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Cercate ancora (Claudio Napoleoni, 1990)

PRIMO LEVI. Quando Levi morì (11 aprile 1987), Claudio Magris scrisse un articolo che cominciava così: «È morto un autore le cui opere ce le troveremo di fronte al momento del Giudizio Universale». Un ricordo di Ferdinando Camon - a cura di pfls

lunedì 2 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Nella sua sopravvivenza e nella sua scrittura c’è stato un doppio fallimento del sistema lager. Il sistema lager non ha agito su Levi con tutta la sua forza. Perché Levi era un chimico, perché ha imparato il tedesco, perché non si è mai ammalato, e perché ha avuto la fortuna di ammalarsi negli ultimi giorni, evitando la marcia della morte, l’evacuazione dal lager (raccontata da Elie Wiesel)[...]
[...]«C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio». [...] «Non trovo una soluzione al (...)

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> PRIMO LEVI. Quando Levi morì, Claudio Magris scrisse un articolo che cominciava così: «È morto un autore le cui opere ce le troveremo di fronte al momento del Giudizio Universale». Un ricordo di Ferdinando Camon - a cura di pfls

mercoledì 11 aprile 2007


-  Dal 20 aprile a fine giugno "TuttoDante" nella capitale, già venduti 50 mila biglietti.
-  "Racconterò anche la Storia, dalla presa del potere di Romano Prodi fino ai giorni nostri"

-  Arriva a Roma la Commedia di Benigni
-  "Difendo il mio Paese da chi lo governa"

-  Lo spettacolo ha già toccato 26 città, con un tripudio di oltre 350 mila spettatori.
-  "Il Poeta è grande perché ci invita a guardarci in faccia quanto facciamo schifo
"

di ALESSANDRA VITALI *

ROMA - Racconterà la Storia, "dalla presa del potere di Romano Prodi ai giorni nostri, dal ’vi levo l’Ici’ al ’moderate i toni’ di Berlusconi, due giorni fa", l’attualità insomma, "ma quella su cui si può ridere, che è sempre meno, perché sono sempre di più le tragedie". E se l’attualità dovesse essere avara di spunti, si sa che con Roberto Benigni si può ridere di un nonnulla, basta una parola perché tracimi la piena. Com’è successo oggi in Campidoglio per la presentazione della tappa romana di TuttoDante, lo show con il quale l’artista si è già esibito in 26 città con un tripudio di olte 350 mila spettatori.

A Roma si ferma un bel po’, dal 20 aprile alla fine di giugno, un teatro tenda da 4000 posti realizzato per l’occasione in piazzale Clodio. "Molti politici non verranno - dice - perché è troppo vicino al Palazzo di Giustizia...". Cinquantamila i biglietti venduti fino a ieri, accesso gratuito per mille romani (600 studenti e 400 dai centri anziani), spiega il sindaco Walter Veltroni, primo oggetto delle effusioni del comico: "Io Veltroni me lo sposerei, un bel matrimonio contro natura, un matrimonio ogm, lei fra l’altro è sindaco, e si può anche sposare da solo".

Una prima mezzora dedicata all’attualità con particolare attenzione alle cose di Roma, d’altronde "anche Dante si occupava d’attualità, metteva in versi quel che accadeva ogni giorno", e alla politica, "perché compito del comico è difendere il proprio Paese da chi lo governa".

Poi, il resto dello spettacolo concentrato sulla Commedia, da qualche anno oggetto privilegiato delle attenzioni di Benigni, e sul Poeta, "che fra l’altro nel Trecento venne a Roma per dire al Papa di non occuparsi degli affari di Stato, come vedete la Storia non è cambiata". "Poi a Roma - continua il comico - c’è una delle più importanti associazioni di dantisti, presieduta da Giulio Andreotti che è coetaneo di Dante, se verrà allo spettacolo gli chiederò di raccontarci qualche aspetto della vita privata del Poeta".

Una passione smisurata quella di Benigni per l’Alighieri, "la sua grandezza è nell’invitarci a guardarci in faccia quanto siamo schifosi, avere il coraggio di vedere nel profondo il nostro male, che nei secoli non è cambiato". Salta di girone in girone e azzarda qualche ipotesi, "oggi ci sarebbe il girone dei matrimoni contro natura, ci troveremmo Bindi e Bondi, Manzoni e Marzullo. Probabilmente all’Inferno sono in corso lavori di ampliamento e ristrutturazione, pensate solo a quanto devono ingrandire l’area dei lussuriosi...".

E’ felice di essere a Roma, ricorda il suo arrivo nella capitale, "avevo 18-19 anni", poi la casa, per lunghi anni, nel quartiere Testaccio e la romanità acquisita, "tutto questo discorso per annunciarvi che mi candido a sindaco di Roma, con Veltroni abbiamo già un piano, ristrutturiamo i Fori Imperiali e ci facciamo un residence con parcheggio sotterraneo".

Roma anche nei suoi aspetti più "dolorosi", come la batosta di ieri in Champions League: "Volevate vincere? E vi facciamo vincere, che sarà mai. Volete fare 7 gol? E ve li facciamo fare... E’ un segno della grandezza di questa città, la Britannia l’abbiamo conquistata, figuriamoci che c’importa. Noi gliene abbiamo fatto uno solo, per fargli vedere come si fa un gol fatto bene".

Ma Dante, in quale girone avrebbe messo Benigni? "Me lo sono chiesto più volte - risponde - e credo che sarei finito in quello degli ogm, dei matrimoni contro natura. Già mi vedo: se guardate, tovate me e Veltroni come Paolo e Francesca, che voliamo e ci diciamo ’Amor, ch’a nullo amato amar perdona’. Un’immagine bellissima".

* la Repubblica, 11 aprile 2007


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