Le Confessioni religiose riconosciute e le vicende dell’otto per mille
di Marco Ventura (Corriere della Sera, 12 agosto 2012)
Diventeranno legge dal 22 agosto tre intese firmate cinque anni fa dal governo Prodi: con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi del Settimo giorno, cioè i mormoni; con gli ortodossi del Patriarcato di Costantinopoli; e con i pentecostali della Chiesa Apostolica d’Italia. Queste chiese avranno ora più armi contro le discriminazioni, beneficeranno di vantaggi fiscali e potranno compiere atti religiosi con effetti civili senza il surplus di burocrazia che grava sui «culti ammessi» ancora soggetti all’obsoleta legge del 1929.
Il passo avanti non deve illudere. Si tratta di un risultato limitato a poche migliaia di credenti italiani e a confessioni politicamente sensibili, come quei mormoni nelle cui vele soffia non da ora la diplomazia americana.
Delle sei intese stipulate nel 2007 restano al palo, non a caso, le più espressive dell’Italia multireligiosa. Da troppo tempo buddisti e Testimoni di Geova aspettano che il Parlamento onori l’impegno assunto da D’Alema nel 2000 e rinnovato da Prodi cinque anni fa: alla loro forza spirituale risponde un vile ostracismo, di cui dal 2007 è ormai vittima anche l’induismo italiano.
Restano poi ben lontani dai benefici di un’intesa due milioni e mezzo di islamici e ortodossi, rumeni e ucraini in particolare. La questione economica è centrale. L’accesso all’otto per mille di milioni di credenti oggi esclusi cambierebbe il quadro. Tra l’altro, si ridurrebbero assai le entrate della Chiesa cattolica, oggi premiata dal meccanismo per cui chi esprime la propria preferenza, ovvero meno della metà dei contribuenti, sceglie anche per chi non lo fa. I
mormoni hanno invece rinunciato all’otto per mille: tirano fuori i soldi di tasca propria e si accontentano che lo Stato garantisca la deducibilità delle offerte fino a mille euro. Resta dunque da verificare il significato di questo colpo di reni parlamentare, merito dell’impegno trasversale di pochi senatori e della determinazione di valdesi e federazione dei protestanti.
Anche sulla religione, il Paese è al bivio: saprà trovare il coraggio di riconoscersi cambiato e di girare pagina davvero?