Caro Federico, hai introdotto la figura di Gioacchino, una figura di non facile interpretazione. Conoscendoti, oramai, posso immaginare la lettura che ne hai fatto, dell’ abate calabrese "di spirito profetico donato" (*rido*). Una persona che cita i libri di Dan Brown, cerca l’effetto, la notizia, lo scoop, lo "scandalo".
Dalla mia lettura, il mio compaesano illustre, aveva ragione nel profetizzare una nuova Chiesa tutta spirituale, tollerante,libera ed ecumenica, che prendesse il posto della vecchia Chiesa dogmatica, gerarchica, materialista. Nel Concilio Vaticano II, questo gioachismo, cosidetto cattolico, ha trionfato facendo leva sul Papa buono. Ora siamo sulla buona strada..La figura del Grande Karol prima e del "pastore tedesco" (come tu lo nomini) oggi, testimoniano e testimonieranno l’introduzione dell’umanità nell’età dello Spirito Santo.
Se vogliamo costruire veramente una Chiesa nuova, la Chiesa del futuro, non dobbiamo e non possiamo certamente affidarci a quei teorici del "Gott ist tot" oppure a quei teologi della liberazione, nei quali si ravede un certo giachimismo non ben precisato, che sfugge al controllo di un’analisi profonda.
È questo, secondo me, il contesto in cui tu, il direttore Emiliano Morrone e il gruppo di giovani compaesani, formatosi intorno alla figura del filosofo venuto da Torino, si muove.
Grazie comunque al direttore, che ci permette questo dialogo a distanza (anche se, come puoi purtroppo notare, siamo sempre noi due a riempire qualche spazio in questo sito).
La rinascita di San Giovanni in Fiore è, per me, sempre lontana (salvo miracoli!), ma se i sangiovannesi fossero ottimisti come te, caro Federico, l’alba del riscatto sembrerebbe molto più vicina.
Sempre con simpatia. Saluti fraterni. Biasi