Inviare un messaggio

In risposta a:
"Risus Paschalis"(M. C, Jacobelli) e "Amore più forte di Morte"(Cantico dei cantici: 8.6, trad. G. Garbini)!!!

QUESTIONE ANTROPOLOGICA. E’ lecito e ancora possibile affermare una verità universale sul genere umano? "J’accuse" di René Girard. L’incomprensione della lezione di Freud (Marx e Nietzsche) lo spinge ad un’apologia del cattolicesimo costantiniano e dell’ideologia "papa ratzi-stica"!!! Il cristianesimo non è un cattolicismo!!! - a cura di Federico La Sala

martedì 20 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Secondo Girard, oggi stiamo perdendo di vista anche un’altra funzione antropologica, quella del matrimonio. “Una istituzione precristiana e valorizzata dal cristianesimo. Il matrimonio è l’indispensabile organizzazione della vita, legata alla richiesta umana di immortalità. Creando una famiglia, è come se l’uomo perseguisse l’imitazione della vita eterna. Ci sono stati luoghi e civiltà in cui l’omosessualità era tollerata, ma nessuna società l’ha messa sullo stesso piano (...)

In risposta a:

> QUESTIONE ANTROPOLOGICA. E’ lecito e ancora possibile affermare una verità universale sul genere umano? "J’accuse" di René Girard. L’incomprensione della lezione di Freud (Marx e Nietzsche) lo spinge ad un’apologia del cattolicesimo costantiniano e dell’ideologia "papa ratzi-stica"!!! Il cristianesimo non è un cattolicismo!!! - Un’intervista.

sabato 30 agosto 2008

INTERVISTA.

«Il cristianesimo è l’unico vero antidoto alla crescita del fanatismo, anche religioso»: parla il grande filosofo francese

Girard: ma Dio non è violento

Dice l’antropologo: «I capri espiatori sono finiti: o scegliamo la non violenza oppure la guerra nucleare, il terrorismo, i disastri ambientali generati dall’uomo finiranno per distruggerci»

DA PARIGI FRANÇOIS D’ALANÇON *

I «capri espiatori» sono finiti. La violenza non ha più scusanti. O si sceglierà la nonviolenza, op­pure la guerra nucleare, il terrori­smo, i disastri generati dall’uomo distruggeranno il mondo. Non ha mezzi termini René Girard, 85 anni, l’intellettuale franco-americano (ha insegnato e vive a Stanford) reso fa­moso dai suoi studi sulla violenza «religiosa» e dalla teoria del capro e­spiatorio, secondo cui la rivelazione evangelica manifesta agli uomini u­na verità radicalmente alternativa sulla violenza.

Professor Girard, che senso dà al comandamento «Non uccidere»?

«Le religioni arcaiche si fondavano sull’appello all’omicidio e ai sacrifi­ci rituali per risolvere il problema della violenza ristabilendo l’unità della comunità contro una vittima. È ciò che ho chiamato il fenomeno del capro espiatorio. Quando l’omi­cidio riesce, la vittima acquisisce un considerevole prestigio, i capri espiatori vengono divinizzati a cau­sa della loro virtù riconciliatrice. Le religioni arcaiche sono fondate sul­l’illusione che quei capri espiatori siano dei, perché stabiliscono una certa pace tra gli uomini. È questa pace che si rinnova immolando vit­time umane o animali deliberata­mente scelti a tale scopo. Il coman­damento della Bibbia rompe cate­goricamente con questa pratica. Il cristianesimo ci insegna che essa è un’illusione, un trucco che usiamo con noi stessi. Tutte le grandi scene della Bibbia vanno nel senso dell’a­bolizione o della diminuzione della violenza contro l’uomo, sul model­lo del mancato sacrificio di Isacco nell’Antico Testamento, sostituito all’ultimo momento da un monto­ne. Nella passione di Cristo è esat­tamente l’inverso, l’assassinio reli­gioso è per la prima volta categori­camente rifiutato. Cristo si offre co­me vittima per rivelare la verità agli uomini. Invece di sacrificare altri - l’atteggiamento normale degli uo­mini -, Cristo si offre come vittima per rivelarsi agli uomini così com’è, cioè completamente estraneo alla violenza».

L’Antico Testamento e i Vangeli so­no gli unici testi-base che condan­nano l’omicidio e la vendetta?

«Penso siano gli unici a condannare l’assassinio religioso. La condanna dell’omicidio nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo non è un’in­venzione dell’umanesimo occiden­tale, ma un’invenzione cristiana. L’umanesimo si è mostrato ancora più impotente del cristianesimo a metterla in pratica perché oggi sia­mo in un universo che rischia ad o­gni istante di autodistruggersi».

Il mondo globalizzato moderno è pronto a intendere il messaggio cri­stiano di riconciliazione e di rinun­cia alla violenza?

«Oggi la verità diventa più esplosiva, anche se pochissimi individui si convertono. La nostra civiltà è più creatrice e potente che mai, ma an­che più fragile e più minacciata poi­ché non dispone più della protezio­ne del religioso arcaico. In nome del desiderio di benessere e progresso, gli uomini producono i mezzi per autodistruggersi. Il nostro mondo è minacciato e del tutto impotente a prendere precauzioni per evitare i pericoli più immediati come il ri­scaldamento climatico, le manipo­lazioni genetiche o la proliferazione nucleare».

Il terrorismo islamico è una nuova tappa della crescita degli estremi­smi, un ritorno all’arcaico?

«La crescita degli estremismi si ser­ve dell’islamismo. Il possesso dei mezzi di distruzione più perfezio­nati è un segno del ritorno all’ar­caico. L’islam ha tentato di regolare la violenza attraverso la sua forte capacità di organizzazione; il mon­do islamico non si identifica con lo scatenamento di una violenza a cui noi saremmo estranei. Tuttavia penso che il cristianesimo abbia u­na visione più profonda della vio­lenza ».

Per rinunciare alla violenza, l’uomo deve rinunciare al desiderio?

«Il cristianesimo dice che l’uomo deve desiderare Dio. Oggi, gli indivi­dui intelligenti e ambiziosi sembra­no rivolti all’accrescimento del po­tere e alla ripetizione degli errori del passato. I testi apocalittici dei Van­geli annunciano precisamente che gli uomini soccomberanno alla loro violenza. È la fine del mondo per­messa attraverso gli uomini. Il para­dosso è che l’umanità è più scettica che mai in un’epoca in cui sa di ave­re tutti i mezzi per distruggersi. Da parte loro, i cristiani interpretano spesso il cristianesimo come una semplice filosofia ottimista e, col pretesto di rassicurare, ne danno soltanto una versione edulcorata. Sarebbe meglio mettere in guardia le persone e risvegliare le coscienze addormentate, anziché negare i pe­ricoli. Noi viviamo contemporanea­mente nel migliore e nel peggiore dei mondi. I progressi dell’umanità sono reali. Le nostre leggi sono mi­gliori e ci uccidiamo meno gli uni gli altri. Allo stesso tempo, non voglia­mo vedere le nostre responsabilità nelle minacce e nelle possibilità di distruzione che pesano su di noi. I testi cristiani, in particolare i testi a­pocalittici, si adattano in maniera impressionante alla realtà attuale, ovvero una confusione tra i catacli­smi generati dalla natura e i disastri causati dagli uomini, una confusio­ne tra il naturale e l’artificiale. Nel ciclone che ha devastato New Or­leans, non si poteva più distinguere la responsabilità della natura da quella degli uomini».

Non è troppo tardi per rimediare?

«Stiamo arrivando a un mondo in cui ci troveremo posti davanti all’al­ternativa cristiana, il regno di Dio o la distruzione totale, la riconcilia­zione o niente. Gli uomini cercano scappatoie per non vedere ciò che è loro imposto, per non essere pacifi­ci, per non incontrare l’altro. Il cri­stianesimo è l’unica utopia che dica la verità su questa situazione. O gli uomini la realizzeranno rinuncian­do alla violenza, o si autodistrugge­ranno. Sarà la violenza assoluta op­pure la pace».

(per gentile concessione del quotidiano francese «La Croix»)

* Avvenire, 30.08.2008


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: