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Liberateli....

APPELLO DI EMERGENCY. Per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi. I talebani: "Abbiamo ucciso l’interprete Adjmal". Mastrogiacomo: "un omicidio orribile, gratuito, vigliacco". Per Strada, responsabili Prodi e Karzai - a cura di pfls

domenica 8 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] i Taliban: hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, quella che rimproveravano a noi giornalisti di non volere raccontare all’esterno. E’ quella che ci hanno annunciato con una telefonata alle agenzie di stampa. Non sono stati ai patti: ci hanno tolto le catene e ci hanno detto che eravamo liberi. Ho visto il mio amico e interprete pronto ad imbarcarsi su un convoglio che lo avrebbe consegnato a degli emissari. Così hanno detto i Taliban che ci tenevano prigionieri, così hanno (...)

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> APPELLO DI EMERGENCY. Per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi. I talebani: "Abbiamo ucciso l’interprete Adjmal". Mastrogiacomo: "un omicidio orribile, gratuito, vigliacco". Per Strada, responsabili Prodi e Karzai - a cura di pfls

mercoledì 11 aprile 2007

Stamane su un volo dell’Onu si sono imbarcati 30 italiani e 8 di varie nazionalità Sul posto, nei tre ospedali e nei 28 pronto-soccorso, rimane il personale afgano

-  Emergency, lo staff straniero
-  ha lasciato l’Afghanistan

Strada: "Non ci sono più le condizioni di sicurezza" Partenza non definitiva: ulteriori decisioni entro domani *

KABUL - Il personale italiano e internazionale di Emergency ha lasciato stamane l’Afghanistan. "Quando il governo del paese in cui lavori si pone come nemico - dice Gino Strada dal sito Peacereporter spiegando i motivi di una scelta così drastica e clamorosa - le motivazioni - non ci sono le condizioni di sicurezza per continuare a lavorare". I 30 italiani che lavoravano per i tre ospedali di Emergency in Afghanistan, oltre ad altre otto persone di varia nazionalità, si sono già imbarcati su un volo dell’Onu, diretto a Dubai. Gli ospedali di Emergency non sono stati tuttavia chiusi: al momento il personale afgano sta continuando a lavorare. (Il comunicato della ogn, pdf)

Dalla sede italiana di Emergency viene chiarito che la partenza non è, per ora, definitiva e che il personale che ha lasciato l’Afghanistan si incontrerà, all’estero, con componenti il direttivo dell’organizzazione per decidere insieme, fra oggi e domani, se continuare a operare nel Paese.

’PeaceReporter’ ha riferito anche che tutto il personale di Emergency dislocato in vari località dell’Afghanistan era stato convocato a Kabul per poter "discutere la situazione e, anche, per decidere provvedimenti a garanzia dell’incolumità degli operatori dell’ospedale di Lashkargah, il più esposto in questi giorni a rischi".

Il vicepresidente dell’organizzazione umanitaria, Carlo Garbagnati, ha spiegato che il motivo del trasferimento consiste nella mancanza di "condizioni di sicurezza" e "nell’assenza di una significativa reazione e azione del governo", come era stato chiesto nei giorni scorsi.

La notizia era nell’aria da giorni dopo l’arresto di Rahmatulah Hanefi, il mediatore di Emergency detenuto nelle carceri afgane e accusato dai servizi di Kabul di aver avuto un ruolo nel rapimento del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo.

Il fondatore di Emergency Gino Strada per giorni aveva spiegato alle autorità afgane e italiane che l’attività di assistenza dell’associazione era in grave crisi a causa dell’arresto di Hanefi, e aveva lanciato un ultimatum: "Resteremo in Afghanistan solo se Rahmatullah sarà liberato e se ci sarà data la possibilità di lavorare in sicurezza".

* la Repubblica, 11 aprile 2007


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