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SCIENZIATI E SCIENZIATE: UNA LUNGA DISCRIMINAZIONE. Per riflettere, il progetto «Nobel negati» di Lorenza Accusani, che la Triennale di Milano ospiterà domani con un convegno e una mostra all’interno della rassegna «I giardini di marzo» - a cura di pfls

martedì 20 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Se la sfortuna di scienziate come Rosalind Franklin si può ricollegare al fatto che all’epoca della loro attività la presenza femminile nei laboratori era fortemente penalizzata (spesso le donne non erano ammesse alle mense e alle sale comuni, nei luoghi cioè dove avveniva lo scambio di informazioni tra scienziati), studi recenti hanno rilevato come forme sottili di discriminazione resistano anche oggi. Un’indagine condotta con rigore statistico nel ’97 dalle svedesi Christine (...)

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mercoledì 21 marzo 2007

ANALISI

Gli scienziati rifiutano le donne

EUGENIA TOGNOTTI, UNIVERSITA’ DI SASSARI (La Stampa, 21/3/2007)

"Le europee non potranno aspettarsi di raggiungere la parità con gli uomini fino al 2050". A denunciare il lentissimo passo delle donne nella scienza accademica è Gerlind Wallon, «programme manager» della «European Molecular Biology Organization», impegnata a promuovere le bioscienze e l’accesso delle donne alla ricerca, al centro, il 7 maggio, della Conferenza «Women in Science» di Heidelberg.

Desolanti i numeri della sottorappresentazione femminile. Per giustificare la quale, taluni, come l’ex rettore di Harvard, invocano presunte «innate differenze nell’abilità scientifica» tra i due sessi. Così, se è in aumento la percentuale delle laureate, ai gradi più alti della docenza arriva appena il 5% e cala ancora per ambiti come Fisica e Ingegneria. Si tratta di fenomeni di autoesclusione e di esclusione. Legati, questi, a diversi fattori: la selezione basata non sul merito, ma su lobby, i paradigmi di valutazione elaborati da uomini che non tengono conto delle caratteristiche di genere, la mancanza di obiettività nel processo di selezione delle pubblicazioni che premia spesso il numero e non l’originalità. Un peccato, ha scritto Peter Lawrence, biologo di Cambridge: la scienza sarebbe servita meglio da una maggiore presenza delle donne. Senza contare che la scarsità di scienziate priva le più giovani di modelli di ruolo al momento di scegliere la loro carriera.


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