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Guerra, sempre assurda

PER GINO STRADA E PER EMERGENCY!!! UN APPELLO A NON LASCIARLO SOLO, E UNA PETIZIONE PER IL NOBEL PER LA PACE - a cura di Federico La Sala

mercoledì 21 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
NON
LASCIAMOLO
SOLO ►(LEGGI APPELLO)
Ha dato tutto se stesso per far liberare Mastrogiacomo,
Ora rischia una pesante ritorsione.
MASTROGIACOMO E BALDONI: ► (LEGGI)

PETIZIONE-FIRMA: Nobel per la Pace a Gino Strada

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> PER GINO STRADA E PER EMERGENCY!!! UN APPELLO A NON LASCIARLO SOLO, E UNA PETIZIONE PER IL NOBEL PER LA PACE - a cura di pfls

giovedì 22 marzo 2007

Secondo fonti dell’amministrazione Bush, Washington avrebbe espresso dubbi al governo italiano. Lo scambio di prigionieri č ritenuta una "strada pericolosa" anche dalla Gran Bretagna

-  Usa e Londra "preoccupate"
-  "Rischioso cedere ai terroristi"

La Farnesina: "Nulla č emerso dall’incontro fra D’Alema e Condoleezza Rice" *

WASHINGTON - "Preoccupazione" e "sorpresa" per le modalitā della liberazione di Daniele Mastrogiacomo, il giornalista tenuto ostaggio dai Taliban per 15 giorni e liberato ieri, sono state espresse da Stati Uniti e Gran Bretagna. Washington avrebbe comunicato le proprie perplessitā al governo italiano e afgano per le possibili conseguenze del negoziato che ha riportato a casa il giornalista italiano: lo hanno riferito fonti dell’amministrazione Bush che hanno chiesto di rimanere anonime. La comunicazione č avvenuta attraverso i normali canali diplomatici, senza arrivare perō a livello di ministri.

In serata č arrivata una precisazione del ministero degli Esteri che getta acqua sul fuoco: "Non č abitudine della Farnesina commentare fonti anonime. Tuttavia, alla luce delle reazioni suscitate dalle affermazioni attribuite oggi ad una fonte del dipartimento di Stato sulla vicenda del giornalista Daniele Mastrogiacomo, il Ministero degli Esteri ribadisce il clima molto positivo registrato nel corso del colloquio avuto il 19 marzo dal Ministro D’Alema con il Segretario di Stato Condoleezza Rice a Washington. Nulla di quanto riferito nelle dichiarazioni della fonte anonima č emerso infatti nel corso di detto incontro". Nessun passo ufficiale, quindi, da parte statunitense nč a Washington nč a Roma.

Secondo la fonte anonima, lo scambio di cinque prigionieri Taliban per la liberazione del giornalista č una strada pericolosa: il funzionario ha ricordato anche come uno dei guerriglieri liberati sia il fratello del comandante che ha organizzato il rapimento di Mastrogiacomo.

Fare accordi con i rapitori non č mai positivo, ha detto ancora il funzionario, e "aumenta i rischi per le nostre forze, per quelle afgane e per quelle internazionali". I Taliban liberati andranno a rafforzare la lotta per riprendere il potere in Afghanistan, esattamente quello che le forze americane e le forze Nato stanno cercando di evitare. Il funzionario americano ha aggiunto anche che l’intero negoziato in Afghanistan sembrava del resto volto a portare fuori solo l’italiano: l’autista di Mastrogiacomo č stato ucciso e la sorte dell’interprete č ancora sconosciuta.

E ha sollevato anche il problema delle regole di ingaggio: proprio per queste limitazioni che riducono il campo d’azione delle forze militari italiane schierate in Afghanistan, l’Italia non ha potuto trasportare direttamente il giornalista a casa, ma si č dovuta servire di un aereo di una ong. E non č un segreto - ha aggiunto - che da oltre un anno chiediamo di "rimuovere gli ostacoli" che impediscono alle forze italiane di "combattere".

Le stesse preoccupazioni sono state avanzate anche da Londra, che al momento sta affrontando un problema analogo: il rapimento di un reporter della Bbc a Gaza. In serata il Foreign Office ha espresso "preoccupazione" per "le implicazioni della liberazione di Taliban" collegata al rilascio del giornalista italiano e ha detto che della vicenda Londra sta "discutendo con il governo italiano ed afgano". Secondo la portavoce, in particolare, "c’č la preoccupazione che si possa dare il messaggio sbagliato a coloro che pensano di prendere ostaggi".

Toni freddi, decisamente diversi da quelli usati dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che dagli Stati Uniti aveva ringraziato subito dopo la liberazione di Mastrogiacomo il governo afgano per tutti gli sforzi fatti e aveva lodato la "comprensione" americana che ha favorito la buona riuscita dell’operazione. Sempre dagli Stati Uniti D’Alema aveva incassato l’apertura di Washington a valutare concretamente la possibilitā di una conferenza internazionale sull’Afghanistan.

Ma anche su questo arriva una precisazione. Gli Stati Uniti definiscono infatti "una pessima idea" l’ipotesi di che alla conferenza internazionale sull’Afghanistan vengano invitati i talebani. Lo dice una fonte dell’amministrazione americana, commentando la proposta lanciata nei giorni dal segretario dei Ds Piero Fassino di coinvolgere gli studenti coranici nel processo di riconciliazione nel Paese.

Quanto all’ipotesi di una conferenza internazionale - presentata ieri ufficialmente all’Onu dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema - la stessa fonte invita alla cautela, "vogliamo prima studiare i dettagli", e chiarisce: "Insieme ai nostri alleati stiamo lavorando per sostenere il governo afgano e portare sicurezza e sviluppo al popolo".

* la Repubblica, 21 marzo 2007


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