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USA - Armi

STATI UNITI. Al Politecnico di Blacksburg in Virginia, una strage: 32 morti e una ventina di feriti, il killer forse si è ucciso - a cura di pfls

Il bilancio fornito da fonti federali. Due ragazzi italiani: "Barricati in aula".
lunedì 16 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Bush: "Orrore e massacro" - "La nostra università è stata colpita da una tragedia di monumentali proporzioni - ha detto il presidente della Virginia Tech, Charles Steger - La nostra università è sotto shock per questo orrore". Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush si è detto assalito dall’ "orrore" per la strage di studenti [...]
Studenti e professori barricati nelle stanze. L’aggiornamento delle notizie arriva loro via internet.
Nella scorsa settimana l’università ha ricevuto (...)

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martedì 17 aprile 2007

Discorso di Bush in diretta tv

America sotto choc.

-  Strage al campus, America sotto choc Due le sparatorie.
-  Il cecchino, 20 anni, ha messo in fila gli studenti e ha sparato: 33 morti.
-  Poi si è suicidato. Il ricordo di Columbine.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE *

WASHINGTON - Un’America sconvolta ha ieri vissuto la sua più terribile tragedia dall’attentato delle Torri gemelle a Manhattan del 2001, la strage di 32 studenti e il ferimento di altri 15 all’Università Virginia tech a Blacksburg, 400 km circa a sud di Washington. Ne è stato autore un giovane ventenne, forse un asiatico, poi suicidatosi. Si tratta del più grave omicidio di massa della storia americana, sembra dovuto alla gelosia e alla follia: «Non c’è prova che sia terrorismo» ha riferito il portavoce dell’Fbi Richard Kolko «ma non lasceremo inesplorata alcuna strada». Dichiarandosi inorridito, il presidente George Bush ha rivolto al Paese un appello al lutto e la preghiera, mentre al Congresso veniva osservato un minuto di silenzio per le vittime. Come sei anni fa, gli americani, in preda al trauma, hanno seguito il dramma in diretta alle tv. L’allarme è scattato verso le 8 del mattino, le 14 in Italia, quando la polizia, chiamata dall’università, ha fatto irruzione nel campus che conta 26 mila studenti. Dapprima, un portavoce ha parlato di un morto e di un ferito in una stanza del dormitorio, la West Ambler hall, che ospita 895 giovani: «Lo sparatore - ha aggiunto - è stato catturato». Ma un’ora più tardi un video girato con un cellulare da uno studente, Jamal Albarghouti, ha trasmesso immagini angoscianti alla tv Cnn, tra grida e spari, con l’omicida asserragliato in un’aula della Norris Hall, dalla parte opposta del campus, sede della facoltà di chimica e ingegneria. In quel momento, l’America ha capito di assistere a un massacro. Alle 11 circa, il rettore dell’università Charles Steger e lo sceriffo di Blacksburg Wendell Flinchum, lividi in volto, sono apparsi sui teleschermi. «Siamo di fronte a una monumentale tragedia» ha riferito Steger. «Ci sono numerose vittime. Il loro uccisore è deceduto».

LA RICOSTRUZIONE - Flinchum ha cercato di ricostruire gli eventi: «Ci hanno chiamati alle 7.15, e abbiamo trovato le porte del dormitorio sbarrate, con gli studenti a terra nelle stanze, per ripararsi. Non sappiamo come l’omicida sia fuggito e abbia raggiunto le aule». Poi, a poco a poco, lo spaventoso bilancio, 10 morti, 20, 30. E le tv hanno ritratto scene caotiche: ambulanze, auto della polizia, feriti in barella, ragazzi in fuga. L’estesissimo campus dai maestosi edifici di pietra e i prati immacolati era divenuto un caos, un inferno. Dalle testimonianze degli studenti pare che tra la prima sparatoria e la seconda, la più sanguinosa, con 30 vittime, siano intercorse oltre due ore. Aimee Kanode, che dormiva al quarto piano della West Ambler hall, ha detto di essere stata svegliata da spari al piano superiore. «Le guardie - ha narrato - ci hanno ordinato di barricarci nelle stanze. È trascorso molto tempo prima che ci portassero in salvo». Ma a quel punto, l’autore del massacro si era trasferito nella Norris Hall. Ha sottolineato un’altra studentessa, Tiffany Otey, che stava per recarsi in classe: «Erano quasi le 10. Ho sentito esplodere 50 colpi nelle aule al primo piano». Un’esecuzione sommaria: allineate lungo il muro, i ragazzi sarebbero stati colpiti al petto o al cuore. Alcuni si sarebbero salvati gettandosi dalle finestre. Pochi dati sono emersi sull’autore della strage: vestiva una giubba di pelle nera e un berretto da baseball e teneva in mano due armi a ripetizione, pistole o mitragliette. Non è neppure certo che fosse uno studente, ma si sospetta che cercasse la sua ex fidanzata, e che la abbia trovata nella stanza del dormitorio con il proprio rivale. Lo sceriffo Flinchum non è stato in grado di spiegare perché dopo i due primi assassini, abbia sfogato la sua rabbia sulla classe della Norris hall, e perché la polizia non lo abbia trovato in tempo.

ESCLUSO ATTENTATO - Bob McDonnell, il procuratore dello Stato della Virginia, ha aperto un’inchiesta, ma ha difeso gli agenti: «Dalle informazioni iniziali, sembrava che il primo fosse un incidente isolato». E ha escluso un attentato malgrado due anonimi allarmi bomba la scorsa settimana. Nel suo appello alla nazione, il presidente Bush si è impegnato a fare chiarezza sulla strage, e ad aiutare la comunità. Ma il ricordo di altri massacri hanno riaperto le polemiche sul porto di armi e la violenza negli Stati Uniti. La Casa bianca ha fatto una dichiarazione preventiva: «Il presidente è per il diritto di portare armi, ma per il rispetto della legge».

Ennio Caretto

* Corriere della Sera, 17 aprile 2007


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