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Referendum

La legge 40, duemila anni fa. Una nota (del 2005) di don Enzo Mazzi - a cura di Federico La Sala

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO".
domenica 23 ottobre 2011 di Federico La Sala
Ogni cultura ha le sue contraddizioni. Il cristianesimo non fa eccezione. Nato come movimento popolare messianico, di alternativa radicale ai poteri costituiti, in una insignificante provincia dell’impero, si è trovato dopo meno di tre secoli proiettato ai vertici del potere imperiale, riconosciuto come religione di stato di tutto l’impero. «È noto che il diritto penale romano ha accompagnato l’evoluzione del cristianesimo antico. Dapprima questo ultimo è stato vittima del diritto della (...)

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> La legge 40, duemila anni fa. --- Fecondazione, le motivazioni della Consulta sull’eterologa e le 9mila coppie in attesa.

giovedì 12 giugno 2014

Il diritto “incoercibile” di avere figli

di Vladimiro Zagrebelsky (La Stampa, 11.06.2014)

Incoercibile. Un diritto incoercibile. Con un aggettivo inusuale se posto accanto al sostantivo diritto, la Corte Costituzionale ha felicemente colto l’essenza della questione. La scelta di una coppia di formare una famiglia con figli è incoercibile. Incoercibile in diritto, ma prima ancora nella realtà.

Una coppia assolutamente sterile o infertile, che decide di sottoporsi alla lunga, onerosa, penosa trafila della procreazione medicalmente assistita, dimostra una volontà (una rivendicazione del proprio diritto) che nessun legislatore può contrastare.

Non può il legislatore, come ha detto la Corte Costituzionale, perché la Costituzione lo vieta, ma non può ancora prima perché quella coppia cercherà ogni via possibile per realizzare la sua scelta di vita privata e famigliare. Infatti il legislatore italiano, vietando la fecondazione con gameti estranei alla coppia, aveva dovuto prendere atto che il divieto che imponeva sarebbe stato facilmente aggirato, semplicemente varcando il confine e recandosi in una delle tante cliniche che si trovano sui siti internet. Ipocrisia: qui te lo vieto, vai a farlo fuori. Ipocrisia tanto più intollerabile quando pretende di muovere da esigenze etiche.

La Corte Costituzionale ha ricondotto la determinazione di una coppia di ricorrere alla fecondazione eterologa alla fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi riguardo alla sfera privata e famigliare: una libertà che deriva dalla Costituzione, dalla Convenzione europea dei diritti umani, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e discende dal rispetto dovuto alla dignità umana. In più in questa materia entra in discorso anche il diritto alla salute della coppia, che non è la sola salute fisica.

La Corte analiticamente ha dimostrato che la sua sentenza, che rende possibile alle coppie di sesso diverso la fecondazione anche eterologa, non lascia vuoti di disciplina, ma ha comunque avvertito che spetta alla saggezza del legislatore eventualmente provvedere.

Dopo che con la legge 40 del 2004 il legislatore italiano aveva abbandonato ogni saggezza, sostituendola con l’arroganza di chi crede, sol perché dispone di una maggioranza in Parlamento, di poter comprimere senza ragione i diritti e le libertà fondamentali delle persone, il richiamo alla saggezza è importante.

In materia il primo dato di saggezza è il senso del limite, che anche la legge trova nel rispetto della libertà delle persone. Tra queste, come stabiliscono i trattati internazionali che l’Italia ha sottoscritto, c’è anche quella di avvalersi del progresso della scienza e delle conquiste della medicina, che rendono ora possibile realizzare il diritto di dar vita a un figlio, anche quando un tempo ciò sarebbe stato impossibile.

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“Avere un figlio non è un diritto da ricchi”

Fecondazione, le motivazioni della Consulta sull’eterologa e le 9mila coppie in attesa

Il medico: “La politica resti fuori”

di Chiara Paolin (il Fatto, 11.06.2014)

La sentenza della Corte Costituzionale sulla inseminazione eterologa è stata pubblicata ieri sera, e da oggi diventa legge per chi non riesce ad avere un bimbo con i materiali biologici della coppia e deve quindi cercare un donatore di sperma o - più frequentemente - una donatrice di ovulo.

La Corte ha detto cose semplici. Primo: tutti hanno diritto a farsi una famiglia. Secondo: genitori sono gli adulti che si occupano di un figlio, per esempio adottivo, perciò il fattore biologico non conta. Terzo: chi soffre di sterilità deve poter contare sulle tecniche più avanzate senza alcuna distinzione di classe sociale, perché avere un bimbo non può essere roba da ricchi.

“Questo è l’aspetto che mi piace di più” dice Carlo Bulletti, capo dell’Unità operativa di fisiopatologia della riproduzione dell’Asl Romagna, a Cattolica. Un centro pubblico d’eccellenza, che vuole offrire a costi accessibili le sue cure: “Adesso cambia tutto, perché il dispositivo chiarisce un punto fondamentale: non c’è un vuoto normativo, l’impianto delle leggi sul trapianto di organi sono già sufficienti a normare la materia. L’unico vero rischio è che si metta di mezzo la politica”.

IN EFFETTI Eugenia Roccella, deputato Ncd, ha subito bollato come incompleta la sentenza: “Sarà possibile la donazione di gameti tra consanguinei, per esempio tra sorelle o tra madre e figlia? Se vale l’accostamento con l’adozione, non è logico che il figlio avuto con l’eterologa abbia diritto a conoscere le proprie origini, come quello adottato?”. Il medico Bulletti scuote la testa: “Per fissare i dati minimi della questione, come i limiti di età dei donatori o la quantità di materiale da donare (soprattutto per le donne), basta una semplice valutazione di merito adattando i nostri protocolli a quelli già in uso in Europa. Se invece i partiti volessero aprire una battaglia sulle regole si tornerebbe immediatamente al Medioevo che abbiamo appena lasciato”.

“Ora il ministero della Salute aggiorni le linee guida previste dalla legge 40 e ferme dal 2008, e convochi un tavolo con le società scientifiche, con le organizzazioni civiche e le associazioni di pazienti infertili per costruire indicazioni minime necessarie” aggiunge Maria Paola Costantini, referente nazionale per la Pma di Cittadinanzattiva. Intanto le associazioni dei centri fertilità informano che già 9mila coppie italiane sono in lista d’attesa per valutare l’eterologa. In concreto, ogni struttura reagirà a modo proprio: non essendoci più divieti derivanti dalla Legge 40 sarà possibile impostare percorsi diversi.

MOLTI GIURANO di avere a disposizione gameti femminili utili a tentare l’inseminazione con una semplice donazione spermatica del maschio. “Non è semplicissimo - frena Bulletti -, perché il materiale crioconservato non ha passato tutti i controlli utili alla fecondazione eterologa. Naturalmente se le donatrici e i donatori si presentassero nei centri fertilità spontaneamente potremmo procedere subito, ma il meccanismo è impegnativo, perciò servirà un ulteriore passaggio tecnico per avviare in modo seriale la cura”.

Le ipotesi più semplici sono l’egg-sharing (chi riceve gli ovuli in “omaggio” paga la stimolazione della donatrice, dividendo con lei gli ovuli stessi) o l’indennizzo, cioè una somma di denaro offerta alla donatrice per il tempo e le cure dedicate alla donazione (oggi in Gran Bretagna l’indennizzo si aggira sui 700 euro).


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