LA FEDE DEI POPOLI
Dall’Università Europea di Roma laurea honoris causa in giurisprudenza al porporato che ha tenuto una «Lectio magistralis» sulla Santa Sede nel quadro istituzionale del vecchio continente
Sodano: l’Europa non trascuri le sue radici
Dal cardinale il richiamo al ruolo del cristiani nell’edificare la casa comune e l’invito a «lavorare nel solco tracciato dal Papa per un futuro di rinnovata speranza»
Da Roma Mimmo Muolo (Avvenire, 06.06.2007)
«L’Europa non è solo una geografia. È anche una storia, una cultura, un’eredità di valori condivisi». Perciò deve ascoltare l’appello di Benedetto XVI. Non si può pensare, infatti, «di edificare un’autentica casa comune» a livello continentale, «trascurando l’identità dei popoli» che la compongono. Un’identità che «il cristianesimo ha contribuito a forgiare», acquisendo così «un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti del continente». Il neodottore in giurisprudenza, cardinale Angelo Sodano, termina così la sua lezione magistrale, subito dopo aver ricevuto dall’Università Europea di Roma la laurea ad honorem nelle scienze giuridiche, la prima conferita dall’Ateneo fondato nel 2005. E il lungo applauso della platea - composta da cardinali, vescovi, docenti universitari, studenti e seminaristi dell’Ateneo promosso dalla Congregazione dei Legionari di Cristo - fa intendere che l’auspicio conclusivo del discorso («Se ci impegneremo a lavorare nel solco tracciato dal Papa, potremo guardare al futuro con rinnovata speranza») è ampiamente condiviso.
Il solenne atto accademico si svolge in una cornice festosa, scandita da alcuni brani di musica e dai discorsi ufficiali. Il rettore dell’Università Europea, padre Paolo Scarafoni, legge il messaggio inviato, a nome del Papa, dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Vi si ricordano i «lunghi anni di generoso e competente servizio alla Sede Apostolica» e gli «interventi di alto profilo anche nell’ambito del diritto internazionale» del cardinale già segretario di Stato e ora decano del collegio cardinalizio. «Il riconoscimento che a lui viene attribuito - ricorda, dunque, il messaggio - è un gesto di gratitudine per la dedizione con cui Sodano ha servito la Chiesa». Infine i «fervidi rallegramenti» del Pontefice «a chi gli è stato prezioso primo collaboratore» (ai quali Bertone aggiunge i propri) concludono il telegramma che si può considerare un condensato delle motivazioni della laurea ad honorem.
Quelle ufficiali, lette dal coordinatore della Facoltà di giurisprudenza, Giuseppe Valditara, ricordano che Sodano ha «ripristinato l’istituto della mediazione, inteso in senso giuridico, specialmente per la realizzazione dell’accordo di pace tra Cile e Argentina, firmato a Roma, presso la Santa Sede come ente sovrano»; che ha contribuito «a concludere a nome della Santa Sede, alcuni concordati e ad aggiornarne altri»; che l’ex segretario di Stato «è intervenuto presso le organizzazioni internazionali (come l’Onu) per la promozione e l’affermazione del diritto umanitario in tempo di guerra, per il diritto di famiglia e per i diritti dei bambini»; e infine che «ha seguito con particolare interesse, a nome della Santa Sede, l’evoluzione del Consiglio d’Europa, dell’Unione Europea e dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa)».
La grande esperienza di Sodano nell’ambito del diritto internazionale viene sottolineata anche da Cesare Mirabelli (docente del corso di laurea in Giurisprudenza), che pronuncia la «laudatio». Il giurista ne ricostruisce la personalità e l’opera, la inquadra sullo scenario più vasto di una famiglia da sempre attenta ai problemi del sociale (il padre del cardinale, Giovanni Sodano, fu deputato per tre legislature) e soprattutto la mette in rapporto con l’incessante e preziosa attività diplomatica vaticana.
Un’attività alla quale non può non fare riferimento lo stesso porporato nella sua lectio magistralis su La Santa Sede nel quadro istituzionale europeo («ho avuto la gioia di vedere stabiliti rapporti diplomatici ufficiali tra la Santa Sede e 20 stati europei»). Ma il suo sguardo è anche proiettato sul futuro. Dopo la «delusione per il mancato riconoscimento nel Trattato costituzionale delle radici cristiane del nostro continente» (soprattutto a causa della «ideologia laicista di alcuni politici»), la prossima presidenza portoghese dell’Unione «cercherà un possibile rimedio, proponend o un nuovo testo del Trattato», afferma. «È innegabile - conclude infatti - che il processo di integrazione tra stati omogenei europei ha bisogno di essere perfezionato». E la Santa Sede «confida nella saggezza dei Legislatori, chiamati a riconoscere i dati inconfutabili della storia europea».