Caro Professore,
non sono affatto entrato nel merito dei tuoi articoli. La mia era solo una nota di metodo. Siamo realisti: quid prodest, dicevano i latini, nel chiedere le dimissioni di Ratzinger e Ruini? A chi la chiedi? Chi ti ascolterà?
Come pretendi che la Chiesa metta in discussione i suoi metodi, la sua macchina burocratica, la sua politica internazionale, i suoi falsi dogmi e quant’altro, quando tu, che addirittura sostieni di aver perduto le categorie tradizionali, non sei nemmeno disposto a mettere in discussione il tuo metodo?
Non essendo entrato nel merito, non ho espresso giudizi sulla bontà o meno delle opinioni, ma ho inteso farti notare - lo so che questo non è una tua “colpa” - che i tuoi articoli, trattando per lo più di un solo tema, rischiano di far apparire il giornale monotematico. E questo rilievo non viene da me soltanto.
Come si fa a istaurare un dialogo tra te e i lettori o tra te e me, se i tuoi articoli travolgono noi altri come un fiume in piena e, sbatacchiati, non abbiamo nemmeno il tempo di dire un Padre Nostro?
Quanto agli occhiali, ho avuto la sfortuna di essere andato da Dippold, l’ottico, il quale mi ha venduto delle lenti che mi fanno vedere solo luce, luce che trasforma il mondo in giocattolo.
Mi dispiace di non riuscire a collocare i tuoi articoli. Io non leggo come te cinque quotidiani al giorno, mi informo con il City o se va bene con Piazza Grande.
Saluti
Vincenzo