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"Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986)!!! "La violenza contro donne e bambine/i è tenuta nascosta in tutte le culture"!!!

Porre fine alle mutilazioni genitali femminili (MGF)!!! UN URLO LIBERATORIO E UN APPELLO DALLE DONNE DELL’ AFRICA: "VAGINA, VAGINA, VAGINA" di Sally Blakemore - a cura di pfls

WWW.EQUALITYNOW.ORG. UGUAGLIANZA ORA!!! USCIAMO DAL SILENZIO: DONNE E UOMINI, TUTTI E TUTTE - IN TUTTO IL MONDO!!!
domenica 25 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
USCIRE DAL SILENZIO. Porre fine alle mutilazioni genitali femminili(MGF) - in tutto il mondo!!!

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> Porre fine alle mutilazioni genitali femminili (MGF)!!! --- L’Italia all’Onu: fermate le mutilazioni genitali. Ogni anni tre milioni di bambine restano vittime della barbarie. Il ministro Fornero al Palazzo di Vetro: risoluzione entro l’anno

giovedì 1 marzo 2012

L’Italia all’Onu: fermate le mutilazioni genitali Ogni anni tre milioni di bambine restano vittime della barbarie Il ministro Fornero al Palazzo di Vetro: risoluzione entro l’anno

      • Il dramma Bambine del Kenya
        -  Il fenomeno della mutilazione genitale è diffuso soprattutto nell’Africa più povera dove da anni diverse ong cercano di combattere la pratica

di Paolo Mastrolilli (La Stampa, 1.3.2012)

Martedì sera l’Assemblea Generale dell’Onu si è alzata in piedi, per cantare e ballare. Il «parlamento del mondo» si è preso un’ora di intervallo per ascoltare la voce di Angélique Kidjo, la cantante del Benin vincitrice del premio Grammy. Ma la ragione di questa iniziativa, presa dall’Italia, era seria e per nulla allegra: mettere fine alla mutilazione genitale femminile. Angélique, ambasciatore dell’Unicef, è salita sul palco insieme al ministro del Lavoro Elsa Fornero, per scuoterci dall’apatia e spingere l’Assemblea Generale ad approvare una risoluzione che condanni la pratica e porti al suo divieto in tutto il mondo.

I numeri sono impressionanti. Ogni anno circa tre milioni di bambine e ragazze sono vittime della mutilazione genitale: ottomila al giorno. Una marea di esseri umani, che porteranno per tutta la vita i segni di questa inutile superstizione, quando non moriranno per le complicazioni. Per quale motivo? Nessuno, con tutto il rispetto per la cultura e la tradizione dei Paesi dove questa pratica continua da secoli. Non c’è una ragione religiosa, e tanto meno sanitaria, per giustificare questa violazione dei diritti umani. Basta ascoltare la testimonianza di Sarah Dioubate, una ragazza della Guinea: «Un giorno mia zia mi portò ad essere tagliata. Avevo sei anni, ricordo solo il dolore. Ebbi la sensazione che mi veniva rubata qualcosa, per sempre. Qualche anno dopo, una volta cresciuta, chiesi a mia madre perché aveva permesso che subissi questa violenza. Mi rispose che la pressione della società era troppo forte, per opporsi».

Naturalmente l’eliminazione di una pratica del genere non è un risultato che si ottiene schioccando le dita. «E’ molto radicata spiega Angélique e bisogna lavorare sulla persuasione per cambiare gli animi. Poi in Africa ci sono parecchie persone che vivono di questo: tagliare le ragazze dà loro un lavoro, se possiamo definirlo così, e uno status nella società. Bisogna offrire alternative, per sradicare la pratica. Però, è ora che gli africani comincino a prendere le decisioni giuste per il loro futuro. Abbiamo le nostre leadership legittime, che devono affrontare i problemi che ci affliggono. A partire dalla povertà, che spesso è l’origine di tutti questi mali. All’Occidente chiediamo di aiutarci, rispettandoci: non venite a dirci cosa dobbiamo fare, perché abbiamo il cervello e lo sappiamo da soli. Sosteneteci nel farlo, però».

Nel 2007 Unfpa e Unicef hanno lanciato un programma in 12 Paesi africani per fermare la mutilazione genitale, attraverso aiuti economici e informazione. Il piano ha dato i primi risultati, visto che circa 8.000 comunità hanno rinunciato alla pratica. Però non basta. Perciò l’Italia ha approfittato dell’incontro annuale della UN Commission on the Status of Women, per spingere la risoluzione all’Assemblea Generale: «E’ realistico sperare ha detto la Fornero che sia approvata entro l’anno».


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