Il premier consegna a Veltroni il "suo" partito: "Abbiamo fatto una rivoluzione democratica"
Più di tremila persone nel padiglione 16 della Fiera di Milano.
Romano e Walter: "Mi fido di te"
Parte il Pd tra promesse e scadenze
Veltroni: "Avanti con le riforme, poi la legge elettorale. Il sostegno convinto e deciso del Pd al governo"
di CLAUDIA FUSANI *
Tocca al premier, che è il presidente del Pd, salutare i costituenti "l’assemblea più bella che si potesse immaginare, la vera risposta all’antipolitica". Il suo discorso non può prescindere dall’analisi dello stato di salute del governo. Bene, il governo è, secondo Prodi, "molto meno a rischio di quanto si pensi. Stiamo pagando in termini di popolarità perché vogliamo fare le riforme. Ma le faremo, perché questo ci chiedono gli italiani e di questo ha bisogno il paese". Anzi, il Pd "con la sua unità e il motore riformista rende ancora più forte il governo".
E’ un Prodi combattivo e guerriero quello che parla in mezzo a tappeti di prato verde. Qualche delegato è stupito: "Ehi, ma che ha fatto, ha preso qualcosa?" scherzano alcuni costituenti toscani. E’ un premier che conia acronimi inattesi, come TEP, "tutto eccetto Prodi", cioè "un imminente e indefinito accadimento" che dovrebbe togliere di mezzo lui e il suo governo.
"Invece - insiste il premier - mi spiace deludere questi serpenti di mare che si agitano da mesi, io sono qui e resto qui. Il mio orizzonte è la fine della legislatura, per me una responsabilità etica e politica". Quindi avanti con le riforme e con la nuova legge elettorale. La sua ricetta prevede "un bipolarismo moderno, dove l’alternanza non sia occasione di scontro e questo vuol dire ispirazione maggioritaria".
* La Repubblica, 27.010.2007 - ripresa parziale.