Il presunto colpevole si chiama Virgilio Giromini, 46 anni, di Miasino. La polizia sta interrogando anche la madre, la convivente dell’uomo e le figlie di quest’ultima
Sequestro Vergani, un fermo
"Non sono stato io, ho paura"
NOVARA - Virgilio Giromini, 46 anni, di Miasino, č stato fermato per il sequestro di Barbara Vergani. Inizialmente si era parlato di quattro fermi, dal momento che in questura sono state convocate anche la convivente dell’uomo, Stella Vetrano, le due figlie di quest’ultima, rispettivamente di 16 e 20 anni, e la madre di Giromini.
All’uscita della questura, l’avvocato di Giromini, Andrea Lafrancesca, si č solo limitato a confermare che l’uomo "č in stato di fermo". E’ probabile che venga risentito nel primo pomeriggio di oggi. L’interrogatorio delle quattro donne convocate č stato invece rinviato.
Al momento l’uomo nega con decisione ogni responsabilitā: "Non sono stato io, ho paura di parlare", ha detto agli inquirenti. Ma le prove nei suoi confronti sono numerose. Tra esse ci sono le due sim usate per fare le telefonate a Carlo Vergani, il papā della giovane rapita, che sono state trovate nell’abitazione in frazione Tortirogno, a Miasino, di proprietā della madre ma usata da lui.
In quest’alloggio, considerata la prigione della ragazza, č stata anche sequestrata la macchina da scrivere che sarebbe stata usata per scrivere il biglietto con le richiesta del riscatto. E’ stata infine trovata anche una pistola giocattolo: un’arma che potrebbe essere quella usata per minacciare la ragazza il giorno del rapimento.
Giromini ha una sorella che č segretaria di Oreste Primatesta, titolare dell’albergo Approdo di Pettenasco (Novara), di cui il padre di Barbara Vergani č socio. Sarebbe stata lui la mente e il telefonista del sequestro a scopo di estorsione: nel biglietto lasciato al cancello della ditta di Vergani si chiedevano 4 milioni di euro di riscatto.
"Se davvero si tratta di lui, sono molto deluso - ha detto Carlo Vergani, in una breve intervista a Sky Tv - una persona a cui hai dato un lavoro, e poi ti pugnala alle spalle...".
* la Repubblica, 3 aprile 2007