L’Europa dei 27 riparte da Berlino
I capi di stato e di governo firmano la dichiarazione solenne. La Merkel:" L’obiettivo è la nuova Costituzione entro il 2009". Polemica sulle radici cristiane
Prodi: "L’Unione è un progetto da prendere o lasciare, dobbiamo andare avanti senza mezze misure". E a sera parte la festa.
L’Europa riparte da Berlino
"La nuova Carta entro il 2009"
La Merkel accelera: a giugno la conferenza sulla Costituzione
di ANDREA TARQUINI (la Repubblica, 26.03.2007)
BERLINO - Guidata da una donna, l’Europa riparte da Berlino. Una nuova conferenza intergovernativa dovrà trattare e decidere il futuro della Costituzione europea e dell’integrazione politica Ue.
Con una sfida che accresce ancora il suo prestigio, la Cancelliera Angela Merkel ha chiuso ieri il solenne vertice dei 27 leader della Ue. L’appuntamento celebrativo dei 50 anni dei Trattati di Roma è diventato verifica politica. Comincia così lo scontro finale tra gli europeisti e chi vorrebbe l’Europa ridotta al minimo. Sarà necessario prendersi delle responsabilità, ha sottolineato Romano Prodi: «l’Europa non può andare avanti con "ni" e mezze misure, è un progetto, da prendere o lasciare». L’Europa a due velocità - ieri spartiacque tra economie più e meno stabili - dopo Berlino potrà rinascere come confine tra chi vuole l’Europa politica forte nel mondo e chi la rifiuta.
Il giorno più lungo di Angela Merkel e degli altri leader europei, sotto uno splendido sole primaverile, è cominciato nel mattino, con la cerimonia al Deutsches historisches Museum a lato del viale Unter den Linden sullo sfondo suggestivo dell’antico centro prussiano della città. Dopo aver ascoltato l’Inno alla gioia dalla Nona di Beethoven, i 27 hanno presentato insieme la Dichiarazione di Berlino. Quel testo cioè proposto dalla Cancelliera e osteggiato dal governo ceco in nome di tutti gli euroscettici, in cui si ricorda mezzo secolo di successi e si incita ad andare avanti. Senza parlare di Costituzione, concetto troppo sgradito a molti. In piena forma, elegante giacca arancio e pantaloni neri, la Merkel ha pronunciato un discorso a momenti toccante. «Io crebbi nella parte est di questa città. Quando i trattati furono firmati avevo tre anni, e sette quando fu costruito il Muro che divise anche la mia famiglia. Non credevo che avrei mai potuto vedere l’Occidente prima della pensione. Le mie strade, la mia vita allora finivano a pochi metri da qui. Ma poi il Muro è caduto: ecco la lezione, niente deve per forza restare com’è».
Rilanciare l’Europa con coraggio, essere orgogliosi delle molteplicità e differenze tra tedeschi disciplinati, francesi gran pensatori, italiani splendidamente eleganti, è il nuovo compito, ha continuato la Cancelliera. Non dimenticando da quali secoli di guerre e odio nacque il sogno dei padri fondatori. Non è stato poi facile, per la donna in giacca arancio, negoziare a colazione con tanti signori euroscettici, con l’appoggio di pochi amici fidati, Prodi in testa. Erano le 14,30, pranzo finito, quando con appena un po’ di sollievo "Angie" è corsa alla conferenza stampa conclusiva.
«Esistono sentimento e volontà comuni», ha esordito, «per concordare al vertice di giugno (alla fine del semestre di presidenza tedesco, ndr) una road map per arrivare, prima delle elezioni del 2009 per il nuovo Parlamento europeo, a un nuovo accordo e assetto sulla Costituzione. Se falliremo, sarà un fiasco storico. Se ci divideremo, l’Europa inciamperà e deraglierà prima di quanto non pensiamo». Nei prossimi mesi si lavorerà duro, ha spiegato ancora. In incontri riservati e segreti, non in litigi pubblici. «Se non avessero fatto così i padri fondatori, ai Trattati di Roma non si sarebbe mai arrivati».
La road map di Merkel è chiara: accordo entro giugno per una conferenza intergovernativa, per salvare l’essenziale della Costituzione. Conclusione rapida, se possibile entro il semestre portoghese cioè fino a fine 2007. La bordata di critiche degli euroscettici è venuta subito: «Un accordo a così breve termine è un obiettivo irrealistico», ha detto il presidente nazionalpopulista polacco, Leck Kaczynski. Scettico si è mostrato il premier ceco Topolanek. E l’olandese Balkenende ha rincarato la dose: «Allo stesso concetto di Costituzione europea sono poco affezionato».
Il vertice è finito, il nuovo scontro è aperto. Dei valori cristiani, nonostante la richiesta del Papa, la Costituzione dovrebbe continuare a non parlare. «Io sarei a favore, ma esistono anche tradizioni laiche di separazione tra Chiesa e Stato». Il summit ha chiuso i battenti, e l’allegra Berlino in piazza ha festeggiato l’Europa. Oltre mezzo milione di persone, tra giovani e famiglie, hanno ballato e bevuto in centro, al suono della musica di Joe Cocker. In un’Europa che si prepara a contarsi tra favorevoli e contrari, ieri nella bella capitale di "Angie" i dimostranti neocomunisti anti-Ue erano sì e no mille, poche persone rispetto alla folla in festa.