WOJTYLA: GRANDE ATTESA PER LE CELEBRAZIONI DI DOMANI
’Santo subito’, chiese il popolo dei fedeli al momento della morte di Giovanni Paolo II. A due anni da quell’evento la macchinadella Chiesa ufficializza la posa della prima pietra che va in questa direzione. Si chiude domani, giorno della scomparsa di Karol Wojtyla, la fase diocesana della sua causa di beatificazione, che ha avuto inizio il 29 giugno 2005.
Gia’ questa mattina in piazza San Pietro, dove Benedetto XVI ha presieduto la messa della Domenica delle Palme, l’atmosfera di attesa era palpabile. Erano in molti i fedeli giunti dalla Polonia che sventolavano le bandiere bianco-rosse del loro Paese, cosi’ come erano numerosi gli striscioni dedicati a Giovanni Paolo II esposti al fianco di quelli scritti per celebrare la XXII Giornata Mondiale della Gioventu’.
Roberto e Valentina, una coppia di Firenze, hanno scritto su un telo ’La tua luce illumina la nostra vita, grazie Karol’. ’Siamo venuti per la Domenica delle Palme - dice Roberto - e adesso torniamo subito a Firenze perche’ dobbiamo svolgere i riti di preparazione al matrimonio, ma domani saremo di nuovo qui per le celebrazioni dedicate a Wojtyla’.
Margareth, una ragazza polacca, spiega in un ottimo inglese che e’ arrivata da Varsavia insieme a un gruppo di amici con i quali da due anni a questa parte, in occasione del 2 aprile, compie un pellegrinaggio a Roma. ’Quando abbiamo saputo della morte di Giovanni Paolo II organizzammo il viaggio spontaneamente - spiega- mentre ora siamo un gruppo organizzato. Domani torneremo qui con una statua a grandezza naturale di Giovanni Paolo II scolpita da un’artista che fa parte della compagnia: spero solo che le forze dell’ordine ce la facciano portare fin dentro la Piazza’.
La devozione nei confronti del Papa polacco diventa ancor piu’ evidente nelle Grotte Vaticane, dove si trova la sua tomba. A parte rare eccezioni, i numerosi fedeli che si recano negli ambienti nei quali sono conservate le spoglie di altri pontefici romani, si soffermano solo di fronte davanti alla sua lapide, sulla quale in molti lasciano biglietti e fiori e dove un addetto e’ spesso costretto a sollecitare il transito per evitare che il lungo serpente dei visitatori si blocchi.
* la Repubblica, 01.04.2007