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"Gomorra": Campania ... Infelice!!!

A DIFESA DELL’OASI FAUNISTICA DI PERSANO E DEL FIUME SELE: SIAMO TUTTI CITTADINI E CITTADINE DI SERRE (SA)!!! CONTRO UNA CIVICA LUNGA MOBILITAZIONE GENERALE, BERTOLASO INSISTE ANCORA PER LA MEGA DISCARICA!!! SCONTRI A SERRE - a cura di pfls

sabato 12 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
ANSA: 12.05.2007- 15:36
RIFIUTI: SCONTRI A SERRE TRA POLIZIA E MANIFESTANTI *
NAPOLI - Scontri si sono verificati questa mattina a Serre, nel Salernitano, quando le forze dell’ordine hanno sfondato il blocco costituito dai manifestanti per impedire l’accesso nell’area dove dovrà essere realizzata una delle quattro discariche indicate nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri per fronteggiare la grave emergenza rifiuti in Campania.
Tre persone sono rimaste contuse e sono (...)

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> A DIFESA DELL’OASI FAUNISTICA DI PERSANO E DEL FIUME SELE: SIAMO TUTTI CITTADINI E CITTADINE DI SERRE (SA)!!! CONTRO UNA CIVICA LUNGA MOBILITAZIONE GENERALE, BERTOLASO INSISTE ANCORA PER LA MEGA DISCARICA!!! SCONTRI A SERRE - a cura di pfls

venerdì 10 agosto 2007

EMERGENZA AMBIENTE

-  C’è il rischio di un disastro ambientale, ma l’area era stata scelta dopo le proteste degli abitanti contro quella individuata da Guido
-  Bertolaso nella cava d’argilla di Valle della Masseria

Rifiuti, sequestro per la discarica di Macchia Soprana

È urgente la messa in sicurezza del sito di stoccaggio salernitano

Da Roma Antonio Maria Mira (Avvenire, 10.08.2007)

Un disastro ambientale annunciato. Due giorni fa i carabinieri del Noe di Salerno, su disposizione della procura di Salerno, hanno sequestrato il sito di stoccaggio provvisorio di Macchia Soprana nel comune di Serre. Si potrà continuare a scaricare i rifiuti (è l’unico impianto aperto in Campania oltre alla discarica di Lo Uttaro nel casertano) ma mettendo in sicurezza l’intera area per evitare disastri ecologici. Secondo un’informativa dei carabinieri, infatti, nell’area mancherebbro i requisiti di sicurezza. Disastri comunque più che prevedibili. Sette ettari di bosco rasi a zero, 260mila metri cubi di terreno da portare via, una nuova strada da costruire tagliando altri alberi. E perfino una pianta rarissima a rischio di sopravvivenza. Il tutto ad appena un chilometro e mezzo dal fiume Sele. Un disastro ambientale sicuro per scongiurarne uno presunto. Il sito di stoccaggio provvisorio di Macchia Soprana è entrato in funzione un mese fa ed entro la metà di settembre dovrà essere pronta anche la discarica vera e propria. Ma a che prezzo ambientale. E anche economico.

Sito e discarica costeranno più di 13 milioni di euro, quattro volte il costo di altre discariche in Campania. Eppure questo sito era stato scelto dopo le proteste della popolazione di Serre, guidata dal sindaco, contro il sito individuato dall’allora commissario Bertolaso nella grande cava di argilla di Valle della Masseria. La parola d’ordine, sostenuta da una parte del mondo ambientalista, da politici regionali e nazionali e perfino dal ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, era che quel sito era inadatto, proprio per questioni ambientali, ad ospitare una discarica. Troppo vicino, si diceva al Sele e all’oasi del Wwf. Così il comune fece la proposta di Macchia Soprana, dove già esisteva una vecchia piccola discarica da bonificare.

Ma che altro può esserci in un luogo chiamato Macchia Soprana? Un bosco, appunto, un bel bosco di querce di ben 100 ettari. Uno degli ultimi della zona. Ma si è andati avanti lo stesso. Bertolaso, contrario al progetto, si è tirato fuori lasciando tutta la responsabilità alla provincia e al ministero dell’Ambiente, e anzi proprio da quella vicenda è cominciata a maturare la decisione di dimettersi. Così il progetto è stato affidato alla Fondazione Universitaria dell’Università di Salerno. Costo 260mila euro. Solo una parte dell’enorme spesa per questa discarica: 7.360.795 euro ai quali andranno aggiunti 3.409.532 per impianto di biogas, copertura definitiva e ripristino ambientale e altri 2.789.892 per il sito di stoccaggio provvisorio. Cifre incredibili. Basti pensare che la discarica di Lo Uttaro, in provincia di Caserta, l’unica attualmente in funzione in Campania, è costata poco più di 3 milioni di euro. Ma forse non basteranno neanche 13 milioni. Infatti tra bonifica della vecchia discarica, nuovi impianti e strade, si potrebbe arrivare a 40 milioni. Un vero pozzo senza fondo.

Ma perchè costi così alti? A spiegarlo è la stessa relazione dell’Università. "La discarica di Macchia Soprana ha costo di realizzazione superiore ai valori medi per metro cubo di rifiuto, in riferimento alla complessità di intervento connessa alla necessità di rilevanti volumi di sbancamento ed alle onerose caratteristiche di tutela dei sistemi ambientali". Ma per capire ancora di più questo vero assurdo ambientale è utile leggere i verbali delle Conferenze di Servizi che si sono svolte al ministero dell’Ambiente il 5 e il 7 giugno. Neanche la presenza di una pianta rarissima fa cambiare idea. Si tratta della Carex grioletii che in Campania si trova solo in altre due località. Ebbene di fronte all’allarme lanciato dagli esperti, il massimo che si concede è di spostare il limite inferiore della discarica. Come se pochi metri possano garantire la sua sopravvivenza.

Gli alberi, invece, vanno tagliati e basta. E per farlo si usa una vecchia autorizzazione che il comune aveva ottenuto il 3 marzo 2006 dalla Regione Campania. Ma che riguardava la c onversione del bosco da ceduo ad alto fusto. "La particella in esame - si legge nel documento allegato al verbale - deve essere sottoposta a conversione previo diradamento di tipo basso con eliminazione delle piante sub-dominanti e dominate con rilascio di 600 piante matricine per ettaro e di 1 o 2 polloni sulle ceppaie esistenti". E il bosco sarebbe migliorato. Invece ora, come si legge nel verbale, "il progetto prevede la completa eliminazione del bosco". Altro che conversione. E oltre al danno c’è anche la spesa: il taglio, infatti, costerà ben 24.960 euro. Eppure questa, come si legge nel verbale, è un’area "soggetta a vincolo forestale e naturalistico". Anche perchè "il bosco copre il versante dal crinale fino al fiume e contribuisce quindi in modo significativo alla stabilità del versante e ai processi di fitodepurazione delle acque".

C’è poi la questione dello sbancamento. Infatti mentre Valle della Masseria era una cava, già pronta per ospitare i rifiuti, Macchia Soprana è invece una collina. Sempre i professori scrivono che il sito "presenta una complessa morfologia che lo rende non facilmente accessibile. Tale condizione comporta una seria difficoltà per la realizzazione della discarica in riferimento agli importanti volumi di scavo che risultano conseguentemente necessari". Per far posto, dunque, la collina va spianata portando via 260mila metri cubi di terra. E più si scava e più ci si avvicina alla falda acquifera la cui presenza viene segnalata dai professori. Eppure il ministro Pecoraro Scanio ha addirittura proposto di ampliare la discarica dai previsti 700mila a un milione di tonnellate. Come trovare spazio? O tagliando altro bosco e scavando ancora.

Disastro su disastro.

Ma non basta. Diversamente da Valle della Masseria, che essendo una cava di argilla, era già impermeabile, qui il fondo andrà impermeabilizzato con argilla portata da fuori e teli in materiale plastico speciale per impedire che il percolato prodotto dai rifiuti arrivi alla falda o, scorrendo nel terreno in pendio (Valle della Masseria è invece in piano), arrivi fino al Sele. Già perchè il paventato rischio del sito scelto precedentemente, cioè il fiume a 750 metri, è stato solo spostato di altri 750 metri. E poi, lo ripetiamo, c’è la forte pendenza, proprio verso il fiume. Problemi confermati nella Conferenza di Servizi del 5 giugno, quando i progettisti spiegano che ritengono necessari 120 giorni per la realizzazione della discarica. "La difficoltà sostanziale di realizzazione in tempi più brevi è relativa alla movimentazione del materiale di scavo e dell’argilla da porre in sito".

Ma tutto questo sembra non interessare al sindaco che, come uniche condizioni, chiede l’abbandono definitivo di Valle della Masseria anche per il sito di stoccaggio provvisorio e «l’assoluta necessità, come "conditio sine qua non" di realizzare una viabilità di accesso al sito di Macchia Soprana alternativa all’unica via di accesso costituita dalla strada comunale Fontana della Noce». Questo «per impedire o limitare il previsto notevole flusso veicolare per una strada circondata da abitazioni private ed inadatta alla circolazione dei mezzi pesanti». Cosa che non sarebbe accaduto a Valle della Masseria che è invece molto ben collegata. E allora via libera alla realizzazione di una nuova strada di 1040 metri con careggiata di 5 metri che, avvertono i professori, "richiede però la necessità del taglio di alberi di medio fusto".


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