Cattolici disobbedienti crescono
di Filippo Gentiloni (il manifesto, 13 marzo 2012)
In Europa cresce il fronte dei cattolici disobbedienti: lo dice l’agenzia Adista, sempre attenta a quello che avviene nel mondo cattolico. L’attenzione, questa volta, è rivolta soprattutto a consistenti gruppi di cattolici in Germania, in Svizzera, in Austria, ma anche in Francia e un po’ in tutta l’Europa (Italia per il momento esclusa).
Interessante l’elenco dei temi nei quali si concentra lo scontento e anche la disobbedienza. Si va
dalla questione dell’accesso delle donne al sacerdozio a molte altre questioni discusse. «Diciamo no
afferma uno dei documenti disobbedienti - quando il diritto canonico pronuncia un giudizio troppo
severo e spietato sui divorziati che tentano un nuovo matrimonio, sugli omosessuali che vivono in
coppia, sui preti che falliscono il celibato, sul gran numero di persone che preferiscono seguire la
loro coscienza piuttosto che alcune leggi umane».
In questo senso i documenti aumentano e si allargano. In Belgio, ad esempio, ha raccolto molte firme un documento che chiede la comunione per i divorziati risposati, l’ordinazione di uomini e donne sposati, l’accesso dei laici alla predicazione e all’organizzazione delle parrocchie. «L’attuale forma della comunità ecclesiale - si legge - non corrisponde più alla realtà, perché lascia ancora tutto affidato al sacerdozio, esclusivamente maschile e per di più celibe». Si aggiunge che l’ordinazione di uomini sposati potrebbe rappresentare un arricchimento per la pastorale.
Una petizione dello stesso tipo in Belgio ha raccolto più di ottomila firme dei preti (il 10 per cento del totale dei sacerdoti). A completare il quadro sono il 10 per cento dei preti irlandesi e francesi. Non è dunque immobile il cattolicesimo, anche se si muove meno delle altre comunità cristiane