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Cultura

VATTIMO-RORTY E IL DIO CRISTIANO. Il futuro della religione, due filosofi dialogano sul destino della fede - di Umberto Galimberti.

lunedì 30 maggio 2005 di Emiliano Morrone
[...] Vattimo dice che “La religione non è morta. Dio è ancora in circolazione”, ma quale religione, quale Dio? La religione cristiana e il Dio cristiano naturalmente, ma depurati l’una e l’altro da quello spessore metafisico che non il Cristianesimo, ma l’ontologia greca ha attribuito a Dio, conferendogli una sostanza e una realtà, al di là di tutte le possibili interpretazioni, da cui discende una verità assoluta che nessuna opinione umana può mettere in discussione. Questo (...)

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> Il futuro della religione*, due filosofi dialogano sul destino della fede

mercoledì 1 giugno 2005

IL MIO "DIO" NON E’ MENO RISPETTABILE DEL TUO....

Caro Biasi Il Suo commento all rec. del lavoro di Vattimo e Rorty - se me lo consente (e rispondo solo a mio titolo assolutamente personale) - non coglie (a mio parere) il nodo della questione: dire che il popolo cristiano (che poi a quanto pare è solo quello cattolico-romano) “riconosce la presenza particolarissima di Dio in mezzo a lui” significa poco e nulla (per quanto molto nella situazione locale italiana). E che diciamo del popolo dei “fratelli maggiori” e del popolo di tutti gli altri fratelli? Che non hanno Dio in mezzo a loro? O, ancora - per scendere nel concreto della nostra società - che il Dio dei cittadini non-cattolici e delle cittadine non-cattoliche sia meno rispettabile del "Dio" della Chiesa cattolica? Per ricordare:tenga presente che recentemente c’è stata una Sentenza della Cassazione (Corte Costituzionale) che ha riaffermato i principi dell’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di religione e dell’eguale libertà di tutte le religioni davanti alla legge (artt. 3 e 8 della nostra Costituzione) e illegittimo l’articolo 403 del codice penale che sanzionava più pesantemente le ingiurie al cattolicesimo. Allora, come può capire, la questione è un po’ più complessa e ... non è affatto divertente o ridicolo sia quanto scrive Galimberti sia quanto dicono Vattimo e Rorty. E, al contrario, ritengo sia - soprattutto per i cattoli e soprattutto per i cittadini italiani cattolici riflettere di più (con o senza il contributo di Vattimo e Rorty - se si vuole) sul problema. Credo che Galimberti abbia ben riassunto i termini: “La religione, come evento radicato nell’interiorità dell’uomo e che ha come suoi parametri di riferimento il dialogo e la carità, per Vattimo e Rorty ha ancora un futuro. Quanto alla Chiesa: o accoglie l’invito dell’ermeneutica e allora si dissolve in qualcosa che a mio parere assomiglia al protestantesimo, oppure, per evitare questo dissolvimento, mantiene l’attuale posizione metafisica. In questo caso non ha altra alternativa che risolversi in fondamentalismo e, in questa veste, opponendosi agli altri fondamentalismi, in contrasto con il messaggio evangelico, non può che alimentare la guerra”. Quale la via di uscita? Credo che stia a noi avere idee chiare e decidere (se vuole, nello spirito di Pascal): cosa vogliamo? Dialogo, carità ... e Verità? O Guerra? Ad ogni modo (se me lo consente - ancora) tenga presente, che c’è la sua verità, la mia verità, e la Verità (come la Lingua - il Logos) che sta in mezzo a noi, sopra di noi ... Se apriamo gli occhi e la mente, possiamo accedervi e dialogare e riconoscerci .... Altrimenti non ci si vede proprio. O no? Federico La Sala


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