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Politica addio?

"Pd" - Un partito democratico? Un partito nuovo? Ma di quale Italia e di quale Europa? "Note da lontano 13": un commento di Rossana Rossanda, prima della investitura di Walter Veltroni - a cura di pfls .

Il convitato di pietra di tutta la storia, quello che è stato ucciso e si spera sepolto, è la radice socialista della sinistra.
giovedì 28 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il socialismo è stato declinato in molte maniere, ma un’idea forte aveva alla base, l’ insopportabilità politica, alla luce della modernità, di un modo di vivere e di produrre inuguagliante e strumentale come quello capitalistico, non regolato se non dal mercato. Sul come rimediarvi, se per riforme o per rivoluzione, è stato l’oggetto del contendere fra socialisti e comunisti, ma che quel «sistema» fosse intollerabile, per l’illibertà sostanziale che esso comporta per la grandissima (...)

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mercoledì 27 giugno 2007


-  Veltroni Day al Lingotto: «Paese stanco, voltiamo pagina»
-  «Patto generazionale anti-precarietà» *

È il suo discorso più politico, il manifesto della politica contro l’antipolitica, l’iniezione di entusiasmo tanto attesa - tanto che c’è quasi un accapigliarsi fuori dalla sala gialla del Lingotto -, un discorso il cui orizzonte non è solo il Pd, ma che a partire dalla lezione francese, più volte citata direttamente o indirettamente, proietta il Pd verso «un’ambizione culturale maggioritaria». Walter Veltroni parla a braccio, senza sembrare un politico di razza. Comincia dalla lotta al precariato - «perché la vita non può essere part time» - attraverso un patto tra generazione, e finisce promettendo l’abolizione delle leggi ad personam ma anche la fine della contrapposizione frontale tra i poli, rivendicando la laicità dello Stato e «i diritti delle persone che si amano» senza sbugiardare la costituzionalità del matrimonio.

Inizia: «Il Partito democratico è la grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto». E finisce con Torino come simbolo dell’unità nazionale e della trasformazione, con un saluto a Chiamparino e a Fassino.

Veltroni evidenzia che «il Pd nasce dalla confluenza di grandi storie politiche». Ma che il cammino fatto fin qui «non è ancora concluso perché il Partito democratico deve essere un partito nuovo dove uno deve essere uguale all’altro e per questo abbiamo voluto il principio “una testa un voto”». Perchè si deve guardare al futuro senza nostalgie. Lasciandosi alle spalle i veleni, «di cui il Paese è stanco», e il meccanismo dei veti.

Il Partito democratico sarà «il partito del nuovo millennio e della libertà, che sfiderà i conservatorismi di destra e di sinistra», comincia Veltroni. E chiarisce subito: «Il primo compito del partito democratico è il pieno e coerente deciso sostengo all’azione del governo Prodi».

Veltroni individua nel principio di «democrazia» una delle novità del Partito democratico. «Sono convinto - afferma - che il 14 ottobre sarà una giornata importante per la democrazia italiana». Ma si augura che solo se ci saranno piattaforme diverse, ci siano candidature diverse.

Poi Veltroni passa in rassegna quella che sarà la sua agenda se diverrà segretario del Pd, un’agenda ricca che riguarda la parte centrale e più contenutistica del suo discorso.

Precariato. «La lotta alla precarietà è la grande frontiera del Partito democratico», dice il sindaco. Per Veltroni «è soprattutto la precarietà dei giovani e delle ragazze ciò che dobbiamo combattere», perché «in un momento fantastico della loro vita gli viene chiesto di aspettare: un mutuo, la possibilità di lavorare, di fare una famiglia. La vita non può essere saltuaria, non può essere part-time».

Patto generazionale.L’innalzamento dell’età anagrafica «non è una disgrazia» e il futuro partito democratico lavorerà per «un nuovo e solidale patto generazionale», che «modificherà profondamente» le politiche e gli strumenti previdenziali.

Crescità dell’economia. Altro punto è l’impegno per la crescita dell’Italia. «Dobbiamo combattere la precarietà dei giovani» e far crescere il paese perché «l’Italia ha bisogno di crescita e le cifre stanno confortando gli sforzi fatti dal governo Prodi che, nonostante una eredità pesante, in un anno è riuscito a portare avanti un grande risanamento».

Pensioni. «Il Partito democratico che vorrei deve lavorare al buon esito del confronto in corso sull’ammorbidimento dello scalone», dice il sindaco di Roma affrontando il tema della riforma delle pensioni. Il candidato a segretario del Partito democratico richiama il discorso del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, per sottolineare come in un Paese in cui la vita si allunga, la politica deve adeguare i suoi strumenti per garantire a tutti «solidarietà e uguaglianza». «Il Partito democratico che vorrei è un partito che lavora per un ammorbidimento dello scalone e al tempo stesso orienti gran parte degli sforzi per colmare le disuguaglianze dovute ad un mancato adeguamento dello stato sociale».

Lotta all’evasione fiscale. «Voglio un Partito Democratico che in tema di lotta all’evasione fiscale bandisca ogni pregiudizio classista», dice Veltroni. «Un Pd - ha aggiunto - che consideri egualmente esecrabile l’imprenditore che evade, l’impiegato nella pubblica amministrazione che non fa il suo dovere, chi utilizza lavoro nero: sono tutti egualmente esecrabili». «La pressione fiscale complessiva per il Partito democratico deve diminuire o no?». Veltroni se lo domanda perché quello che è realistico fare, su questo tema, è «una consistente riduzione della pressione fiscale nei prossimi tre anni» grazie al lavoro di risanamento fatto fin qui dal governo Prodi. Per Veltroni «uno Stato che abbassa gradualmente le aliquote» aumenta il «livello di fedeltà nelle dichiarazioni dei redditi» dei cittadini. Un rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, quindi, che può portare a far crescere anche in Italia «un clima di condanna sociale nei confronti di chi evade». Ci vorranno tre anni almeno per ridurre la pressione fiscale senza intaccare il risanamento.

Sicurezza e immigrazione. Non è una bandiera della destra. Ma mette i puntini a posto. I criminali sono criminali, indipendentemente dalla nazionalità e ci vuole severità nella pena. Ma la convivenza civile si basa anche sanche sul multiculturalismo e su un’accoglienza vera verso le persone che vengono a lavorare nel nostro paese. «L’Occidente finora è stato troppo egoista e avido con loro».

Riforma della politica. L’obiettivo, più volte citato, è quello della «coesione», nazionale e sociale. Prerequisito della modernizzazione. Se si vuole battere la frammentazione, il corporativismo, l’egoismo esasperato, la paura nei giovani, la paralisi delle istituzioni e la conseguente corruzione, se si vuole tutto questo per Veltroni bisogna abbandonare le incrostazioni «barrocche». La politica deve non parlare solo a sè stessa, attraverso i talk show o i titoli sui giornali, deve essere «trasparente e netta», deve essere «improntata alla sobrietà e al rispetto dell’avversario». Non si deve smontare ogni volta tutto quello che è stato fatto dal governo precedente. Bene dunque la legge sul risparmio, ma da buttare restano le leggi ad personam. La filiera delle decisioni deve essere meno tortuosa e lunga. Propone dunque: meno parlamentari, no al bicameralismo imperfetto, «un governo che possa governare e un Parlamento che controlli ma che non pretenda di avere il ruolo di governo assembleare». Non si addentra invece nel come di una nuova legge elettorale pur giudicandola «urgente e necessaria».

* l’Unità, Pubblicato il: 27.06.07, Modificato il: 27.06.07 alle ore 19.20


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