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"La svastica sul sole"(Ph. K. Dick)

IL VATICANO DI PAPA RATZINGER E LA SANTIFICAZIONE "CATTOLICA" DI GIOVANNI PAOLO II. "Il mondo a Roma per Wojtyla" .... il mondo è nostro!!! WOJTYLA, WOJTYLA, WOJTYLA!!! Con questo "grido" vinceremo!!! MARE NOSTRUM !!! Ma la madre di Wojtyla non era di religione ebraica e l’anima del pontificato di Giovanni Paolo II non è stato l’ecumenismo?!! Comporre il dissidio “familiare” e riportare la pace tra le religioni, e nell’intera famiglia umana?!! W lo Spirito di Assisi: W o ITALY - a cura di pfls

sabato 9 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] «Sarà un evento che attirerà l’attenzione dei media di tutto il mondo. Quel giorno verranno sigillate le carte, i documenti e le testimonianze che saranno poi trasmesse alla Congregazione delle cause dei santi per l’esame», ha sottolineato Parmeggiani. Nel pomeriggio, alle 17,30, ci sarà anche la Messa di suffragio in Vaticano, presieduta da Benedetto XVI, alla quale parteciperanno il cardinale Dziwisz e il presidente della Repubblica polacca Lech Kaczynski [...] (...)

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> IL VATICANO DI PAPA RATZINGER E LA SANTIFICAZIONE "CATTOLICA" DI GIOVANNI PAOLO II. "Il mondo a Roma per Wojtyla" .... il mondo è nostro!!! WOJTYLA, WOJTYLA, WOJTYLA!!! Con questo "grido" vinceremo!!! MARE NOSTRUM !!! Ma la madre di Wojtyla non era di religione ebraica e l’anima del pontificato di Giovanni Paolo II non è stato l’ecumenismo?!! Comporre il dissidio “familiare” e riportare la pace tra le religioni, e nell’intera famiglia umana?!! W lo Spirito di Assisi: W o ITALY - a cura di pfls

lunedì 2 aprile 2007

INTERVISTA

"Wojtyla santo, non subito"

Il Prefetto delle cause: sarà giudizio accurato, proprio come avrebbe voluto lui

di GIORGIO TOSATTI *

CITTA’ DEL VATICANO.Oggi in piazza San Pietro (ore 17,30, messa di Benedetto XVI) ci sarà per Giovanni Paolo II il popolo del «santo subito», ma per vedere il papa polacco sugli altari ci vorrà ancora del tempo; ce lo dice il cardinale José Saraiva Martins, il prefetto delle Cause dei Santi, cioè la maggiore autorità in materia. E’ alla sua Congregazione che da domani andranno tutti i documenti del processo del pontefice scomparso esattamente due anni fa. «Se fossi Giovanni Paolo II vorrei un’inchiesta rigorosissima. So che ci sono quelli che dicono: Santo, subito, in fretta, presto. Ma io penso che Giovanni Paolo II direbbe invece di fare un processo molto accurato: in modo che chi ha voglia di vedere chi era veramente Papa Wojtyla, fra dieci, venti o cento anni, possa andare agli archivi e trovare tutti i documenti necessari per comprendere, capire pienamente la sua grandezza. Penso che Giovanni Paolo II vorrebbe proprio questo».

Ma secondo lei, era veramente santo?

«Per me è un santo, un vangelo vivente, dai miei contatti con lui ho sempre avuto quest’impressione; e cioè che era un uomo che viveva proprio, proprio in un altro mondo: nel mondo della santità. Quella fede profonda, quell’immergersi nella preghiera, nella sua cappella privata, a volte con gli ospiti che invitava a pranzo...Per me non c’è nessun dubbio che era un santo, un santo vero».

Fra quanto tempo sarà dichiarato beato?

«Non si può sapere. Dipende dal tempo che ci vorrà per fare la “positio”; non sappiamo quanto tempo ci metterà il postulatore».

Che cos’è la “positio”?

«Quando arriva la documentazione, il “postulatore” (chi promuove la causa, N.d.r.), sotto la guida di un relatore deve elaborare la cosiddetta “positio”. E cioè fare una scelta oculata di tutti quei documenti, molte volte ci sono ripetizioni inutili, e pubblicarli in maniera sistematica ed organica. Questa è la “positio”. E poi comincia il compito dei teologi».

Che cosa devono cercare?

«Devono vedere se il candidato ha praticato nella sua vita quotidiana, le virtù cristiane non in un modo qualsiasi, ma veramente in grado eroico. E la parola eroico deve essere presa qui nella pienezza del suo significato. Veramente eroico. E questo devono dircelo i teologi, se davvero Giovanni Paolo II è stato un eroe del cristianesimo, della fede. Quanto ci vorrà? Non si può onestamente prevedere, perché non dipende da noi».

A due anni dalla morte, che cosa sente di papa Wojtyla?

«Che continua a essere molto amato dal popolo di Dio, incarnato da queste file (accenna verso la finestra su piazza San Pietro, N.d.R.) immense, quotidiane. Il popolo non lo ha dimenticato, continua a considerarlo un santo. E’ chiarissimo, ed è una convinzione profonda, sofferta; molte volte aspettano ore ed ore sotto il sole, sotto la pioggia per poter visitare la tomba. Non è la tomba di un uomo, di un sacerdote, ma è la tomba di un santo».

Un suo ricordo personale di Giovanni Paolo II.

«Ho molti ricordi, ma uno personalissimo riguarda il viaggio fatto a Fatima per beatificare i due pastorelli, Giacinta e Francesco. Nel viaggio di ritorno era felicissimo, felicissimo, mi diceva così, e non lo dimenticherò mai: "Finalmente ho fatto quello che dovevo fare. Ho beatificato Giacinta e Francesco”. Era una cosa che sentiva di dover fare».

Fatima, papa Wojtyla ne era devoto. E’ stato detto tutto?

«Ho visto il foglio manoscritto, prima che lo pubblicassero, e non c’era niente di più di quello che è stato detto. Con Giovanni Paolo II suor Lucia aveva un grande rapporto, si scrivevano spesso. E anche suor Lucia, come Giovanni Paolo II, viveva in un’atmosfera assolutamente sovrannaturale. Io metterei la mano sul fuoco che è santa, davvero».

* La Stampa, 2/4/2007 (8:22) -


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