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Governo

SCUOLA: IL 4 giugno SCIOPERO GENERALE. STATALI, IL 1° GIUGNO. TUTTI PER IL CONTRATTO DI LAVORO. ACCORDO FATTO. SCIOPERO REVOCATO - a cura di pfls

E’ stata firmata nella notte l’intesa a Palazzo Chigi tra il governo e i tre leader sindacali di CGIL, CISL ed UIL
martedì 29 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il malessere della scuola che culmina con lo sciopero viene da lontano. In questi ultimi mesi insegnanti, dirigenti scolastici, alunni e genitori hanno dovuto fronteggiare emergenze di ogni tipo. Dal taglio ai finanziamenti a quello degli organici, dall’impossibilità di nominare e pagare i supplenti per mancanza di fondi alla carenza degli spessi per i commissari della maturità, solo per citare quelle che hanno messo maggiormente in difficoltà gli operatori della scuola. "Le scuole (...)

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> SCUOLA: IL 16 APRILE SCIOPERO GENERALE. MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA - a cura di pfls

mercoledì 14 marzo 2007

Scuola, sciopero il 16 aprile. Giordano (Prc): manifesterò *

«Io sosterrò lo sciopero della scuola, sarò alla manifestazione per chiedere al governo esattamente quello che chiedono i sindacati». Lo ha dichiarato il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano, ospite questa mattina negli studi di Radio Bbs Popolare Network. A proposito della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti della scuola, Giordano si è mostrato convinto che «sulla scuola noi dobbiamo accelerare di più il mutamento e la cancellazione nei fatti della legge Moratti». Fallito lunedì il tentativo di conciliazione al ministero della Pubblica Istruzione previsto dalla legge, i sindacati di categoria avevano, infatti, confermato lo sciopero nazionale della scuola per il 16 aprile.

La protesta (che in un primo momento era stata annunciata per il 13 aprile) sarà accompagnata da una manifestazione nazionale ed è stata decisa a sostegno della richiesta di rinnovo del contratto di lavoro del settore. «Dobbiamo contemporaneamente - ha proseguito il segretario del Prc - determinare le condizioni per un’effettiva e rapida regolarizzazione dei precari della scuola». Comunque sulla eventuale partecipazione dei ministri al corteo dei sindacati, infine, Giordano è di diverso avviso. «Penso che quando ci sono manifestazioni contro il governo, per questioni di stile, è meglio - ha affermato - che i ministri non vadano».

«Non sono state date risposte - aveva spiegato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - alle nostre specifiche rivendicazioni in merito alla certificazione delle risorse, finalizzate alla valorizzazione del personale docente e Ata, previste da precise norme di legge». Ma non solo. Elencando, punto per punto, i motivi delllo sciopero i sindacati spiegano che un ruolo determinante lo ha avuto il mancato accordo sull’apertura del tavolo contrattuale , così come il confronto sul memorandum sulla scuola, «che non è avvenuto, per rilanciare il ruolo centrale della scuola pubblica per lo sviluppo e la coesione del Paese».

A questo punto, «gli insegnanti e tutto il personale che lavora a scuola hanno buone ragioni per protestare perchè svolgono la loro attività tra tante difficoltà e poche risorse finanziarie». Di più, «crediamo di avere la solidarietà e l’appoggio dei cittadini», perché «lo stipendio medio di un insegnante è di 1.300 euro al mese, il contratto è scaduto da 15 mesi e ormai siamo davanti a ritardi notevoli nel rinnovo. Le scelte operate nella Finanziaria non ha affatto tutelato il lavoro dipendente: determinando un aumento complessivo della tassazione e un abbassamento reale delle retribuzioni, non si rende più rinviabile l’apertura del negoziato contrattuale».

Il leader della Uil aveva irbadito quindi come in Italia si spenda poco per l’istruzione: 4,8 per cento in rapporto al Pil, mentre la media Ocse è del 6,1 per cento. «A ciò si aggiunge, come riportato dall’Istat, che l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale si è ridotta, in sedici anni dal 10,3% del 1990 al 9,7% del 2005». Livello che tradotto in denaro, corrisponderebbe a 4,2 miliardi di euro all’anno che avrebbero potuto essere destinati all’istruzione. L’istruzione, il sapere, la scuola insomma siano considerati come settori di investimento: è quanto chiede tutto il personale della scuola.

Quanto ai tempi, secondo Di Menna, il contratto va chiuso prima della fine dell’anno scolastico e per fare ciò il governo «deve uscire dall’attuale immobilismo, dare certezza di risorse, garantire il rapido avvio del negoziato, impegnarsi per un piano di investimenti per la scuola».

* l’Unità, Pubblicato il: 12.03.07, Modificato il: 14.03.07 alle ore 12.59


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