Senato, discorso del premier in occasione del cinquantenario. "Portiamo a termine il processo entro le elezioni europee del 2009"
Trattati, Prodi rilancia la Ue.
"Facciamo ripartire l’Europa"
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano: "Riforme istituzionali". Il cancelliere tedesco Merkel: "Sì all’esercito comune"
ROMA - "Vogliamo portare a compimento il più grande esperimento di pace e democrazia del mondo contemporaneo. Senza cercare soluzioni al ribasso". Così Romano Prodi ha aperto, nell’aula del Senato, la cerimonia celebrativa del cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma. "I cittadini europei hanno capito che l’Europa potrebbe venire meno" ha continuato Prodi. Che ha rilanciato la necessità di portare a compimento la strada che porta ad un’Europa unita. E di farlo prima delle elezioni europee del 2009 perché "sarebbe impensabile votare senza aver prima costruito un quadro istituzionale chiaro e funzionale".
"Vogliamo un’ Europa forte, efficiente, adatta ad affrontare le sfide globali - ha insistito Prodi - Perché di fronte al mondo che cambia l’Europa non è più una scelta ma una necessità, un imperativo". Ma oltre al tempo ci sono altri due elementi che il presidente del Consiglio ha sottolineato: i giovani e il metodo "che ci ha consentito di conciliare le esigenze nazionali di ciascuno di noi con le ambizioni di un grande progetto europeo".
Una breve dichiarazione, ha concluso Prodi, "per mostrare che c’è la volontà di portare a compimento il più grande esperimento di pace, democrazia e prosperità del mondo contemporaneo".
Dopo Prodi ha preso la parola il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Durao Barroso che ha sottolineato come "questa occasione serva per guardare avanti ed ispirare i cittadini con una nuova visione europea". Barroso, inoltre, ha individuato nella promozione della libertà e dello stato di diritto e nella promozione dei valori al di là delle sue frontiere, la doppia missione dell’Europa.
E sulla necessità di un’Europa che ha bisogno di "urgenti riforme istituzionali" ha insistito anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha lanciato un al Consiglio Europeo di giugno perché "faccia uscire l’Unione dall’impasse istituzionale e non rimetta in discussione l’equilibrio raggiunto col testo del 2004". Napolitano ha inoltre definito "imperiosa" la necessità per l’Europa di una forte unione politica ed ha chiesto "una più robusta costruzione politica e istituzionale".
E sulla necessità di "riprendere il cammino" è tornato anche l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: "Non è pensabile che i cittadini europei che nel 2009 si recheranno alle urne per eleggere il Parlamento europeo, non sappiamo quale sia il quadro istituzionale in cui i loro rappresentanti si muoveranno".
In apertura di seduta, invece, il presidente del Senato Franco Marini aveva ricordato quella "piccola Europa" nata 50 anni fa in Campidoglio, che oggi è diventata "una grande Europa" con "un continente quasi del tutto unificato".
Merkel: "Un esercito comune". "Sono favorevole alla creazione di un esercito comune europeo in cui la Commissione avra’ piu’ margine di manovra, con delle responsabilità definite chiaramente’’ dice il cancelliere conservatore tedesco in un’intervista al quotidiano Bild. ’
* la Repubblica, 23 marzo 2007