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Costituzione e Politica

QUESTIONE MORALE. L’Antimafia vara un codice. "Chi è sotto processo non sia candidato". E Di Pietro: via i condannati dal Parlamento - a cura di pfls

mercoledì 4 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] si tratta di «un segnale forte» come dice Forgione che, su una questione delicatissima, è riuscito a non far spaccare l’Antimafia. Il presidente ci tiene a sottolineare due aspetti. Innanzitutto l’eventuale esclusione sarà decisa sulla base di «un atto politico e non penale».
E poi la garanzia di presentare liste pulite servirà per evitare i successivi scioglimenti dei consigli comunali che, oramai, dal 1991 assommano a ben 163 (alcuni azzerati anche quattro volte). Quindi quello (...)

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domenica 9 settembre 2007


-  Il giorno dopo è polemica sul successo della manifestazione di Grillo
-  Incertezza sulle frasi ingiuriose al giuslavorista. Mancuso le ha sentite in un clip

-  V-Day, Casini attacca: "Vergogna su Biagi"
-  Sott’accusa un video sui lavoratori

-  Bossi: "Un’esagerazione. Io, ad esempio, condannato per un reato di poca importanza"
-  Bindi, Violante, Monaco: in quella piazza anche cose giuste. Guai a mettere la testa sotto la sabbia
*

di CLAUDIA FUSANI *

ROMA - E il giorno dopo, che succede dei 50 mila di Bologna, dei 300 mila che hanno firmato la proposta di legge, e dei "vaffa" strillati in più di duecento piazze italiane e in una trentina di capitali straniere?

Una faccenda politicamente "ingombrante" questa di Grillo e del suo evento - il V-day - organizzato solo sul web, successo molto poco virtuale e assai fisico. Una faccenda che imbarazza la maggioranza a cui - anche - è destinato il messaggio delle piazze dell’antipolitica. E poi due ministri, Di Pietro e Pecoraro Scanio, hanno aderito mentre gli altri sono stati pubblicamente sbeffeggiati dal comico-blogger. Una faccenda in cui l’opposizione può sguazzare a piacimento. E attaccare.

"Attaccato Marco Biagi" - Il primo è Pier Ferdinando Casini, che definisce il V-day "la più grande delle mistificazioni", una manifestazione "di cui dovremmo tutti vergognarci". Per il presidente dell’Udc, in realtà, il motivo della vergogna non è tanto il rischio del populismo e di una deriva qualunquista quanto un fatto accaduto a Bologna che ha ancora contorni poco chiari e che riguardarebbe il giuslavorista ucciso dalle Br Marco Biagi. "E’ stato attaccato Biagi che invece andrebbe santificato" dice Casini. Che aggiunge: "Dovrebbero vergognarsi i politici che pur di stare sull’onda del consenso popolare hanno mandato messaggi di adesione a Grillo".

Ora, l’assenza di dirette tv e radiofoniche - ad esclusione di Ecotv e Radio Radicale - e probabilmente la portata di un evento che ha superato la copertura di cronaca, ha fatto sì che in realtà non è ben chiaro in che modo e quando sia stato evocato Biagi. E’ certo che l’assessore Libero Mancuso, ex giudice ed ex presidente della Corte d’Assise che ha condannato gli assassini di Biagi, a un certo punto del pomeriggio ha lasciato la piazza Maggiore per colpa di una frase ingiuriosa contro Biagi. Grillo, dal palco, ha invocato l’abolizione delle leggi Treu e Biagi. "La frase è comparsa in un video" ha spiegato Mancuso.

Un video su "Il precariato nell’Italia delle meraviglie" - Il giallo si snebbia intorno all’ora di pranzo quando sul sito di Grillo i simpatizzanti del V-day mettono a disposizione i video con cui è possibile ricostruire la giornata in piazza Maggiore. E’ accertato che Grillo dal palco, a voce, ha fatto solo un riferimento alla legge Biagi e alle nuove forme di precariato. Lo sdegno di Mancuso nascerebbe invece da un video che è stato trasmesso sui maxi schermo della piazza nell’attesa tra un intervento e l’altro. Il video, curato da Grillo, s’intitola: "Il precario nell’Italia delle meraviglie", è accompagnato da una struggente colonna sonora e animato con due piccole scimmiette. Più che di un filmato si tratta di una video-story che racconta come "la legge Biagi ha introdotto in Italia il precariato, moderna peste bubbonica che colpisce i lavoratori soprattutto in giovane età (...) Tutto è diventato progetto per poter applicare la legge Biagi e creare i nuovi schiavi moderni (...). Questo libro è la storia collettiva di una generazione senza niente, neppure la dignità, neppure la speranza, che sta pagando tutti i debiti delle generazioni precedenti, tutti gli errori, tutte le mafie, tutti gli scandali (...)".

Bossi: "Che esagerazione" - Il nome del senatùr è stato scandito sul palco dal comico genovese come uno dei 25 deputati condannati che dovrebbero lasciare il posto in Parlamento perchè sia più "pulito". "E’ un’esagerazione - dice Bossi - io sono stato condannato ma cosa vuol dire?". In fondo il suo era un reato (vilipendio alla bandiera) "non troppo grave e non troppo vicino al cuore della gente". Attenzione, avvisa il fondatore della Lega, "se esageriamo viene avanti l’antipolitica". Severo anche il giudizio di Giulio Tremonti: "Non condivido nè Grillo nè i tanti grilli ben vestiti che sono in giro. Certamente il comico genovese è più simpatico di tanti moralisti" taglia corto il presidente di Forza Italia.

A sinistra cautela e imbarazzo - E dire che una volta, anni fa, Grillo era un figlio della sinistra più illuminata e dissacrante. Il giorno dopo nella maggioranza, pur prendendo le distanze dai modi populisti e qualunquisti, si riflette sul fatto che a quella piazza va data una risposta. E che con quella gente va cercato un dialogo prima di perderla del tutto. Rosy Bindi dice che va "rilanciata la dignità della politica". Il ministro Bersani ammette che "in effetti c’era tanta gente. E però non è che ogni volta che c’è la febbre la colpa è del termometro che è rotto". Il prodiano Monaco mette in guardia i colleghi: "Attenzione, non nascondiamo la testa sotto la sabbia". Guai a liquidare tutto con la storia dell’antipolitica, "a questo malessere va data una risposta". Luciano Violante ammette che nel V-day "ci sono tante componenti e, oltre all’insoddisfazione per la politica, anche cose giuste".

Mentre la politica riflette sul dà farsi, il popolo di Grillo impazza sul web e sul blog del comico. Chiedono "una replica dell’8 settembre". Chiedono di "insistere". Di "continuare la raccolta delle firme". Non ci stanno a passare per qualunquisti o per l’incarnazione dell’antipolitica. E’ solo che vogliono "un’altra politica".

* la Repubblica, 9 settembre 2007


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