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Al di là dello specchio...

LEGGERE NELLA MENTE DEGLI ALTRI. Le cose non sono così semplici. Ammonendo il suo interlocutore Sherlock Holmes affermava: «I risultati migliori, ispettore, li avrà mettendosi sempre nei panni dell’altro, pensando a ciò che avrebbe fatto se fosse stato in lui. Occorre un po’ di fantasia, ma ne vale la pena» - a cura di pfls.

mercoledì 21 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nelle Affinità elettive Goethe immagina gli effetti che avrebbe sulle relazioni sociali il potere osservare, attraverso una finestrella posta sulla fronte delle persone, i loro pensieri. La vita ordinaria sarebbe molto diversa da quella a cui siamo abituati, anche se non necessariamente migliore. Molte relazioni interpersonali, come quelle informate dalla competitività, sono possibili proprio grazie al fatto che le intenzioni altrui sono parzialmente opache. Inoltre, certe volte la (...)

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> LEGGERE NELLA MENTE DEGLI ALTRI. ---- I militari Usa non grideranno più... un sofisticato elmetto in grado di leggere i pensieri delle persone e trasmetterli via onde radio.

martedì 23 settembre 2008


-  L’esercito ha investito quattro milioni di dollari per arrivare,
-  nel giro di qualche anno, a mettere a punto un elmetto speciale

-  I militari Usa non grideranno più
-  "Comunicheranno col pensiero"

-  Sarà in grado di trasformare le onde cerebrali in comunicazioni radio
-  che possono essere mandate ad altri soldati o al comando

-  di LUIGI BIGNAMI *

TRA QUALCHE ANNO molte azioni militari, soprattutto quelle che richiedono sorpresa e dunque silenzio assoluto, potranno svolgersi senza che alcuno emetta un parola o un ordine vocale o un segnale con il corpo, che a volte può essere male interpretato. Ma i militari comunque, si muoveranno con estrema sincronia, come guidati da una voce invisibile. Nessun comando ad alta voce, dunque, ma gli ordini arriveranno comunque precisi e chiari alle orecchie dei militari in azione. Non è la descrizione di un corpo militare da fantascienza, ma quanto si promette la US Army per i propri soldati che saranno impegnati in azioni particolarmente pericolose e complesse.

A permettere tutto ciò sarà un sofisticato elmetto in grado di leggere i pensieri delle persone e trasmetterli via onde radio. Queste, una volta raggiunto gli elmetti dei propri compagni, verranno "tradotte" in parole udibile e comunicate attraverso un auricolare.

La US Army ha dato il via ad una ricerca tecnologica con un budget da 4 milioni di dollari, che è stata affidata ad un gruppo di università americane (Università della California a Irvine, l’Università Carnegie Mellon e l’Università del Maryland), per giungere, nell’arco di alcuni anni, ad uno strumento con queste caratteristiche. I ricercatori sostengono che, realisticamente, i militari potranno scendere sul campo di battaglia con simili elmetti entro un decennio, anche se la tecnologia per tutto ciò è già alla portata di mano.

Gli stessi ricercatori, infatti, hanno lavorato a lungo su altre interfacce cervello-computer che, ad esempio, ha portato alla società "Emotiv System", alla messa a punto di un sistema basato sulle onde cerebrali per guidare sofisticati videogiochi che entreranno in commercio a partire dalla prossima estate.

Gli elmetti per i soldati tuttavia, saranno molto più sofisticati rispetto ai sistemi utilizzati per i videogiochi, perché le comunicazioni dei dati tra cervello e computer dovrà essere molto più sofisticata. L’elmetto infatti, sarà composto da 128 sensori che saranno in grado di riconoscere frasi chiare e ben definite che già oggi vengono utilizzate durante le azioni militari. La chiave di tutto ciò sta nel realizzare in piccolissimo computer in grado di leggere un elettroencefalogramma che sarà diverso per ogni frase pensata e quando il soldato sarà sul punto di emettere la parola dalla bocca il computer trasformerà il pensiero in onda radio e la diffonderà.

Ma poiché il cervello è una sofisticatissima macchina, ci vorrà anche da parte dei militari un training molto sofisticato. Essi infatti, dovranno imparare a "non pensare" le frasi chiave quando non sono necessarie, mentre le dovranno pensare chiaramente quando saranno necessarie. E i computer degli elmetti dovranno essere così avanzati da capire quali saranno le frasi da inviare e quali no. In un primo momento la voce che giungerà ai soldati sarà robotizzata, ma in un secondo tempo giungerà con la stessa modulazione di colui che l’ha formulata e inviata.

Ma non c’è il pericolo che ponendo sulla testa di una persona un simile elmetto si riesca a leggere il suo pensiero? "No - risponde Elmar Schmeisser, un neuroscienziato dell’esercito americano che segue il progetto - perché le comunicazioni tra cervello e computer possono sussistere solo se c’è la collaborazione di chi intende comunicare, altrimenti è impossibile leggere il pensiero di chiunque".

Ovviamente le applicazioni in campo civile, se mai verranno concesse, potranno essere di grande beneficio, basti pensare al fatto che tali elmetti potranno permette di comunicare con persone impossibilitate a parlare, con frasi e concetti che con il tempo potranno via via diventare sempre più complessi.

* la Repubblica, 23 settembre 2008


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