prendere posizioni che veda chiaramente contrastare le proprie convinzioni. Il Signore Gesù ha messo in guardia da questa scelta di “mamòna”, parola aramaica che traduciamo con “ricchezza” ma che vi aggiunge la sete di potere, e che Gesù pone come la vera alternativa a sé: “O Dio o mamòna”.

Purtroppo il nostro mondo occidentale (e anche il nostro italiano) è impregnato di “mamòna”, e per questo sta perdendo la fede. Credo che pensare a una sponsorizzazione così esplicita della Chiesa a un governo di “mamòna” potrebbe al massimo venire considerato come la scelta di un “male minore”, che dovrebbe comunque essere accompagnata dalla percezione del male in questione e dalla responsabilità degli operatori a rinunciare a quanto costituisce il male. Gesù non disdegnava i pubblicani e le peccatrici, ma cercava di far cambiare loro vita, come fece con Matteo e Zaccheo e con la Maddalena e l’adultera...

Chissà che dagli incontri con il card. Bertone non nascano spinte a “cambiare vita”, per rendere la politica più trasparente, più onesta... sì, anche più cristiana!


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