Il cordoglio del direttore di Repubblica: "Abbiamo sperato fino all’ultimo". "Lo piangiamo come un compagno di lavoro. I Taliban disprezzano la libertà d’informazione
Ezio Mauro: "Omicidio barbaro
di un giornalista al lavoro"
di EZIO MAURO *
Abbiamo sperato fino all’ultimo che non fosse vero. E’ un omicidio barbaro e senza alcuna ragione, nemmeno in una logica di guerra. Un gruppo di lavoro composto da un giornalista, dal suo interprete e dal loro autista è stato sequestrato un mese fa dai taliban a scopo terroristico, mentre svolgeva un reportage nel sud dell’Afghanistan.
Mentre era in corso un negoziato per arrivare ad uno scambio di prigionieri Saeed, l’autista, è stato trucidato barbaramente. Quando il negoziato si è concluso Daniele Mastrogiacomo e il suo interprete Adjmal sono stati liberati insieme dalle catene che li avevano imprigionati per 15 giorni e sono stati avviati su due convogli per essere condotti fuori dal campo taliban. Daniele ha raggiunto la libertà e per fortuna non dobbiamo piangere oggi anche la sua morte. Adjmal è stato ricatturato oppure ceduto ad un’altra banda, per intavolare una nuova trattativa con il governo afgano.
Nonostante gli appelli, l’intervento di Emergency, la conferma che si trattava di un giornalista spinto in quella zona esclusivamente da ragioni di lavoro, oggi riceviamo la notizia che Adjmal è stato ucciso senza neppure aspettare la scadenza del’ultimatum.
Noi di Repubblica lo piangiamo come un compagno di lavoro mentre denunciamo l’impossibilità per i giornalisti di svolgere la loro funzione nelle zone controllate dai taliban che disprezzano non solo la libertà d’informazione e i diritti dei prigionieri ma anche la vita umana.
* la Repubblica, 8 aprile 2007