[...] L’otto marzo? Sembra uno sberleffo, un cattivo
gusto festeggiare la donna con un carnevale, un
rodeo di immagini, di associazioni psicologiche,
di realtà dissociate e improbabili, una palestra di
acrobazie linguistiche, affabulatorie orientate al
riso sguaiato, liberatorio solo nel senso dello svuotamento
di sé. Ma forse l’otto marzo merita questo
sberleffo della Braidense, perché la retorica delle
mimose ha reso grottesca anche l’utopia del sesso
liberato, con questa idea che il (...)
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