Trovo sconvolgente pensare che il Papa che ha scritto l’enciclica "Deus caritas est" possa così incoerentemente bollare le posizioni di Sobrino, uno che la fratellanza della carità la vive ogni giorno "in trincea". A questo punto credo inquietante pensare che esista una Carità aulica, regale e romano-curiale che la chiesa "in officiis" dispensa a suo piacimento canonizzando un simpatizzante del regime franchista o stringendo la mano ad assassini conclamati (PInochet) per mere ragioni di potere, e una carità piccola e tisica, di serie "b", scomoda perché maleodorante, sporca e puzzolente di sudore di povera gente che muore perché nessuno è disposto ad ascoltare le sue ragioni, a parte quel povero utopista nato a Nazareth, morto in croce in primis per i dannati della terra e che il sinedrio romano tradisce quotidianamente nel suo delirio di onnipotenza. Ritengo illuminante una rilettura di quel racconto di Dostojevskij intitolato "la leggenda del grande inquisitore" che è contenuto nei Fratelli Karamazov. Speriamo sul serio che, di questo passo, non venga scomunicato anche il poverello di Assisi!(che non a caso era uno che dei poveri aveva fatto il puntello di tutto il suo apostolato). Mala tempora currunt!
Lux