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Turismo

Turismo sostenibile e albergo diffuso: una proposta di due ragazzi volenterosi

sabato 14 aprile 2007 di Vincenzo Tiano
Da qualche tempo stiamo valutando la possibilità di impegnarci nell’ambito del turismo sostenibile creando il
così detto albergo diffuso.
Per albergo diffuso intendiamo, il recupero di vecchi edifici rurali abbandonati a se stessi ubicati nel nostro centro storico e trasformarli in alberghi "alternativi" ridando così vita ad un paese dal destino ormai segnato. Creare attività nel nostro piccolo centro significherebbe ridare dignità ad un paese dalle grandi potenzialità mai struttate.
Nelle (...)

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> Turismo sostenibile --- In Calabria debutta l’albergo diffuso. Nel centro storico di Belmonte Calabro, sulla costa tirrenica, è nato il primo albergo.

martedì 15 settembre 2015

In Calabria debutta l’albergo diffuso

di Donata Marrazzo (Il Sole-24 Ore, 15 settembre 2015)

In Calabria l’innovazione fa breccia nel turismo: rianimata dalle presenze dei vacanzieri nella stagione estiva (+10%), la regione sperimenta nuovi modelli di ospitalità. Nel centro storico di Belmonte Calabro, sulla costa tirrenica, è nato il primo albergo diffuso.

Autorizzata nel 2013 (la normativa è regionale), la struttura ricettiva, composta da 14 abitazioni e 44 posti letto, ha trasformato il borgo abbandonato in un villaggio turistico alternativo, aperto tutto l’anno: “Tra novembre e dicembre riceveremo un gruppo di scandinavi, in questo periodo ospitiamo molti tedeschi, ma nei mesi estivi abbiamo fatto il pieno di argentini”, racconta Pino Suriano, l’imprenditore che con 1 milione di euro ha ristrutturato buona parte del centro storico. Un’operazione che valorizza il territorio, che funziona da presidio sociale e regala agli ospiti un’esperienza immersiva. E che è diventata un modello di sviluppo ecosostenibile, esportabile all’estero: un nuovo Made in Italy sostenuto dall’Adi, l’associazione nazionale alberghi diffusi che promuove la formula in nuovi mercati turistici (in Europa, negli Usa e anche in Asia).

Di ecoturismo e di ricettività sostenibile (nuove idee di impresa e nuove professionalità) si parlerà al Festival dell’ospitalità di Reggio Calabria, dal 2 al 4 ottobre a Palazzo Foti: organizzata da Evermind (network di professionisti - anche loro geograficamente “diffusi” - specializzati nella creazione di strategie digitali, lo sviluppo di software e la formazione per strutture ricettive), la manifestazione intende trasformare l’ospitalità “in momento di integrazione interculturale e di relazione umana appassionata”. Il fondatore è un ingegnere di 35 anni, Francesco Baiacca, che dopo aver creato a Roma il primo stoyhotel italiano (Villa Pirandello), è tornato il Calabria per rilanciare il turismo attraverso tecnologie, cultura e pratica di rete. Anche “Sorridi sei in Calabria, è un’iniziativa dal basso, rivolta agli operatori turistici: a luglio si sono ritrovati a Civita del Pollino ed è in programma un nuovo appuntamento. Dietro c’è il team di ViaggiArt, premiatissima start up cosentina nata per mappare in Italia i luoghi della cultura.

A Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, sta per nascere Home for creativity: nuovo modello abitativo che fonde co-housing, sharing economy ed entusiasmo creativo. L’idea è di Roberta Caruso, fresca di laurea in filosofia, intenzionata, insieme alla famiglia (madre avvocato, padre ingegnere), a costruire una comunità che condivida idee, progetti e vita autentica. Vista mozzafiato sulla Sila e la Valle del Creati dalle terrazze del casale. Le camere (e l’auto: vige il car sharing) possono essere prenotate sulla piattaforma francese BedyCasa. Gli ospiti sono considerati tutti home-manager.

Ma a scuotere il territorio calabrese e a stimolare forme di turismo alternativo è stato per primo il sindaco di Riace: nel 1998, quando era solo un consigliere di minoranza, Domenico Lucano ha accolto i naufraghi sbarcati sulla spiaggia dei Bronzi e li ha sistemati in paese. Un caso clamoroso che ha mobilitato antropologi, studiosi, artisti e registi: a Wim Wenders ha ispirato il cortometraggio Il volo. E’ così che è nato l’albergo diffuso di Riace: “Con un mutuo di 51mila euro erogato da Banca Etica siamo riusciti a intervenire su case chiuse da 40 anni, di proprietà di emigranti mai più tornati - racconta il sindaco - con il loro consenso, abbiamo rimesso a posto infissi e impianti, ospitando turisti solidali da tutto il mondo, desiderosi di partecipare alla nostra gestione dell’accoglienza ”. La Riace vecchia, quella che guarda la Costa dei Gelsomini, dove spiaggia e mare “sono liberi per chi entra e per chi arriva”, come si legge nei cartelli, è inaspettatamente rinata: l’intera comunità che rischiava lo spopolamento, la chiusura della scuola e la perdita di tutti i servizi, con le nuove strategie inclusive di un sindaco fuori dagli schemi ha rivitalizzato economia e turismo. Molto più dei celebratissimi Bronzi di Riace.


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