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Emergenza culturale e politica...

MA COME PENSA E PARLA CARUSO?! MA COME PENSANO E PARLANO LE ISTITUZIONI?! E COME PENSANO GLI ITALIANI E LE ITALIANE?! CECITA’ E SORDITA’: ITALIA o "Forza Italia"?!! E’ LA STESSA COSA?!! IL "BUFFONE" A "BERTINOTTI", COME A "BERLUSCONI", E’ UNA FORTE DENUNCIA DEL NARCISISMO E DELLA CRISI DELLE ISTITUZIONI - non un’offesa alle persone!!! Sveglia!!! Per la difesa della Costituzione, e per il dialogo, quello vero!!! - a cura di pfls

ITALIA: Presidente, Napolitano. Forza... ITALIA: Presidente, Berlusconi.
venerdì 10 agosto 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Seppellire sotto cartelli e striscioni l’ex subcomandante non è stato facile per tutti, però. «Abbiamo discusso e valutato - racconta Dario -. E abbiamo scelto di usare l’arma dell’ironia». E c’è chi, come Aurora, ammette: «Non mi fa piacere contestare Bertinotti, ma qui non abbiamo amici o non amici. C’è soltanto chi è sulle nostre posizioni e chi non lo è». E Bertinotti in questo momento è lontano anni-luce dagli studenti dell’estrema sinistra, quelli dei collettivi e quelli della (...)

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> MA COME PENSANO LE ISTITUZIONI?! E COME PENSANO GLI ITALIANI E LE ITALIANE?! CECITA’ E SORDITA’: "Forza" ITALIA o "Forza Italia"?!! IL "BUFFONE" A "BERTINOTTI", COME A "BERLUSCONI", E’ UNA FORTE DENUNCIA DEL NARCISISMO DELLE ISTITUZIONI - non un’offesa alle persone!!! Sveglia!!! Per la difesa della Costituzione, e per il dialogo!!! - a cura di pfls

giovedì 29 marzo 2007

BERLUSCONI ALL’UDC: IL GRANDE CENTRO C’E’ GIA’, E’ FORZA ITALIA *

ROMA -Mentre i parlamentari di Forza Italia, An e Lega si riunivano a Montecitorio per sancire lo strappo con l’Udc, Pier Ferdinando Casini saliva sull’aereo di Massimo D’Alema e volava, insieme a Piero Fassino e altri ministri, verso Bologna per i funerali di Beniamino Andreatta. Una coincidenza, ma è questa l’immagine che più di molte parole descrive i rapporti nell’opposizione due giorni dopo il voto del Senato sull’Afghanistan. La sentenza di separazione che certifica l’uscita di Casini dalla Cdl viene pronunciata dal socio di maggioranza del condominio nato sulle ceneri del Polo.

"Prendiamo atto che l’Udc, al momento, non ci consente di considerarla schierata al nostro fianco", sancisce Silvio Berlusconi davanti a deputati e senatori di Fi, An, Lega e Nuova Dc. Al tavolo, accanto a lui, annuiscono Gianfranco Fini, i capigruppo del Carroccio e i vertici degli altri partiti rimasti nella ’casa’. "Anche senza l’Udc - rassicura subito il Cavaliere - abbiamo una maggioranza di oltre il 52%".

E dopo aver chiarito le ragioni dell’astensione sull’Afghanistan ("Abbiamo interpretato i sentimenti degli elettori, ma sapevamo che il decreto sarebbe passato, altrimenti avremmo votato in modo differente"), l’ex premier attacca frontalmente il leader centrista. "Lo strappo di Pier Ferdinando è stato doloroso, ma ci ha anche danneggiato come immagine", è la premessa.

Poi l’affondo: "Casini immagina di costruire un nuovo grande centro e magari ha nostalgia della politica dei due forni o pensa di essere come Craxi e di fare l’ago della bilancia, ma si dimentica che il grande centro esiste già e si chiama Forza Italia e che la moralità della politica impone di rispettare gli impegni con gli elettori". Poi torna calmo e spiega: "Le abbiamo tentate tutte ma ora che siamo in regime di separazione, non per colpa nostra, andiamo avanti con la Cdl".

Insomma, il Cavaliere ci tiene a sottolineare che non si è trattato di uno sfratto, ma di abbandono del tetto dell’alleanza da parte di Casini. L’ex premier resuscita anche la federazione. Ricorda la disponibilità di Fini e annuncia a sorpresa che anche Umberto Bossi "lo ha autorizzato a muoversi in questa direzione". Poco importa se qualche ora dopo il Senatur bolla il progetto come una "stupidaggine". Berlusconi sottolinea poi che è "doveroso e urgente" mandare a casa il governo Prodi, ma è per i centristi il messaggio finale.

Ed è un tentativo di apertura: "Mettiamo in campo ancora tanta pazienza per cercare di convincerli a restare con noi", dice ai parlamentari. Ma le sue parole vengono interrotte dai brusii dei più. Tanto che il Cavaliere replica: "Per cortesia, non possiamo regalare un vantaggio così agli avversari".

E ricorda i 2 milioni e 400mila voti ottenuti dai centristi. Per questo, lasciando Montecitorio, non fa che precisare, ammorbidire, smussare. "Ci auguriamo che tornino sui loro passi", dice alle telecamere. "Non sono preoccupato per le amministrative, anche perché su questo l’alleanza con l’Udc tiene", sottolinea ai microfoni. Ma soprattutto, sono le sue ultime parole, "le porte sono sempre aperte se volessero rientrare".

Il tentativo è quello di confermare le intese locali per le elezioni del 27-28 maggio, anche se non c’é certezza sulla risposta della base della Cdl. Come dimostra, ad esempio, il caso di Frosinone, dove esponenti di An si dicono indisponibili a sostenere il candidato sindaco dell’Udc anche se fosse indicato dalla coalizione. Anche Fini, intanto, non lesina frecciate ai centristi.

"La Cdl c’é ed è ben determinata", dice il leader di An all’assemblea dei gruppi, sottolineando che "non ha neanche problemi di leadership". Sprona tutti a lavorare per "unire e non per dividere", ma sottolinea anche che "non si deve fare come il cane che rincorre la lepre, ma come la lepre che indica la strada". Come a dire: ora basta inseguire Casini. Il più secco con i centristi, comunque, è Roberto Maroni. Il capogruppo leghista evita accenti polemici, spiegando che così gli ha chiesto Bossi, ma chiede a Berlusconi di chiarire con l’Udc prima della chiusura delle liste per le amministrative.

ANSA » 2007-03-29 21:30


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